Gli artiglieri, constatando la contentezza, l'orgoglio trasparire sul volto del comandante e, soprattutto avendolo al fianco, condividendo le loro stesse privazioni e fatiche, riacquistarono energia e speranza. Non avevano intenzione di deluderlo, né di disonorare le batterie che aveva affidato loro con immensa fiducia. Si erano già affezionati a quel giovanissimo capitano dal forte accento straniero, dalla voce aspra e dolce al tempo stesso, sprovvisto di parrucca e di qualsiasi traccia di cipria sui capelli.
Il sergente Junot, che era stato incaricato di sistemare alcuni pezzi di trincea prima dell'inizio dell'attacco, rimase sorpreso nello scoprire la benevola disponibilità del capitano Buonaparte. Aveva bene inteso il suo carattere forte e decisamente risoluto, pur essendo un ragazzo, non potevano avere che pochissimi anni di differenza, rifletté, eppure non si aspettava un simile comportamento da parte sua.
Era la prima volta che vedeva un ufficiale superiore vivere a stretto contatto con i soldati, dialogare con loro faccia a faccia, sopportare i medesimi sforzi e incoraggiarli attraverso discorsi che arrivavano al dunque, seppur a volte aggiungesse qualche terminologia specifica. "Forse abbiamo trovato la soluzione al problema di Tolone" disse fra sé il sergente, speranzoso. Si asciugò il sudore sventolando il cappello; nonostante il cielo fosse coperto, faceva un caldo insopportabile, come se fosse pieno luglio.
Intanto, tra i nemici, non furono pochi coloro che avevano notato l'affannoso spostamento di mezzi e uomini, concentrati al ridosso di una spiaggetta della Piccola Baia, sulla quale era ubicata una trincea rimessa a nuovo. Una posizione molto distante dalla loro flotta e da Tolone. - È un'impresa assolutamente folle attaccare con qualsiasi tipo di batteria da così lontano - riferì l'ammiraglio Hood controllando la situazione attraverso il cannocchiale - Possono fare solo buchi nell'acqua - emise poi, non riuscendo a trattenere un sorriso di scherno.
Gli aiutanti che erano con lui, assieme ai sottoufficiali, cominciarono a ridere senza ritegno - Ai francesi la pioggia ha allagato il cervello, ci stavamo allarmando per nulla! - bofonchiò un suo collega con tono di superiorità. Secondo la sua esperienza e opinione, i militari francesi erano soltanto un branco di incapaci perditempo.
- Non sono abituati al clima piovoso è logico - emise un altro - E poi non dimenticatevi del vino, non manca mai!
- Giusto, hanno il vino invece del sangue, ora si spiegano parecchie cose - E ripresero a ridere - Questo caldo asfissiante non aiuta certamente noi, ma nemmeno loro, altrimenti non commetterebbero una simile pazzia! - continuarono a prendersi beffa dei nemici, tranne il terzogenito di Samuel Hood, suo omonimo come lo era suo cugino, fratello di Alexander, il quale, invece, fu scosso quasi da un brivido freddo, pur essendo un'afosa giornata di fine estate. Ebbe nuovamente quella sensazione che aveva già sperimentato qualche giorno prima, con maggior intensità. Forse era il suo sesto senso che lo stava avvertendo di un pericolo imminente da non prendere sottogamba? Non gli era mai capitato prima di allora.
Istintivamente rivolse lo sguardo verso la baia lontana, senza una lente era impossibile distinguere qualcosa o qualcuno dalla massa scura, nonostante ciò, sentiva di essere osservato attentamente dal nemico. Guardò i suoi colleghi e superiori, che continuavano a canzonare i francesi, utilizzando termini non propriamente gentili. Non approvava quest'atteggiamento beffardo, neanche lui nutriva simpatia per gli oltre manica, ciò, però, non lo autorizzava a trattarli in quel modo. Erano in guerra e dovevano restare in guardia, evitando di scendere a conclusioni affrettate - Non dovremmo sottovalutarli - suggerì solamente.
Il cugino ammiraglio fu colpito dalla sua maturità e dal rispetto che provava nei confronti del nemico. Teneva gli occhi puntati sul viso affilato del trentunenne e sul suo sguardo penetrante, rivolto altrove - Nonostante sia un ragazzo ha sempre avuto questa profonda saggezza - disse sorridendo ai suoi colleghi, era entusiasta di avere al suo fianco un giovane uomo così promettente, dal momento che il suo allievo Nelson mancava. Era stato mandato, agli inizi del mese, a Napoli per reclutare altri uomini e distruggere i francesi - Per lui ogni nemico ha sempre qualche asso nella manica, ah la gioventù... - sospirò ricordando i tempi andati, quando era ancora fiducioso dell'umanità.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Ficción históricaNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...