Ajaccio, 14 agosto
Letizia era seduta sulla seggiola, accarezzava con premura il ventre gonfio, mancava poco tempo all'imminente parto, questione di giorni ormai. Il bambino continuava a scalciare, impaziente di voler nascere e vivere. Il caldo asfissiante di quei giorni, inoltre, non l'aiutava, anzi, acuiva enormemente la sua seconda gravidanza, Giuseppe non le aveva creato tutti quei sussulti e turbamenti; si mise ad osservare il cielo, per distogliere la sua mente e tranquillizzarsi.
Carlo la vide da lontano, era così bella in quello stato, si diceva che durante la gravidanza, la futura madre assumesse nuova bellezza. Era convinto più che mai che fosse esattamente così. Il piccolo Giuseppe stringeva la grossa mano del padre, aveva un'espressione serafica.
La moglie percepì i passi sicuri del marito e quelli un po' incerti del piccolo, si voltò verso la direzione da cui provenivano. Carlo le sorrise e con entusiasmo avvicinò il suo orecchio alla pancia - Accidenti come scalcia! - rise gioioso, parimenti ad un bambino.
- Sì, ridi, ridi, tanto sono io a dover sopportare ciò...per voi uomini è tutto così facile - sbuffò Letizia allontanando stancamente il marito da lei. Voleva stare sola.
Carlo, leggermente sbigottito, si poggiò sulle forti e muscolose ginocchia, si chinò, le ruotò delicatamente il viso roseo, fissandola dritta negli occhi - Non potrò mai provare l'esperienza del parto, questo è vero, ma sto facendo di tutto per migliorare le nostre condizioni, soprattutto con l'esilio del Patriota - sussurrò soavemente nelle sue orecchie.
Letizia intravide una luce nelle sue iridi azzurre: le sue speranze non erano ancora morte, risplendevano con limpidezza nel suo sguardo gioviale. Credeva fermamente che qualcosa sarebbe cambiato per sempre in Corsica, specie dopo il patto sancito con il conte Marbeuf e il giuramento di fedeltà al re, che lo aveva reso assessore della corte di giustizia di Ajaccio - Hai combattuto al mio fianco con un bambino in grembo, sottoponendoti ad ogni sforzo, pochissime donne avrebbero potuto sostenere tutto ciò, tu l'hai fatto...
- Sì però...come... - mormorò sottovoce.
- Ce la faremo, Letizia - la rassicurò spostandole una ciocca dietro l'orecchio; la sua voce bassa e profonda assunse una dolcezza quasi angelica - Se resteremo uniti - le diede un bacio sulla guancia liscia e vellutata - Ora, però, non pensare a cose tristi, amore mio, domani sarà un giorno di festa per la nostra piccola città - aggiunse sorridente.
Con tristezza la donna riprese a massaggiare la pancia gonfia. Le sarebbe tanto piaciuto raccontare alla creatura di aver contribuito all'indipendenza definitiva dell'amata isola, invece non le restava che il rammarico di non aver potuto rendere i suoi adorati figli, felici. - Già, domani... - sussurrò sospirando, aveva quasi dimenticato che giorno sarebbe stato, pieno di gente e confusione.
- Ma...mamma... - udì la donna, ridestandosi dai suoi pensieri e notò il piccolo Giuseppe, avvolto nella veste lunga sino ai piedi, allungare le braccia verso di lei, voleva essere coccolato ed abbracciato - Mamma... - ripetè stringendo le manine.
Aveva imparato a camminare in maniera quasi perfetta, la parola era, però, ancora minimale; Letizia rivolse uno sguardo materno al primogenito e lo prese tra le braccia. Giuseppe appoggiò la testa sulla pancia, curioso, come sempre, di sapere se la mamma sarebbe rimasta sempre così - Fratellino...qui dentro...giusto? - chiese ancora ridendo. Ogni volta che incontrava la madre le faceva questa domanda.
- Sì, presto conoscerai il tuo fratellino o sorellina, figliolo caro, con cui potrai giocare, scherzare, condividere gioie e dolori - rispose Letizia lisciando i morbidi capelli castani del figlioletto, che adorava quel tipo di carezze - E sul quale dovrai vegliare, dare l'esempio in quanto primogenito e futuro capofamiglia...
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...