Capitolo 94 - Contrattacco vincente -

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- Ora che siete tutti qui, cittadini - esordì tuonante Dugommier sollevando gli occhi dalla cartina piena di segni e sgualcita sul tavolo, ai suoi uomini, seduti attorno a lui. La maggior parte si sforzava di dimostrare il sangue freddo, l'autocontrollo; era un'operazione rischiosa, se non impossibile, ma era anche l'unica da poter essere messa in pratica, il generale lo sapeva benissimo - Posso riferirvi le nostre mosse, anche se dalle vostre facce posso intuire che le sappiate già - si rivolse a Buonaparte, che era uno dei pochissimi, se non l'unico, a non avere neanche un briciolo di paura. Fremeva dal desiderio di scendere in campo, oltre ad attuare quel piano che aveva in mente da mesi.

- Repetita iuvant - fece Napoleone rammentando una delle poche massime latine che aveva imparato dai tempi dell'accademia e che gli era rimasta impresso, grattandosi la nuca - Per cui non abbiate alcun riguardo nel rinfrescare loro la memoria - il tono usato, quella punta di sarcasmo e di arroganza non piacque a molti, soprattutto perché era giovanissimo. Praticamente un ragazzo quasi inesperto, era in fondo la sua prima volta, circondato da ufficiali veterani o comunque d'età maggiore che dettava loro come agire e combattere.

Buonaparte era cosciente del fatto di non risultare simpatico ai suoi colleghi, però non gli importava, aveva conquistato con le sue sole forze la fiducia dei suoi uomini e, adesso, perfino del generale. D'altronde aveva imparato a non considerare più di tanto i pareri altrui: se voleva raggiungere l'obiettivo prefissato, doveva andare avanti, senza permettere agli ostacoli di fermarlo. "Non m'importa se resterò solo, anzi, si cammina più velocemente nella solitudine, non si è rallentati, si diventa solo più obiettivi, oggettivi ed efficienti" pensò mentre leggeva l'ostilità soffocata nelle iridi dei suoi superiori e colleghi "Se poi qualcuno, come Dugommier, Junot o Marmont, si dimostra abile, coraggioso, affabile ben venga, sono disposto a collaborare, a mettere da parte un po' del mio individualismo per il mio bene e quello comune".

Aveva imparato velocemente e a sue spese che il mondo era spietato e al tempo stesso indifferente, insensibile alla vita dell'uomo e che bisognava fare affidamento esclusivamente sulle proprie qualità e conoscenze, oltre alla volontà, e ne aveva tanta, così come era grande la sua ambizione. Voleva ambire ad una posizione elevata che gli sembrava più consona alla sua personalità di dominatore, pur essendo faticoso, tuttavia non avrebbe rinunciato facilmente alla sfida. Anche perché voleva sapere più di sé stesso, fin dove poteva spingersi? Spesso se lo chiedeva, in quanto era conscio di essere un visionario, un sognatore e sognava in grande.

- Avete certamente ragione, maggiore Buonaparte - rispose Dugommier con polso fermo, avendo intuito l'aria ostile che si era creata. Non poteva permettere che venisse a mancare la coesione fra i suoi sottoposti, l'assedio di Tolone era durato anche troppo e non ci si poteva più permettere degli errori o altri tentennamenti. Sbatté la mano sul tavolo, sperando di riportare l'attenzione su quanto avrebbero dovuto fare. Quelli sussultarono e si ricomposero sulle sedie Napoleone compreso, non sarebbe servito a nulla farsi guerra a vicenda, si doveva lavorare insieme - Bene, ora posso riprendere il discorso...

Il corso rimase abbagliato dai suoi modi, era bastato semplicemente il pugno fermo a far riportare chiunque all'ordine, non le minacce, né l'aumento della voce e nemmeno un'espressione, irosa. Invidiò non poco il suo carisma pacato, a differenza del proprio che era infuocato e inquieto, tipicamente giovanile e mediterraneo - Volete che faccia io? - domandò poi con profondo rispetto.

- Pensate a conservare le energie per la prossima battaglia, maggiore - gli disse semplicemente Dugommier, sorridendo leggermente - Ho ancora la grinta necessaria, nonostante l'età

- Non volevo intendere ciò generale - precisò Buonaparte, leggermente imbarazzato, non aveva alcun motivo di burlarsi di lui - Al contrario, non ho più alcun dubbio sulla vostra esperienza - ricambiò il sorriso e poi abbassò lo sguardo sulla cartina. Capì che probabilmente era meglio tacere in una situazione del genere e lasciar fare a chi aveva comunque, per ragioni anagrafiche, più esperienza di lui. Era la scelta più ragionevole e sensata da prendere.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora