Versailles, 1°- 4 maggio
I singoli rappresentanti dei tre ordini furono accolti dal sovrano seguendo precisi rituali: gli appartenenti al Primo Stato, cioè il Clero, furono ricevuti con entrambi i battenti della porta della stanza aperti. Quelli del Secondo Stato, ovvero la nobiltà, con un solo battente aperto. Quelli del Terzo Stato, ossia la Borghesia composta esclusivamente da medici, avvocati, notai, qualche mercante arricchito, i componenti ritenuti meno importanti agli occhi del sovrano e degli altri membri, lo erano direttamente nella sua stanza da letto.
Il giorno precedente all'apertura definitiva dei lavori, presso l'imponente e meravigliosa reggia, simbolo dell'assolutismo e del dispotismo del sovrano, partì una lunga processione per consacrare quell'evento che non si compiva da secoli, seguita da una messa nella Chiesa del Santo Spirito.
Fu, per i componenti dei due Stati più influenti, un'occasione per mostrare la loro importanza, considerata ancora indispensabile per il regno. L'abbigliamento era stato imposto dal Gran Maestro delle Cerimonie, il marchese Dreux de Brèzé, che aveva ripreso la moda da un'ordinanza del 1614. I rappresentanti del Clero sfoggiavano lunghe e sfarzose tuniche di seta bianca con una fascia rossa porpora intorno alla sottoveste, un ampio cappello rosso, qualche gioiello intorno al collo e pesanti anelli sulle dita.
La nobiltà indossava sontuosi abiti: la marsina e sotto marsina dai color più vivaci ed esuberantemente decorati con filamenti d'oro sui bordi delle maniche arrotolate, le culottes di seta nera lunghe fino al ginocchio, le calze di seta proveniente dall'estremo Oriente, le scarpe del miglior cuoio, un tricorno nero con le piume, una cravatta di pizzo, e la spada.
I membri del Terzo Stato erano i più sobri, indossavano un completo composto da frac, culottes e scarpe neri, privi di ogni decorazione, delle calze bianche di seta grezza, una mussola bianca, un tricorno e una mantellina nera simile a quello usato dagli avvocati. Non essendo considerati gentiluomini gli fu vietato di portare spade o altre armi.
Ognuno di loro aveva sottobraccio uno o più cahiers des dolèances: la loro arma più potente, più pericolosa di un intero reggimento d'artiglieria o di una flotta inglese. I Cahiers erano le grida di un popolo a cui le avevano strappato la voce. Erano i più credibili in quanto mostravano il vero volto del Regno di Francia e della crisi che la stava soffocando.
5 maggio
Dopo tutte queste cerimonie, rituali e pavoneggiamenti, finalmente gli Stati Generali si riunirono nella stanza che era stata adibita allo scopo.
La regina Maria Antonietta raggiunse il marito indossando uno dei suoi abiti più sfarzosi seguiti, in ordine di importanza, dal Clero e dalla Nobiltà. Il lungo corteo si arrestò dinanzi l'immensa porta che fu aperta dalle guardie, dopo essersi inchinate per rispetto e timore.
I sovrani raggiunsero, con passi solenni e lenti, gli scranni più elevati sulle cui teste vi erano appesi delle lunghe ghirlande azzurre con sopra ricamati i gigli d'oro, simbolo dei Borbone, la Casata regnante, troneggiati da una corona interamente d'oro.
I 291 chierici si sedettero alla loro destra, i 270 aristocratici alla loro sinistra, formando una rappresentazione allegorica della Trinità, a conferma della divinità del loro potere e delle loro mansioni. I 578 membri del Terzo Stato, raddoppiati per volere del sovrano che accolse questa richiesta, erano entrati per una porta laterale e secondaria. Furono fatti sedere su scranni decisamente più semplici, quasi a sottolineare la quasi totale insignificanza.
La superbia dei privilegiati fece dimenticare loro che senza la sterminata manodopera del Terzo Stato, la quale permetteva alla nazione di sopravvivere, non avrebbero potuto godere dei privilegi e continuare a vivere come autentici parassiti. I non privilegiati erano ben consci di questo, insieme a quei pochi aristocratici e chierici che, come Sièyes e il marchese La Fayette, avevano abbracciato la corrente illuminista. Si mostrarono, nonostante tutto, dignitosi, quasi fieri di appartenere al loro Stato.

STAI LEGGENDO
L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...