Capitolo 163 - Ad augusta per angusta -

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Castiglione delle Stiviere, 5 agosto

L'alba di quel nuovo giorno d'estate inoltrata non era ancora sorta, i raggi del sole non avevano superato l'orizzonte, il buio avvolgeva la volta celeste, eppure il giovane generale Bonaparte era già in piedi: il pensiero di dover applicare la seconda parte del suo piano contro Wurmser, gli donava un'energia superiore persino a quella che avrebbe avuto se avesse dormito anche solo un'ora. Infatti aveva passato l'intera notte insonne, tanto il suo spirito era in fermento.

Sentiva che, al pari della giornata da poco trascorsa, anche quel dì sarebbe stato memorabile, i risultati ottenuti erano la prova che doveva continuare ad affidarsi alla ragione, assieme alle sue conoscenze belliche. Comprendeva la stanchezza dei suoi uomini, ma come un fabbro, dovevano continuare a battere il ferro finché era caldo, se volevano ottenere un'altra vittoria. Per questo, si era già diretto nuovamente, assieme al suo quartier generale, verso il campo di battaglia nelle vicinanze, vi erano gli uomini di Augereau, che avevano avuto l'occasione di poter riposare e rifocillarsi per qualche ora.

- Il comandante! - emise uno dei soldati entusiasta, dopo averne riconosciuto la figura attraverso la lanterna che lo illuminava, lo indicò con il grosso dito, quasi emozionato. Gli altri commilitoni si voltarono nella direzione segnalata e sussurravano fra di loro, senza staccare gli occhi da Bonaparte, che ricambiava gli sguardi, sorridendo comprensivo. Napoleone era davvero contento di trovare ancora l'ardore che animava quegli uomini: era esattamente la forza dell'umanità che cercava, capace di compiere degli autentici miracoli, se sfruttata al meglio. Per sua fortuna sapeva come alimentarla in modo duraturo e costante - Buongiorno - aggiunsero poi, volendo mostrare educazione.

- Buongiorno a voi, soldati, nonostante il buio - rispose il corso, con il suo solito spirito e gentilezza - Avete riposato abbastanza? - chiese premuroso, quasi come se fossero dei figli, seppur gran parte di essi avessero molti più anni di lui. Si erano alzati e si erano posizionati a cerchio, afferrando la lanterna e ignorando i suoi aiutanti di campo.

- Certo comandante, anche se poco prima eravamo stanchi, ora che siete venuto l'energia è ritornata e siamo pronti a combattere di nuovo - disse uno di quelli, a nome di tutti gli altri, in quanto più istruito e capace di esprimersi meglio, infatti i compagni annuivano gioiosi. Alcuni ufficiali che facevano parte del quartier generale del comandante rimanevano sempre colpiti dalla trasformazione che quei soldati subivano nei confronti di Bonaparte: da uomini rudi, volgari e lamentosi diventavano obbedienti, infervorati e rispettosi. Il carisma di quel giovane era straordinario ed era ciò che li stava portando a quei risultati, oltre alle sue tattiche ragionate e alla sua mente straordinaria.

- Udire ciò dalle vostre orecchie mi rincuora - emise sinceramente Bonaparte; sapeva di pretendere davvero tanto, troppo addirittura, da quei soldati - E al pari di tutti voi mi sento rigenerato - mentì, però aveva compreso da tempo il potere della parola sulle persone, per cui se era necessario per raggiungere il suo scopo, non si faceva troppi problemi nell'esagerare.

I soldati risero soddisfatti e si guardavano, erano sempre più legati a quel ragazzo che, malgrado la sua età e il suo fisico malaticcio, era molto più maturo e in gamba di qualsiasi altro militare che avessero conosciuto fino a quel momento. Si sentivano orgogliosi e fortunati nell'averlo come loro comandante - Non dovete preoccuparvi, esausti o no affronteremo anche l'inferno con tutti i suoi diavoli, se ce lo ordinate, comandante - ribadirono fieramente.

- Ehi vi state dimenticando che è il nostro Piccolo Caporale! - ci tenne a precisare uno di quelli, nel mentre si toccava i baffi compiaciuto. A giudicare dalla divisa logora, Napoleone pensò che fosse uno dei veterani più coraggiosi, ricordò di averlo visto sin da quando era arrivato a Nizza, subito dopo aver ricevuto l'incarico di comandante supremo dell'Armata d'Italia - I soprannomi vengono dati per un motivo o mi sbaglio? Mostrate un minimo di rispetto! - e ripresero a ridere di gusto.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora