'È l'una di notte. Mi portano una lettera. È triste, il mio animo ne è addolorato. Chauvet è morto. Era capo-commissario ordinatore dell'esercito. Tu l'hai visto qualche volta da Barras' Quella notizia aveva turbato non poco Bonaparte, perciò non appena ebbe fatto allontanare tutti, decise di riversare tutto ciò che quella notizia gli aveva provocato, in quel foglio di carta. Sarebbe diventato il custode di parte del suo cuore.Proprio quando sembrava che tutto stesse andando per il meglio, ecco che quell'equilibrio che stava cercando di creare con molta fatica era stato minato da un simile evento, doveva trovare qualcun altro che lo sostituisse, che fosse alla sua altezza. Ma come? E dove soprattutto? Era con l'acqua alla gola, l'esercito, se così poteva essere chiamato quell'accozzaglia di uomini, era ancora in uno stato pietoso, nonostante gli sforzi di Berthier, il quale stava dando tutto se stesso per obbedire e procurarsi il necessario in modo efficiente e rapido. Senza Chauvet sarebbe stato difficile anche per lui.
'Amica mia sento il bisogno di essere consolato. È solo scrivendone a te, a colei che il mio pensiero può tanto influire sulla situazione morale delle mie idee, che riesco a sfogare i miei affanni' quell'inquietudine che aveva provato a tenere a bada, anche per non demoralizzare l'esercito, il quale, lentamente, attraverso la sua guida e i suoi ordini, stava riacquistando fiducia nelle proprie forze, era riemersa in quelle ore. Avrebbe voluto avere Joséphine al suo fianco, poter piangere se riusciva, non sapeva che reazione avrebbe avuto con lei accanto, forse si sarebbe sentito meno oppresso nel cuore, nell'anima, affrontare il tutto con la sua solita grinta, la consueta energia.
'Che cos'è l'avvenire? Che cos'è il passato? Chi siamo noi? Quale fluido magico ci avvolge, celandoci le cose che maggiormente ci importa conoscere? Noi nasciamo, viviamo, moriamo in mezzo al meraviglioso' sollevò la testa nel mentre scriveva tali parole, per osservare il cielo stellato che si scorgeva tra la fessura dell'apertura di stoffa, che il leggero vento primaverile muoveva delicato, come se non volesse disturbare quel solitario momento di profonda meditazione e di elaborazione del lutto. Che fosse la natura stessa ad impedire all'umanità di comprendere ciò che bramano di discernere e poter svelare i segreti di cui era composto il mondo e l'uomo stesso? Oppure questo privilegio era riservato a pochi, non sapeva se denominarli eletti, fortunati; la felicità nella maggior parte dei casi derivava dall'incoscienza e dall'illusione, dal non sapere.
'V'e da stupirsi che preti, astrologi, ciarlatani abbiano approfittato di questa inclinazione, di questa singolare circostanza, per condurre a passeggio le nostre idee e orientarle secondo le loro intenzioni?' Si chiedeva dunque se questi fantomatici eletti, queste persone in grado di cogliere i segni e di saperli interpretare fossero davvero intenzionati ad usarli per migliorare il mondo, o anche in questo caso la bassezza umana prevaleva e, di conseguenza, condannava la maggioranza ignara alla rovina? Forse anche lui apparteneva alla 'casta' degli eletti, del destino magari? Aveva capacità di esercitare un'ascendente sulla gente, attraverso la parola, gli atteggiamenti, la attirava a sé, coinvolgendola e guidandola come un vero capo; possedeva quello che in ambito religioso, cristiano, veniva definito come Carisma, il dono della grazia elargito dalla divinità ad individui speciali.
Tuttavia Napoleone non voleva peccare di eccessiva presunzione, era consapevole delle sue qualità, capacità, però non voleva andare eccessivamente oltre, doveva ancora essere sicuro del suo posto, quella campagna era la prova definitiva, non era come Tolone, non era come Parigi, era molto di più e doveva capire se era davvero all'altezza del compito che il fato gli aveva affidato. Se dunque quel pensiero talmente elevato e ambizioso da tenere all'oscuro, al pari di un tesoro custodito, non lo aveva rivelato a nessuno infatti, che si era insinuato nella sua mente man mano che le sue abilità si perfezionavano, fosse la verità, la realtà oppure soltanto una sua fantasticheria, un'utopia se non addirittura follia.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...