9 novembre
Il mattino di quella giornata di inizio novembre si aprì con uno strato molto spesso di una nebbia fittissima che giungeva dal mare, rendendo l'aria non solamente fredda e umida, ma addirittura spettrale. Napoleone, come di consueto, si era svegliato poco prima che l'alba giungesse, anche se, con quel poco di luce presente sembrava che il sole non fosse proprio sorto quel giorno.
Il corso, nel mentre si sollevava dalla brandina che aveva ai piedi, fu investito da un brivido che lo scosse dalla testa alle estremità del corpo. Soffocò un'imprecazione blasfema e tentò di scaldarsi strofinando le mani sulla stoffa pesante dell'uniforme, senza ottenere il caldo desiderato - Odio il freddo - borbottò nervoso. Con aria sconfitta, in quanto non accettava questa sua debolezza, afferrò la coperta posata sulla branda e se la mise sulle spalle, sperando di non raffreddarsi ulteriormente.
Dopodiché compì alcuni balzetti, facendo attenzione a non svegliare gli uomini che stavano dormendo beati, russando rumorosamente. Era l'unico momento in cui i suoi sottoposti e aiutanti di campo potevano essere più rilassati. Desiderava che fossero riposati ed pronti. Lui non aveva bisogno che di qualche ora per riacquistare le energie, a volte, persino di pochi minuti durante l'arco della giornata.
Avanzò verso la batteria posizionata sulla collinetta dove, oramai, si era praticamente insediato. Aveva preso la decisione di stabilirsi lì, accanto ai suoi uomini, per incoraggiare loro, attraverso l'esempio. Aveva percepito dello sconforto tra le fila, nonostante il lavoro, l'impegno e le risorse che stavano giungendo, seppur lentamente. Non poteva rimproverarli, erano giustificabili, quella situazione di stallo stava mettendo alla prova tutti quanti, Buonaparte in primis.
Che fosse il vero piano di Carteaux? Fiaccarli fino a farli impazzire per l'inerzia, per la noia? Per fortuna Saliceti e Gasparin, settimane addietro, gli avevano riferito, tramite una lettera, che presto Carteaux sarebbe stato sostituito con un generale più competente e preparato. Bisognava solamente che a Parigi si decidessero sull'autorizzarlo il prima possibile, la burocrazia rallentava le proposte e le nomine.
Così, tra speranze e resistenze, i giorni erano passati, non sempre felicemente. Il 7 di quel mese, infatti, il commissario Gasparin, già malato da tempo, fu colpito da un attacco di polmonite più aggressivo del solito, tanto che non fece nemmeno in tempo a tornare ad Orange, la sua città natale, che morì, lasciando grande tristezza nel cuore del giovane maggiore.
Era stato un grande sostenitore di Buonaparte, lo aveva difeso con la sua autorità, la sua pazienza e la sua fiducia, dalle cattiverie dei suoi superiori, i quali si erano spesso lamentati delle sue ingerenze e intromissioni. Non lo avrebbe dimenticato. "Gasparin avrebbe voluto tanto vedere Tolone riconquistata..." aveva detto fra sé, poggiando una mano sul petto, all'altezza del cuore, non appena aveva saputo della sua dipartita, colto da immensa, struggente malinconia "Farò di tutto affinché questo suo desiderio diventi realtà, combatterò anche per lui e vincerò, altrimenti la morte" giurò a sé stesso.
Il generale Carteaux, nel frattempo, si era rifugiato nella sua disperazione, non poteva credere che alla fine quel ragazzino fosse riuscito nel suo intento di togliergli l'incarico. Era questione di tempo, ne era certo, i membri della Convenzione e del Comitato di Salute Pubblica non potevano non accogliere quella richiesta fatta insistentemente e appoggiata quasi all'unanimità, da altri facoltosi commissari. Il maggiore Buonaparte aveva dalla sua perfino il sostegno del Robespierre minore, era praticamente inattaccabile. Presa coscienza di ciò, si fece portare una bottiglia di vino - Non importa della sua qualità al momento - sbottò nervoso, guardando truce il povero sottoposto - Datemelo e basta! O nemmeno questo posso ordinare più?
- S-sì generale ve...ve lo p-porto immedia...immediatamente - emise spaventato, balbettando il malcapitato soldato. Si avvicinò al baule, posto alle spalle di Carteaux, lo aprì faticosamente ed estrasse l'ultima bottiglia rimasta di un vino non particolarmente pregiato, probabilmente fu lasciato proprio a causa della sua infima qualità - Ecco a voi...generale - disse poggiandolo sul tavolo, su cui vi era anche il bicchiere.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...