Capitolo 108 - Arresto -

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Sieg, 5 agosto

Napoleone era giunto al campo di Sieg, nei pressi di Nizza, da poco tornato dal matrimonio di Giuseppe. Era stata una giornata festosa, allegra, anche se, come al solito, se n'era stato per conto suo, a contemplare, da lontano, la felicità del fratello, d'altronde era il suo giorno più importante. Quel particolare momento che non si dimentica mai più. Era contento per lui, Giuseppe si era sistemato ed era sinceramente innamorato di Julie Clary, di questo Napoleone ne era più che sicuro. Aveva intravisto l'amore negli occhi chiari del maggiore, che era ricambiato dalla neo sposa. Inoltre con la dote della ragazza la famiglia si era sistemata e poteva godere di maggior benessere.

Il giovane generale era rimasto in compagnia della sorella Eugénie Desirée con cui si erano scambiati qualche parola, per gran parte del tempo erano rimasti in silenzio, a guardarsi, ad esplorarsi con lo sguardo, soprattutto la sedicenne, voleva essere certa dei sentimenti che provava nei confronti del corso. "È proprio una bella ragazza" rifletteva Napoleone mentre era a galoppo sul suo destriero per il viaggio di ritorno "Di aspetto grazioso, anche se dev'essere un po' educata, non ha molta cultura, devo rimediare" pensava ancora, sorridendo. Quella ragazza aveva sciolto leggermente quel cuore indurito dalla vita, dall'addestramento militare che avevano inquadrato il suo carattere e la sua mentalità.

I suoi aiutanti non facevano caso alla sua aria riflessiva, quasi trasognata, lo conoscevano fin troppo bene e lo avevano lasciato stare nel suo oceano di pensieri. Seppur scherzassero tra loro, specialmente dei modi un po' legnosi del comandante, avevano notato, infatti, i suoi tentativi nei riguardi di Desirée e ciò li aveva divertiti molto. Era un decisamente impacciato, non per questo, però, mancava di dolcezza e gentilezza.

Tuttavia non appena si era fermato all'accampamento per far sostare i cavalli, stanchi per il viaggio, aveva percepito, nell'aria qualcosa. Nemmeno lui sapeva dire cosa effettivamente fosse. Era sceso da cavallo, il quale stava già brucando l'erba un po' arsa dal rovente sole di agosto, e stava compiendo qualche passo per sgranchire le magre gambe. La sua mente era rivolta ancora a quel 1° agosto, in cui si era risvegliato il desiderio di mettere su famiglia al pari del fratello, con enorme sforzo aveva messo a tacere questa volontà. Doveva aspettare, pur odiando il termine, doveva ammettere che era necessario attendere tempi migliori. La sua posizione non era ancora del tutto stabile, ogni cosa era in bilico.

Raggiunta a grandi passi la scrivania, si era accomodato alla sedia e iniziato a rivedere attentamente le carte, il suo progetto di invadere l'Italia era ancora lì, nitido, nella sua mente, quasi del tutto pronto, avendo avuto l'occasione di studiare da vicino le città della Repubblica di Genova e del Regno di Sardegna del Piemonte. "È l'unica soluzione per abbattere l'Austria e indebolire le forze della coalizione" ripeteva a se stesso. Inoltre, un'altra, folle, idea gli era balenata in testa e al pari di un ronzio risuonava nella mente: preparare una spedizione per riprendersi la Corsica e allontanare gli inglesi a gambe levate.

Nonostante si fosse ripromesso di non voler più sapere nulla del destino della sua isola natale, si era tenuto aggiornato circa la situazione politica: Paoli e gli inglesi avevano creato un regno anglo corso, stilato una costituzione che concedeva ampia libertà agli isolani, persino a livello linguistico. Apparentemente sembrava che tutto fosse stato risolto, invece Napoleone era più che convinto che ci fosse la trappola "Agli inglesi non può bastare avere un controllo formale della Corsica, loro ambiscono a possederla letteralmente, in maniera peggiore dei francesi, questi, dopo un periodo in cui fu considerata colonia, l'hanno riconosciuta come parte della Francia" elaborava sogghignando sottecchi, divertito dall'ingenuità dei suoi ex conterranei "Non faranno mai governare un uomo come Paoli, che aspira ad avere un ruolo di spicco, potrei quasi dire reale, piuttosto metteranno un inglese o un corso malleabile a capo del parlamento... già parlamento" quella parola gli fece fare una smorfia di disgusto. Quel termine suonava troppo britannico alle sue orecchie.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora