Capitolo 91 - Non aver tentato è il peggior fallimento -

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L'attacco si dimostrò fin da subito molto duro, gli alleati non lasciavano tregua al nemico, erano decisi, come i francesi, ad abbatterli e a ristabilire l'ordine, l'equilibrio brutalmente spezzato dal 1789. Gli inglesi, in particolare, temevano per il loro impero, gli oltremanica si stavano dimostrando caparbi nel voler proseguire la strada della rivoluzione. O meglio, la maggior parte del popolo francese, alcuni già stavano tornando ad intonare canti monarchici e a pregare il ritorno dei Borbone.

Tra questi vi erano gli abitanti di Tolone, i quali si erano gentilmente consegnati, pur sapendo delle terribili conseguenze che un simile gesto significava e comportava. Ciò che avevano compiuto era un vero e proprio tradimento, che avrebbero pagato con la vita se i francesi avessero vinto. Naturalmente erano sicuri della loro disfatta se non a Tolone, quantomeno ci sarebbe stata da altre parti, un solo Stato non poteva resistere a lungo contro l'Europa intera, specialmente con i miseri mezzi di cui avevano a disposizione. "Non c'è nemmeno collaborazione tra governo ed esercito, come sperano di vincere?" Si burlavano di loro, pur tenendoli d'occhio.

Negli ultimi giorni, infatti, i repubblicani avevano rinforzato le loro difese, specialmente l'artiglieria. Compresero che dovevano attaccare lì con maggiore forza ed energia. Napoleone non si lasciò spaventare dalla loro veemenza, anzi, era ciò che voleva, desiderava, per fare scattare il suo piano e vendicarsi. L'onta personale non sarebbe rimasta impunita. "Più agiranno con violenza, facendo la voce grossa, più la loro sconfitta sarà rumorosa e clamorosa, non aspettavo altro da loro" sorrise leggermente, evitando di mostrarlo ai suoi uomini, strinse leggermente i pugni ed ingoiò rumoroso la saliva. Non voleva allentare la tensione, se si fossero rilassati, non avrebbero potuto dare il massimo, sprigionare quella forza e quel coraggio capace di compiere le grandi e immortali imprese che riecheggiavano nei secoli.

"Gran parte delle persone non può immaginare, né contare quanta energia ci sia dentro l'umanità" rifletteva qualche giorno prima, mentre controllava i lavori con attenzione e severità, la memoria formidabile gli era davvero utile nella gestione e nell'organizzazione. "Ne ha così tanta che potrebbe cambiare il mondo a suo piacimento, con i sogni che nutrono l'anima di speranza, per questo i bambini sono instancabili, non dubitano di loro stessi e se lo fanno, sono pronti a ricominciare a sognare e a vedere il lato buono del mondo e degli uomini, crescendo, venendo a contatto con la durezza della vita, l'amarezza prende il posto dell'illusione e a poco a poco soffocano quell'energia, la reprimono, pensando solamente a sopravvivere, continuare meccanicamente ciò che considerano ancora vita" il passo era rapido come il suo pensiero "Io sono alla ricerca di quell'energia inesauribile, non solo nei miei soldati, ma anche in me stesso, a volte non la sento, altre volte la devo forzare" aveva sospirato profondamente, una volta lontano dai suoi.

Era riuscito a cavare da ogni singolo soldato e ufficiale una minima parte di quella forza d'animo, al momento era sufficiente per tenerli svegli e attenti contro il nemico, seppur leggesse nei loro occhi una paura angosciosa. Tuttavia non avevano intenzione di arrendersi alle difficoltà, come stavano facendo in quell'istante con i cannoni. Sotto i suoi ordini e dei suoi sottoposti, sparavano, senza esitare un istante, molti tremavano, li vedeva sollevare i calcatoi con una presa ondeggiante. Le palle di cannone squarciavano l'uniformità di quel cielo sempre uguale, avvolto dalle nuvole bianche, placide. Qualche fiocco di neve era caduto, ma non appena aveva toccato il suolo si era mutato in acqua, trasformando il terreno prima in pozzanghere di fango, poi, man mano che la terra si bagnava, in un vero e proprio pantano.

- Ricordate che un uomo d'armi è capace di combattere in qualsiasi condizione - rammentava costantemente il giovane corso, animato da un fuoco che quel giorno non passò inosservato. Nonostante fosse il clima gelido, il comandante dell'artiglieria pareva ardere, risplendere di luce propria come il sole, come le stelle del firmamento. Ed ecco che, al pari dei pianeti e dei satelliti, gli uomini accanto a lui, cominciarono a brillare di quella riflessa, riscaldati dal loro esempio - Non dimenticate mai la volontà che avete dimostrato in questi lunghi mesi, soldati, le armi non bastano a vincere le guerre, così come le strategie, se non c'è la forza degli uomini ad animarli, qualsiasi battaglia è vinta!

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora