Capitolo 103 - È meglio evitare l'esca che dibattersi nella trappola -

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Nizza, 1°marzo

Napoleone, dopo una lunga giornata di lavoro, quando oramai il sole era calato all'orizzonte, decise di prendersi una piccola pausa. Non poteva certo lamentarsi della posizione ottenuta a Nizza, il suo ruolo di comandante dell'artiglieria dell'Armée d'Italie era stato confermato definitamente da Parigi.

Per sua fortuna, avendo l'appoggio di Robespierre minore, oltre che di Barras, Saliceti, Fréron ed altri ancora, non aveva dovuto faticare troppo per ribadire la sua posizione e mettersi all'opera, come era stato in precedenza. Cullandosi leggermente sulla sedia, attendendo i suoi aiutanti di campo, che aveva mandato in perlustrazione, per tenere d'occhio la situazione, la sua mente lo riportò indietro. "Quando ritornai qui" ripensò il corso, risistemandosi seduto, poggiando i piedi sul tavolo di legno, e le braccia dietro la testa.

12 febbraio

Appena giunto in città aveva subito percepito che vi era parecchia agitazione, nervosismo, tra le fila dell'esercito, perfino tra i civili. Comprese che qualcosa di grave stava accadendo nelle vicinanze della cittadina. Sapeva, infatti, che lungo i confini tra Nazioni e Stati vi era sempre instabilità, essendo luoghi di frontiera, di scambio e il più delle volte di conflitti. Era evidente che stavolta c'era qualcosa di più, doveva indagare alla sua solita maniera discreta e disinteressata.

Almeno apparentemente: forse lì ci sarebbe stata l'occasione preziosa che stava aspettando con celata impazienza. Per questo, senza sprecare altro tempo prezioso, si era diretto al quartier generale, in cui venne a sapere che il generale du Teil aveva lasciato quell'armata per andare a combattere in Vandea, così come dell'arresto del fratello Jean Pierre, per presunti sospetti monarchici. Entrambe le notizie lo rattristarono profondamente, in quanto aveva grande stima nei loro confronti. Doveva molto ad ambedue, se non fosse stato per i loro insegnamenti, le loro teorie, non avrebbe mai acquisito le competenze necessarie per svolgere al meglio i suoi doveri di ufficiale d'artiglieria, sia ad Auxonne, sia a Tolone, dov'era stato mandato dopo che Jean, il minore dei due, aveva rifiutato l'incarico e, di conseguenza, lasciato il posto vacante.

21 marzo

Verso la fine del mese scorso aveva appreso dell'uccisione di uno dei suoi 'maestri' degli anni giovanili, pianse lacrime amare, giurando a sé stesso che non appena avesse avuto una posizione stabile e un'economia più florida avrebbe aiutato i loro discendenti. - Solo così potrò sdebitarmi con loro - aveva emesso un lungo sospiro, carico di tristezza e rammarico - Riposate in pace, generale du Teil, non m'importa se eravate colpevole o innocente, non sarei l'ufficiale che sono, senza di voi, non dimenticherò ciò che siete stato per me - era stata la sua preghiera sincera.

La Francia stava cominciando a divorare i suoi stessi figli, attraverso la Rivoluzione. Era solo l'inizio di una lunga serie di morti che il Terrore, tra sospetti veri e infondati, avrebbe inesorabilmente ingurgitato. Napoleone ne aveva compreso la gravità nascosta sotto la superficie splendente dei nobili e puri ideali rivoluzionari, pur essendo consapevole di esserci dentro anche lui. Specialmente nel momento in cui aveva ricevuto, da Augustin Robespierre in persona, un prestigioso invito presso la sua dimora, che mai avrebbe pensato di ottenere.

In effetti il Bonbon, ammaliato da questo giovane e promettente artigliere dal nome impronunciabile, che aveva vinto, quasi esclusivamente con le proprie forze, gli inglesi a Tolone, ne aveva ampiamente parlato con il fratello Maximilien, elogiandolo fin quasi all'inverosimile, in una pomposa e, in fondo, onesta lettera. Buonaparte sia per capire cosa volesse, avendo subodorato qualcosa velatamente, sia per curiosità e sia per evitare di inimicarselo improvvisamente rifiutandosi di presentarsi, si recò subitamente al luogo che il deputato gli aveva indicato.

- Siete giunto cittadino Bonnapate - esordì Augustin non appena lo aveva intravisto sopraggiungere, dalla finestra della sua stanza, assieme al suo destriero e i suoi aiutanti di campo, che lo seguivano come fossero la sua ombra - Vi stavo aspettando con ansia - gli riferì non appena il militare entrò, rimanendo in piedi, davanti la porta - Accomodatevi pure generale - lo invitò infine, con immensa gentilezza e adorazione.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora