Capitolo 35 - Sincronia -

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30 settembre

“Questa città è piena di cattivi cittadini” aveva scritto in una lettera Napoleone, a Carlo Andrea Pozzo di Borgo, l’amico di famiglia di Alata, anch'egli membro del governo dell’isola assieme al fratello Giuseppe, divenuto nel frattempo presidente, e con il quale sperava di avere la rivalsa. “Non avete idea della loro pazzia e della loro meschinità” aveva continuato. Poi nominò tre membri del Consiglio municipale, che ben conosceva e che secondo lui erano completamente inadatti a quel ruolo che gli era stato affidato e pregava all’amico di farli destituire.

Avrebbero potuto rovinare tutto e Napoleone voleva evitare che la già precaria situazione corsa potesse peggiorare ulteriormente. “È un provvedimento violento, forse illegale, ma essenziale” aggiunse con grande convinzione pur sapendo della gravità della sua esposizione. Non temeva però di frenare la lingua perché non poteva sopportare altre ingiustizie nei suoi confronti, ne era stufo.

Concluse con una citazione di Montesquieu: “Le leggi sono come le statue di certe divinità, in alcune occasioni devono essere assolutamente velate”. Matteo Pozzo di Borgo, fratello di Carlo Andrea, si ritrovò quella lettera tra le mani e dopo averla letta susurrò - Fratello, stai attento, questo Napoleone è un tipo pericoloso, se persino Paoli non ha voluto coinvolgerlo troppo, significa che ha ben capito di che tipo si tratta, non abbassare la guardia...

Corte, 5 ottobre

Dopo il suo arrivo a Corte, il Patriota Paoli decise di intraprendere un viaggio lungo tutta l’isola per controllare la situazione e cercare di trovare qualche occasione da utilizzare a vantaggio suo e degli inglesi.

Il ritorno sull’isola gli era stato concesso dagli inglesi proprio per aiutarli ad impossessarsi di tutto il Mediterraneo. L'unica isola non ancora sotto il controllo britannico, indiretto ma sempre presente, era proprio la Corsica. Il Patriota aveva accettato la proposta e il volere degli inglesi che gli avevano fatto, poiché temeva fortemente gli eventi che si stavano scatenando in Francia, non avrebbe voluto vedere altri scismi tra i suoi stessi concittadini. Tuttavia non voleva, né poteva dichiarare apertamente le sue intenzioni, per il momento.

- Mi sono reso conto che Corte non è una città adatta per essere una capitale - esordì il Patriota con espressione amareggiata in volto, rivolgendosi a tutti i colleghi presenti nella sala.

- Ma come?! - esclamò uno dei presenti - Eravate sempre convinto che fosse la città  perfetta ad ottenere il titolo di capitale della Corsica! Come mai questo ripensamento improvviso?  

- Non è stato improvviso, cittadini, me lo hanno fatto notare alcuni inglesi con cui ho discusso a lungo e che sono interessati alla nostra causa - ammise Paoli fissando ancora i presenti notando pareri ed espressioni discordanti. Si grattò la parrucca incipriata. Era davvero una decisione difficile.

- Patriota Paoli non fidatevi troppo di quelli! - consigliò un altro - Se vi propongono qualcosa è solo per ottenere vantaggi, sono peggio dei francesi!

- Mi hanno semplicemente fatto capire che una capitale non deve trovarsi solamente al centro del Paese, ma deve permettere degli scambi fluidi in tutto il Paese e Corte si trova su un’altura difficile da raggiungere con una nave o una semplice carrozza, avrei pensato ad una città sul mare…

- Allora Ajaccio è la città perfetta! Si trova sul mare, è facile da raggiungere ed è la più fiorente e apprezzabile dell’isola! - urlò entusiasta uno dei presenti alzandosi in piedi e guardandolo con convinzione, probabilmente un ajaccino. Non tutti, però, erano d’accordo con lui ed iniziò un feroce dibattimento sulle varie proposte fatte.

Paoli non parlava. Pensieroso, stava riflettendo sulle due città che potevano contendersi il titolo di capitale: Ajaccio e Bastia, entrambe sul mare, entrambe fiere e orgogliose, come i loro abitanti. Poi si alzò, li fissò uno ad uno con un tenue sorriso e disse - Ho preso la mia decisione...

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora