- Aspettate, madre - la interruppe Napoleone che corse ad aprire la porta - Ecco ora potete passare
La donna uscì, seguita dal figlio, il quale piegò il braccio destro e lo rivolse alla madre con l'intenzione di accompagnarla. Quell'atteggiamento gentile e premuroso le ricordò il suo Carlo...in Francia Napoleone aveva imparato un po' di buone maniere, ed era diventato educato, seppur fosse ancora impacciato e goffo. Non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a quel livello.Era sempre stato un ragazzino rustico e poco rispettoso delle regole di convivenza sociali, mal sopportava gli atteggiamenti ossequiosi e ipocriti - Dimmi la verità, Nabulio - esordì di getto la madre mentre passeggiavano per le vie della città - C'è una donna di cui non mi hai parlato che ti ha fatto mutare così repentinamente?
Napoleone alzò il sopracciglio sorpreso e sorrise leggermente, il fiuto femminile non sbagliava proprio mai - Potete frenare la vostra gelosia con naturalezza, perché sono state solo storie brevi di cui non dovete assolutamente preoccuparvi, madre - le rispose con sincerità il ragazzo.
- Quindi un tocco femminile c'è stato e non mi hai detto nulla - esclamò Letizia scoppiando a ridere - Che furfante che sei!
- Madre, voi sarete sempre e solo la mia donna - le disse per tranquillizzarla, ridacchiando a sua volta. Non si era certo dimenticato del complicato momento passato dalla madre con la morte di Carlo e dalla quale sembrava esserne uscita più forte e tenace di prima, senza concedersi ad un altro uomo. Nonostante tutto era rimasta fedele e sincera con se stessa e con suo marito.
- Voi uomini non vi smentite proprio mai! Tutti così! Dite di lodarci, di amarci, giurate addirittura di non abbandonarci mai, ma poi appena incontrate una bella donna le piantate gli occhi addosso e la servite come se foste servi imbambolati, non curandovi più di quella che vi ha messo al mondo! - si lamentò istintivamente Letizia.
Il ragazzo rimase colpito dalle parole e dal tono con cui la sua adorata madre le aveva pronunciate. Il senso di colpa lo invase e si rifletté sul suo volto, lasciandolo sgomento e ammutolito per molto tempo. Quella donna alla quale aveva voluto più bene di se stesso, alla quale aveva giurato di non turbarla, di non affaticarla, gli mostrò, impetuosamente, tutta la sua sofferenza e tutta la sua solitudine.
Altro che promesse! Ma quali giuramenti! Come il padre l'aveva lasciata al suo destino. Con la necessità di una serenità futura, entrambi avevano pensato solamente a badare ai propri interessi, dimenticando o meglio, fingendo di non pensare che in un'isola quasi sconosciuta, selvaggia, perché così era vista agli occhi dei francesi, c'era una donna, una moglie, una madre che lottava con se stessa e i bambini per sopravvivere.
Letizia si pentì immediatamente di quel pensiero espresso ad alta voce non appena vide il volto scuro e teso del figlio, che stava combattendo per non crollare - Perdonami, Nabulio io non volevo... - iniziò a dire. Fu fermata, però, dall'occhiata veloce e terribile che le lanciò. Letizia ebbe paura.
- Madre, non aggiungete altro - disse Napoleone controllando i propri impulsi. Si mise il cappello per coprire la fronte dal sole cocente, ma soprattutto per nascondere la sua espressione terrificante, che aveva involontariamente rivolto alla madre, spaventandola - Quanto manca al campo di gelsi? - chiese poi cambiando discorso.
Tuttavia, la donna era ancora scossa da quello sguardo fulminante, non udendo la domanda che le aveva rivolto. In un solo brevissimo istante aveva percepito tutto il macigno che Napoleone portava sul cuore e si sentì male, però non crollò, né barcollò, ormai era abituata agli scossoni emotivi, agli imprevisti. Solo che l'impeto dirompente con cui quei sentimenti cupi ed oppressivi l'avevano invasa, la fece restare senza fiato, era la prima volta che provava un'emozione così totalizzante.
Il ragazzo, nel frattempo, continuava a passeggiare accanto a lei, in silenzio, contemplando la natura nel pieno dei suoi colori e profumi, nonostante l'estate fosse prossima alla fine. Il vento, che aveva smesso di soffiare, si alzò di nuovo, seppur lievemente, facendogli scivolare dolcemente i capelli sulle guance e sugli occhi coperti dall'ombra del bicorno.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...