Capitolo 21 - Maturità -

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Parigi, 22 novembre 1787

Quel giorno Napoleone giunse nella capitale per la questione della pépinière, e tornando dal quartiere Boulevard des Italiens, pullulante di case di gioco, ristoranti e negozi di bigiotteria, ebbe un incontro che lo colpì talmente tanto da riportarlo in forma scritta, non molto tempo dopo. 

Tra i viali del Palais Royal, cercando di placare il suo animo, scosso dai sentimenti che quasi lo invadevano, sopportava il gelo di quella notte, camminava senza sosta, una volta calmatosi, il freddo gli penetrò nelle ossa e, insofferente com'era a quella stagione, raggiunse i portici. Lì vide una donna, i suoi occhi si erano posati quasi come se sapessero che si trovava in quel luogo: il suo aspetto, l'ora e l'età, quasi coetanea, gli indicarono la sua condizione di prostituta.

La ragazza si accorse di quel giovane che lo stava fissando insistentemente, il suo sguardo era particolarmente intenso. Intuì il perché si trovasse in quel luogo e, atteggiandosi come da copione, lo attirò con la sua voce dolce, la debolezza del fisico e il pallore del viso che pareva aver notato; nonostante la luce fioca, vide il rossore tingere le guance di quello strano ragazzo.

Napoleone per vincere la timidezza, la riservatezza che si manifestava durante gli approcci femminili, era ancora un giovane inesperto di quel mondo, lo conobbe tramite le letture, tuttavia non ebbe mai l'occasione per un tale approccio, tentò di parlare, però, lesse in lei la vergogna per ciò che stava facendo, e tutta la sua vita di stenti e sacrifici, si sentì insozzato da un solo sguardo.

Mentre l'aveva raccolta da quel lugubre luogo, la conduceva, dopo averle messo la giacca sulle spalle scoperte, tra i giardini di Palais Royal e non riuscendo più a nascondere i suoi sentimenti le aveva chiesto - Non c'è un mestiere più adatto per una ragazza bella e di debole costituzione come voi?

- No, signore - rispose lei con grande tristezza nell'anima e nel cuore - Bisogna vivere in questo mondo che non regala nulla...

Napoleone rimase incantato da tanta dignità in una giovane donna che umiliava ogni giorno se stessa per poter sopravvivere, in parte sollevato dal fatto che gli parlava con sincerità e schiettezza. Le altre lo avevano lusingato solo con le parole, le quali poche volte corrispondevano all'opinione veritiera che avevano di lui.

- Da dove venite? - la interrogò nuovamente fissandola negli occhi.

- Da Nantes di Bretagna, signore - chiarì senza alcun indugio - La conoscete?

- Sì, almeno per sentito dire - ammise. Per essere una prostituta era incredibilmente timida e chiusa, probabilmente lo era da poco e non per sua volontà, come gli fece notare fin da subito. Il desiderio di conoscere il suo vissuto lo spinse a porgerle un'altra piuttosto scomoda, anche se scontata - Scusate se vi porgo questa questione ma come l'avete persa?

Stranamente al suo carattere risoluto, si sentiva imbarazzato nel domandarglielo. Il battito del cuore accelerò, gli occhi si spalancarono fino a mostrare con nitidezza i capillari. La ragazza abbassò la testa e sussurrò con voce tremolante - È stato un ufficiale come voi che me l'ha presa...

Napoleone percepì una rabbia molto profonda in quella frase - Siete arrabbiata? - emise spontaneamente, quella prostituta era un libro aperto, uno specchio, non era per nulla difficile leggere ciò che pensava o che provava.

- Oh sì! - urlò con un tono che lui non aveva notato prima - Ve l'assicuro! Adesso si è stabilito da mia sorella!

- Come siete arrivata a Parigi? - proseguì nell'interrogatorio Napoleone, non dandole nemmeno il tempo di finire la risposta precedente.

La ragazza non si mostrò infastidita dalla curiosità di quello strano militare, per cui fece un profondo respiro e quando tornò calma iniziò a raccontare la sua travagliata vicenda - L'ufficiale che odio con tutta me stessa mi ha lasciato - si fermò, trattenendo il suo livore, poi riprese - Poi è venuto un altro, si è precipitato a casa mia, mi ha portato qui dopo aver abusato di me e mi ha lasciato. Gli succedette un altro ancora con cui ho vissuto per tre anni. Anche se era francese, la sua attività situata nella vivace Londra lo ha chiamato e adesso non è più qui - Rimase in silenzio per un istante e aggiunse con sguardo ed espressione maliziosa - Ora venite pure a casa mia...

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora