Capitolo 59 - Le grandi aspettative sono il preludio delle grandi delusioni -

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Napoleone, impaziente, agitato, controllava febbrilmente l'orologio e il cielo ancora scuro, vi si alternavano spesse nuvole sinistre, come se sapessero già ciò che sarebbe accaduto non appena il sole fosse sorto, e stelle. Il giovane tenente colonnello contava a grandi passi la stanza con le braccia allacciate dietro la schiena, non riusciva a stare fermo, era scosso da un'energia inarrestabile.

Si mordeva le unghie in continuazione, mentre scuoteva in continuazione la testa, mancavano pochissime ore all'alba - Io non ce la faccio più ad aspettare, ho già tutto pronto, perché devo attendere ancora? Sono io di competenza qui! Non certo quell'idiota di Rocca!

- Attento con le parole Buonaparte, anche i muri hanno le orecchie - lo avvertì Quenza, nemmeno lui sopportava il nipote di Paoli, ma si sforzava di essere il più conciliante possibile, per evitare guai. Tuttavia non poteva che condividere il tono acido e sarcastico del suo pari, che in quel momento si stava lasciando prendere dalla rabbia, come accadeva quando era ansioso.

Lo vide girarsi verso di lui e sbottare incontrollabile - Come se m'importasse qualcosa di quel parassita bastardo, che venga pure qui, se si sente offeso, io lo accoglierò a colpi di cannone! - si avvicinò ad una di quelle bocche e mise una mano sopra - Non ho certo paura di uno come lui! - rivolse lo sguardo al cannone e lo fissava immobile.

L'artigliera era lo strumento che gli avrebbe permesso di arrivare in alto, era sicuro di questo, lentamente stava scalando i ranghi dell'esercito. Però non gli bastava, voleva di più, voleva avere il solo comando, vedere i suoi soldati pendere dalle sue labbra e seguire solamente lui, com'era successo la sera, restando al fianco dei suoi uomini, dando l'esempio. Non era nato per obbedire, ma per essere obbedito, la Rivoluzione, per quanto lo stesse deludendo su molti aspetti, gli stava dando la possibilità di ottenere incarichi e gradi militari, fino ad allora esclusivo appannaggio degli aristocratici.

Quenza sospirò profondamente, prese anch'egli l'orologio da tasca e pregò che arrivasse in fretta il momento dell'azione. Non ne poteva più di sentire i suoi sproloqui, Napoleone sapeva essere insopportabile quando qualcosa non andava come voleva. "Gli manca solo il poter gestire a suo piacimento del tempo, ed è questo che lo innervosisce, non avere il potere di fare ciò che desidera con le ore, i minuti, i secondi". Ogni istante fermo ad aspettare era, per Buonaparte, tempo sprecato. Non lo mostrava, ma se c'era qualcosa di cui aveva terrore era proprio la perdita di tempo. 

Il debole chiarore del sole nascente dietro le montagne scosse Napoleone dai suoi pensieri e lo riportò alla realtà, non era quello a cui aspirava, le sue truppe erano del tutto prive del necessario per una campagna, marciavano senza tende, senza uniformi, senza mantelli, senza treni d'artiglieria. Erano sostenuti solamente dalla speranza del successo.

Perciò doveva accontentarsi e augurarsi che la spedizione andasse a buon fine, in modo da potergli garantire un avanzamento di carriera, oltre che di prestigio. Paoli, a quel punto, non gli avrebbe negato un posto tra i suoi ufficiali migliori, inoltre avrebbe insistito per dare a Luciano il posto che desiderava, così da poterlo calmare e, di conseguenza, usarlo come gli aggradava. - Ora! - tuonò imperioso.

- Ma è ancora presto... - emise Quenza di getto, rendendosi conto solo successivamente di non essere riuscito a frenare la lingua - Scu...scusate - Lo sguardo gelido di Buonaparte lo fece rabbrividire al punto da ammutolirsi. C'era qualcosa in quel ragazzo che lo rendeva terrificante. Era come se in lui convivessero due personalità distinte che Napoleone ben conosceva e che mostrava di volta in volta, all'occorrenza.

- È il momento perfetto per mettere il nemico in difficoltà - gli riferì Napoleone avanzando di qualche passo verso di lui, alzò lievemente la testa per guardarlo dritto negli occhi - Inoltre daremo una mano a quell'imbecille, se nemmeno così riuscirà a fare qualcosa allora ci penserò io...

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora