Capitolo 43 - Niente rafforza l'autorità quanto il silenzio -

69 7 21
                                    

Ajaccio, 30 settembre

Napoleone era arrivato sull'isola da quasi un mese e ciò che trovò fu il caos, la situazione politica era sempre più instabile, le imposte non venivano più versate, il numero di omicidi era aumentato senza freno dall'inizio della Rivoluzione, arrivando a 130.

Tuttavia, per il giovane tenente le preoccupazioni, al momento, erano altre: era giunto principalmente per avere un posto nella guardia nazionale corsa, ma da quando seppe del peggioramento delle condizioni del prozio, l'arcidiacono Luciano Buonaparte, aveva accantonato i suoi sogni di gloria. Continuava a dedicarsi ad essi, come pure lo zio gli aveva consigliato, con meno assiduità, però: la famiglia era la famiglia e veniva prima di ogni cosa.

- Napoleone, sei venuto a trovarmi anche oggi - emise l'anziano signore, disteso sul letto, non appena lo vide arrivare dalla penombra taciturno e rispettoso come al suo solito. Poi tossì.

- Non sforzatevi troppo, zio - gli riferì il tenente sistemando un po' la coperta e il cuscino. Evitò di guardare i simboli religiosi che vi erano in quella stanza, e di criticare quella credenza, al suo parere sciocca, per non infangare la dignità e l'intelligenza dello zio Luciano.

- Dovresti pensare al tuo futuro, ragazzo mio, non ad un povero vecchio - insistette guardandolo fisso.

- Il futuro può aspettare per il momento, zio - proferì il ragazzo senza scomporsi troppo - Voi siete più importante, sono stato lontano per un bel po' e vorrei recuperare il tempo perduto - proseguì sedendosi accanto a lui - Siete stato un secondo padre per me, quando il primo non c'era... - si fermò anche se avrebbe voluto aggiungere altro. Non gli parso giusto parlar male di persone scomparse, seppur con queste non si avesse avuto un buon rapporto.

- Sei rimasto sempre lo stesso ragazzino ribelle e testardo - ridacchiò leggermente Luciano. Vide nello sguardo del pronipote tristezza, era davvero in pensiero per lui, il suo affetto era sempre stato sincero e non agiva, in questo caso, per proprio tornaconto - Carlo sarebbe orgoglioso di te, ti adorava già allora...

Napoleone si morse le labbra, strinse i pugni sulle gambe, mostrando un'impertubabilità che non possedeva, in quell'istante. Il padre era la sua nota dolente e non era ancora riuscito a superare il 'trauma' e il senso di colpa. Forse non ce l'avrebbe fatta mai.

- Nabulio ti conosco bene, non cercare di frenare quello che hai in corpo, fa più male tenerselo dentro - gli consigliò l'arcidiacono - Non lo dirò a nessuno, se questo ti crea disagio - ammiccò complice. Sapeva del suo carattere orgoglioso, introverso, acuito dall'addestramento militare.

Il pronipote lo guardò, il volto pieno di rughe, cadente, bensì sereno, privo di qualsiasi inquietudine o paura, saldo come la roccia di fronte al mare in tempesta. Quanto avrebbe voluto trovare quella pace nel cuore, purtroppo non riusciva ad affidarsi ad un fantomatico Dio o alla fede, era più forte di lui, non capiva se era per orgoglio o per vanità illuminista. Senza rendersene conto, liberò le lacrime in un pianto silenzioso: gli mancava tanto, erano passati poco più di 5 anni dalla sua morte e il rammarico per non aver mai potuto chiarirsi con il padre, diventava sempre più insopportabile.

- Carlo ti ha già perdonato ragazzo mio - confessò Luciano.

- Cosa? - domandò Napoleone alzando la testa bruscamente, come fosse punto da un insetto.

- Non dovrei dirtelo, ma è giusto che lo sappia, Napoleone - cominciò il prozio - Me lo riferì Giuseppe, non molto tempo fa, ma non voleva rivelartelo... - si fermò e si voltò per vedere la reazione del ragazzo: la sua espressione era curiosa e al tempo stesso grave - Perché sapeva quanto fosse spinoso questo argomento per te...

- Continuate pure, vi ascolto - disse lui guardandolo fisso, gli occhi chiari tempestosi e rapaci.

"Quello sguardo...dove l'ho già visto?" pensò tra sé, lo fissò a sua volta e continuò - Giuseppe mi ha detto che durante i deliri pronunciava il tuo nome, ti voleva vicino...

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora