22 settembre
Nei giorni successivi all'attacco vincente del capitano Buonaparte, Carteaux, attorniato da ufficiali sottoposti e aiutanti di campo, aveva cominciato a rimuginare su come dimostrare la superiorità della fanteria sull'artiglieria, affinché quest'ultima non prendesse il controllo totale, il sopravvento sulle operazioni.
Le parole di La Poype risuonavano nella testa, accompagnate dalle esclamazioni soddisfatte degli artiglieri riguardo il loro comandante. Più passavano le ore e i giorni e più il suo disprezzo, per non definire odio, nei confronti di quel ragazzino altezzoso, aumentava senza posa. Da quando lo aveva conosciuto nulla più sembrava andare come aveva voluto, a parte gli assedi di Avignone e Marsiglia, non aveva concluso nient'altro di soddisfacente. Temeva di perdere la sua carica di generale, la sua reputazione e doveva impedirlo a qualsiasi costo.
- Dobbiamo approfittare della situazione che si è creata grazie all'artiglieria, generale - ribadì uno dei suoi aiutanti di campo, Delaborde, notando per l'ennesima volta Carteaux lisciarsi i baffi, del tutto incapace di cogliere l'opportunità che si stava profilando all'orizzonte.
- Pensate anche voi che dovrei preparare un attacco? - domandò retoricamente Carteaux abbassando il possente braccio con il quale stava toccando i suoi baffi, si voltò verso di lui e lo guardò fisso. Era l'unico della squadra che era rimasto a sua disposizione, il resto aveva scelto di ritirarsi e analizzare la questione in solitaria. Intravide la preoccupazione del suo aiutante, lo poteva capire più di chiunque altro; dal giorno in cui quel corso aveva ottenuto l'inaspettato successo, aveva iniziato ad invadere gli spazi altrui, cercando di coinvolgere ogni settore dell'esercito, come se quella vittoria gli avesse conferito poteri più elevati del generale - Io non sopporto più quel ragazzino! - aggiunse tra i denti, rabbioso, stringendo le grosse dita fino a far diventare bianche le nocche - Ogni cosa di lui mi fa innervosire, dalla sua arroganza sfacciata alla sua espressione seriosa - sbatté il pugno - Quel figlio di un cane!
L'aiutante di campo, abituato alle sue sfuriate, non riuscì a trattenere un sospiro profondo, abbassò la testa, puntando l'occhio sulla carta geografica del meridione francese rovinata, che aveva poggiato sull'ampio tavolo. Cercava, accortamente, di far ragionare il suo superiore, tentando di non perdere la pazienza, seppur non condividesse totalmente la sua ostilità verso il comandante dell'artiglieria. Gli sembrava un ragazzo capace, desideroso di portare a termine con successo la missione di Tolone. A differenza di Carteaux, a cui importava solamente il suo ego smisurato e di evitare, ad ogni modo e inspiegabilmente, lo scontro decisivo.
- Sì, cittadino generale, pure io penso che sia arrivato quel momento - emise Delaborde deciso. Evitò di commentare il giudizio, volendosi concentrare soltanto sul proprio dovere. Aggrottò le sopracciglia e sbatté le mani sul tavolo, sporgendosi contro Carteaux - È il momento adatto, così dimostreremo la nostra alta reputazione - raddrizzò la schiena fino a poco prima ingobbita, fiducioso.
Nel frattempo Carteaux, poggiati i gomiti sul tavolo, coprendo le labbra sporche di formaggio con le enormi mani, lo aveva osservato per tutto il tempo, lasciando che parlasse. Comprese che i suoi uomini ardevano dalla voglia di scendere in campo, di indebolire notevolmente le forze degli alleati. Decise di accontentarli, perchè non aveva alcuna intenzione di accettare l'idea del giovane comandante corso: ossia conquistare i due forti e la baia attraverso i cannoni - D'accordo, organizzeremo un piccolo attacco, sperando di riuscirci nel minor tempo possibile - ammise infine Carteaux bramoso di voler mettere in luce la potenza dell'esercito - Andate a chiamare il resto del quartier generale, in modo che si possano stabilire le nostre mosse univocamente, non devono dimenticare che sono io il capo fino a prova contraria! - ordinò. Delaborde obbedì immediatamente, rincuorato e fiducioso.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...