2 marzo (12 ventoso anno IV)
Il direttore Barras a quattro giorni dell'azione repentina compiuta dal generale Buonaparte, lo fece convocare immediatamente. Aveva seguito i suoi ordini alla lettera, senza minimamente opporsi, come aveva fatto precedentemente - Ha compreso il suo ruolo all'interno della società francese e soprattutto parigina - diceva ad alta voce.
Era davvero soddisfatto di quel giovane ufficiale, ciò che lo inorgogliva era che aveva compreso il suo grande talento prima dei rivali e colleghi, in modo che potesse averlo a completa disposizione e, quindi, usarlo a proprio piacimento "Soltanto lui poteva far arrestare Babeuf e la sua banda con rapidità e rigore, proprio come avevo in mente" ridacchiò, dandosi un'aria di superiorità. Tuttavia sottovalutava ancora i reali intenti e le qualità del comandante dell'armata dell'interno, il quale si mostrava abile nel tenerli celati, aspettando il momento opportuno.
- Mi avete fatto chiamare, cittadino? - esordì freddamente Napoleone non appena ebbe il permesso per entrare nella sua stanza - Spero sia una notizia realmente importante - ci tenne a precisare. Stringeva forte il cappello che teneva sottobraccio e gli aveva rivolto un veloce inchino, nonostante sopportasse poco tali formalità.
- Sono convinto che ti piacerà moltissimo, generale! - esclamò entusiasta Barras. Pareva fremere dalla testa ai piedi, guardandolo con immensa gioia, come se fosse realmente interessato alla sua persona. Si avvicinò al suo pupillo e gli diede l'ennesima pacca amichevole, Napoleone era abituato ai suoi modi di fare, per cui non ci dava nemmeno più peso - Ti conosco bene, per questo sono sicuro di quanto affermo!
- Sono tutto orecchi, cittadino - emise il generale lanciando il cappello, si accomodò scompostamente sul divano e attese che gli rivelasse in fretta ciò che aveva da dire e ritornare al lavoro. "Da quando ho fatto chiudere quella società del Pantheon, il clima di agitazione e ribellione in città è aumentato, non è stata una mossa intelligente, così come quella di stabilire un maximum sui prezzi, quando gli stipendi e le paghe perdono valore ogni secondo che passa, anche eliminando gli assegnati" rifletteva in quegli istanti, decisamente allarmato dalla situazione. Barras e i suoi non si stavano mostrando all'altezza, eppure non c'erano alternative valide oltre a loro, in quel momento. Non poteva permettere che i vari schieramenti politici si rafforzassero a discapito di altri, alternativamente "Solo che quel pavone non lo ha ancora compreso, d'altronde perde tempo in futilità".
Nel frattempo il direttore aveva fatto preparare un tavolino con due meravigliose tazzine, impreziosite da eleganti decorazioni del tardo rococò, di fumante e delizioso caffè e un vassoio colmo di zollette di zucchero, servite in maniera impeccabile da uno dei servi più educati - Pensieroso come al tuo solito, generale? - domandò sorridendo Barras, al suo fianco, nel mentre sorsegggiava.
Napoleone quasi ridestato, notò la propria sul tavolo e la afferrò lentamente, in quanto bollente - No, niente zucchero - rispose gentilmente al servo che gli stava porgendo il vassoio - Grazie lo stesso... - vi soffiò sopra.
- Puoi andare, adesso - gli ordinò poi il direttore, scuotendo la mano grassoccia, subito dopo aver appoggiato la tazzina sul piattino - Così possiamo parlare soltanto noi due
- Riguardo alla domanda di prima - sottolineò Napoleone senza minimamente scomporsi, pur mostrandosi naturale, ignorando ogni tipo di etichetta su come restare seduto mentre si degustava un qualsiasi tipo di alimento o bevanda. Infatti si era messo ritto, rigido - Sapete meglio di me, così come i vostri colleghi direttori, essendo voi al comando della nazione, quali siano i problemi che affliggono la capitale, cittadino, specialmente dopo la chiusura di quel circolo e l'arresto dei suoi vertici... - sorseggiava quasi avidamente quel caffè. Era veramente squisito, e non soltanto perché adorava quella bevanda, che lo teneva sveglio ed energico, ma anche perché proveniva sicuramente da uno dei posti più lontani del mondo, aveva un gusto molto forte, intenso e aveva fatto più che bene a non rovinarne il gusto aggiungendo lo zucchero.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...