Louis Antoine seguiva faticosamente il passo svelto e concitato di Napoleone, che si lasciava guidare dalla curiosità di assistere alla scena e vedere la reazione del re di Francia. Più e più volte Bourienne gli aveva detto di rallentare, il suo amico non lo aveva sentito, era talmente preso dalla vicenda da non dare retta a niente e nessuno.
Rimaneva colpito dall'energia inesauribile di Napoleone, era come lo ricordava: magrissimo, dall'aspetto macilento, persino il suo pallore giallognolo dava l'idea di un ragazzo malaticcio, chiunque direbbe che fosse sempre sul punto di morire. Mentre lui era robusto e prestante, per non dire rotondetto, leggermente più alto, eppure non riusciva a stargli dietro. "Come fa?" Chiese tra sè, affannato "Qual è il suo segreto?" Continuò a porsi nuovamente quelle domande che lo tormentavano fin da ragazzino.
- Louis Antoine... - esordì Napoleone quasi imperioso, voltando leggermente il viso.
- Sì? - fece Bourienne ridestandosi dai suoi pensieri.
- Manca... poco - riferì il corso affannosamente - Tra non...non molto potrai... riposare...
Louis Antoine annuì sorridendo, non avendo il coraggio di riferirgli quelle domande, quasi certamente lo avrebbe guardato stralunato e sarebbe scoppiato a ridere, considerando i suoi quesiti stupidi. Avevano percorso molta strada dal ristorante, il francese avrebbe tanto voluto raggiungere la destinazione, ossia il palazzo delle Tuileries, a cavallo, ma Napoleone gli aveva detto di proseguire a piedi - Per non destare sospetti, amico, la folla è agitata e basta un niente per far esplodere la sua furia contro di noi, dobbiamo restare discreti, ne va della nostra vita...
Quelle parole gli rimasero impresse, non ricordava che il suo amico fosse tanto prudente, poi, però, rimembrò la chiacchierata avuta prima con lui e capì che sopravviveva per la famiglia. Pur non essendo il primogenito, ma solo il cadetto, aveva l'istinto del capofamiglia e parlava come se lo fosse davvero. Louis Antoine spostò lo sguardo dalla strada a Napoleone, che non fiatava, scrutava l'ambiente con circospezione e attenzione, dando l'impressione di conoscere ogni angolo di Parigi.
- Di qua! - strillò il tenente svoltando nella direzione adocchiata, accelerando. Si voltò all'indietro, non scorse l'amico, udì solamente il suo respiro affannato, era appoggiato ad un muretto di un vicolo per ritemprarsi. Il corso avanzò verso di lui, sbucando dalla penombra, Bourienne fu invaso da un brivido di terrore nel vederlo arrivare in quel modo, le ombre sul suo viso scavato, sugli occhi incavati e sul fisico sottile lo rendevano cadaverico - Louis Antoine - lo chiamò poggiando le mani sui fianchi - Non mi dire che sei già stanco? - insinuò con tono di rimprovero.
- Scusami - fece Louis Antoine riprendendo colorito - Ma non sono più abituato a correre tanto, la vita militare non fa proprio per me - ridacchiò sperando di smorzare l'atmosfera plumbea che li circondava.
Tuttavia Buonaparte non era del suo stesso avviso, anzi, trattenne un fremito di rabbia che si riflettè nei suoi occhi gelidi al pari di un lampo - Non è una giustificazione! - sbottò nervoso, incrociando le braccia al petto - Il fatto di non essere più un soldato non giustifica affatto il tuo atteggiamento da inetto aristocratico! - continuò scosso dalla rabbia.
Bourienne tremò di paura, lo conosceva abbastanza bene da intuire che stava per avere uno scoppio d'ira non indifferente e doveva assolutamente calmarlo, altrimenti davvero la folla li avrebbe travolti. Avrebbe potuto tranquillamente scambiare Napoleone per un nobile, a causa dell'uniforme e sarebbero stati guai, per non parlare dei suoi stessi abiti suntuosi. Si avvicinò a lui e posò le mani grandi e cicciotte sulle spalle scheletriche, evidenziate dalle spalline - Hai ragione amico mio, ti chiedo scusa - sussurrò dispiaciuto.
Napoleone sussultò e lo guardò dritto negli occhi scuri, era sincero e ciò bastò per calmarlo - Sei perdonato - emise velocemente - Ora andiamo, il popolo non aspetta di certo noi - tolse le mani dalle sue spalle e riprese la corsa. Bourienne lo seguì, pensando al fatto che nonostante i duri addestramenti e gli sforzi per autocontrollarsi, Napoleone non aveva mai imparato a padroneggiare quell'ira, quella furia, che albergava nel suo cuore da sempre. La reprimeva solamente, non facendo altro che alimentarla.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...