Capitolo 77 - Attesa -

86 7 91
                                    

6 agosto

Dopo due giorni di accese febbri che si alternavano a momenti di relativa calma, prive di sintomi evidenti, Napoleone era certo di non avere più nulla, di aver sconfitto la malaria che sembrava averlo abbattuto. La sua forza di volontà, il suo viscerale desiderio di vivere per combattere, per emergere gli avevano ridato la speranza necessaria per non lasciarsi sopraffare. Soprattutto adesso che aveva fatto pubblicare l'opuscolo, sapendo che prima o poi qualcuno di importante l'avrebbe letto.

Ma Pierre Simon voleva accertarsi che il suo amico stesse davvero bene e che non fosse l'ennesima scusa per potersi liberare di dottori e medicine - Dovremmo farvi visitare dal medico e lo sapete che non potrete sottrarvisi

- Stavolta è vero! - esclamò Napoleone che realmente si sentiva in forma, l'energia gli pulsava incessantemente nelle vene, assieme al sangue - Non ho bisogno della conferma di un medico da quattro soldi... - aggiunse guardandolo.

- E invece sì, cosa vi costa, durerà pochissimo - insisté l'amico, che voleva essere davvero sicuro delle sue condizioni di salute. La malaria lo aveva deperito più del solito, smagrito notevolmente, doveva rifocillarsi e anche nutrirsi per bene, per essere pronto a qualsiasi evenienza.

Napoleone corrucciato, a braccia conserte, alla fine cedette e sospirò - Va bene, se serve per rassicurarvi la farò, ma che sia veloce e discreta - si alzò bruscamente in piedi e si avvicinò alla finestra per controllare la situazione. La città di Avignone era fin troppo tranquilla dopo l'assalto di Carteaux e ciò non lo rassicurava, poteva essere la quiete che precede ogni tempesta. Spostò le tende, fu invaso dalla luce accecante di quell'infuocato agosto. Restando quasi perennemente al buio in quei giorni, era come se dovesse riabituarsi alla luce del sole. Aprì solamente la finestra, senza  sporgersi sul piccolo balcone. "La prudenza non è mai troppa" disse fra sé.

Nel frattempo Bouchet, uscendo dalla stanza in cui vi era Napoleone, aveva fatto chiamare il medico, per fortuna non era lontano, e fatto preparare il pranzo abbondante dal resto della servitù. Era quasi mezzogiorno, non aveva toccato cibo dal giorno prima e il suo stomaco reclamava rumorosamente nutrimento. Ordinò delle porzioni abbondanti, in particolare per il suo amico, pur sapendo che avrebbe mangiato poco o nulla. Si chiedeva come riuscisse a stare in piedi, a muoversi, era come se avesse il moto perpetuo in corpo.

Scese frettolosamente le scale e andò ad accomodarsi sulla poltrona, cercando refrigerio, l'afa era persistente e penetrante negli ultimi giorni, persino il tempo voleva  peggiorare la situazione già critica in cui versava la nazione. Allentò lievemente la cravatta bianca sul collo, si sbottonò il panciotto - Portatemi qualcosa di fresco...

Napoleone, invece, non soffriva particolarmente quel clima afoso, rovente, essendo cresciuto in Corsica, quello era il tipico caldo che apprezzava. Tuttavia era leggermente sudato, si augurò solo che non fosse un altro attacco della malaria. Non ne poteva più di quella condizione "Non sopporterei di nuovo quell'impotenza, è stato uno sforzo per me, anche per non aumentare il peso delle responsabilità al povero Bouchet" chiuse gli occhi e li riaprì "È stato davvero paziente con uno come me e gli sarò riconoscente per tutta la vita".

Era cosciente del fatto che avesse un pessimo carattere, che in parte riusciva a mitigare quando era piuttosto tranquillo o se i piani andavano a buon fine. Però diventava insopportabile in caso di estremo nervosismo o in un momento durante il quale non aveva tutto sotto controllo, praticamente quando non era padrone della giornata e della sua vita. Era stato così fin da bambino, sottomettendo il mite Giuseppe, pur essendo il minore, e si era acuito negli anni successivi, entrando in Accademia.

Fu un'esperienza traumatica e fortificante al tempo stesso. Accanto alle burle feroci dei suoi compagni, un altro evento sconvolgente fu proprio il suo primo sbarco in società: l'ingresso in un universo completamente diverso da quello nel quale era vissuto fino a quel momento, sulla sua isola. La Francia, oltre alla sua notevole estensione rispetto alla sua Corsica, era diametralmente opposta ad essa.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora