Capitolo 16 - Riunione di famiglia -

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Giunto davanti la Casa dei Mulini, Napoleone sentì una forte emozione, un misto tra nostalgia e malinconica farsi strada nel suo animo. Con il cuore in gola, evitando di liberare il turbine di sentimenti che lo invadevano, si fece forza, per restare il più impassibile possibile, dimostrando di essere diventato un uomo d'armi. Bussò energicamente. Subito udì una voce familiare urlare - Luigi, vai ad aprire

- Sì mamma - proferì ubbidiente un'altra voce ancora acerba. Quando il bambino aprì si trovò un giovane ufficiale con le braccia dietro la schiena che gli sorrideva in controluce.

- Mamma - disse Luigi - È un ufficiale...

- Un ufficiale? - chiese lei quasi stupita - Ma cosa?... Spero che non sia venuto qui per altri investimenti di Carlo che dobbiamo... - non riuscì a terminare la frase quando incrociò gli occhi grigi di quel ragazzo che era già entrato, ritto, tenendo sottobraccio il bicorno. Quegli occhi... li aveva già visti da qualche parte, le erano familiari e quando si accorse di chi aveva di fronte, gli si avvicinò commossa - Nabulio, figlio mio... - sussurrò dolcemente, stringendo con amore le mani agguantate, lunghe e affusolate del suo amato figlio - Come sei cresciuto dall'ultima volta che ci siamo visti al collegio, sembri un altro...

Lo osservava dalla testa ai piedi e notò che la divisa che indossava era leggermente più larga del suo fisico minuto, infatti, era incredibilmente magro, i tratti del viso scavati e spigolosi. Era diventato un bellissimo ragazzo, da bambino lo era stato senz'altro, la madre aveva sempre notato la sua somiglianza con lei, tuttavia non si aspettava un mutamento così radicale e così... spiazzante. Inoltre doveva leggermente alzare la testa per parlargli poiché era di mezza spanna più di lei e il suo aspetto macilento lo rendeva ancora più alto. I capelli lunghi fino alle spalle erano arruffati e mossi, nonostante le estremità fossero legate, formando una coda che scendeva lungo la schiena, come era abbastanza diffuso in quei tempi tra i giovani. Aveva già diciassette anni.

- Voi invece siete sempre splendida e giovanile madre, vi vedo in forma nonostante i dolori e le difficoltà - emise il figlio notando la madre con ancora indosso il lutto.

Letizia rimase colpita anche dalla voce, diversissima da come se l'aspettava: calda, piacevole, con una piccola sfumatura di asprezza e durezza, che risaltava la complessità del figlio.

- Chi è questo signore mamma? - s'intromise Luigi lievemente spaventato. Perché sua madre aveva preso confidenza con quel ragazzo sconosciuto?

- Tu devi essere il piccolo Luigi, non è così? - domandò Napoleone piegato sulle gambe, arruffandogli i capelli - Forse non ti ricordi di me, ma io sono tuo fratello Napoleone, che vive e studia da tanto tempo in Francia - informò con gli occhi fissi su di lui che erano persi in ricordi lontani - La mamma ti avrà parlato di me e ti ha sicuramente detto che quando eri un bel fagotto, mi ero preso cura di te come un padre

Luigi, che aveva compiuto da pochissimi giorni gli otto anni, fece un piccolo cenno con la testa, ricordava che sua madre gli parlava sempre di un fratello lontano, dal nome strano che gli scriveva e che chiedeva di loro - Sì la mamma ripeteva sempre il tuo nome ogni volta che arrivava una lettera...- confermò il fratellino.

- Sei proprio un ometto! - esclamò Napoleone sorridendo leggermente. Si rialzò con cautela e fissò la madre che stava facendo lo stesso con lui.

- Giuseppe e Luciano? - chiese nuovamente - Sono ancora all'estero?

- Sì - annuì Letizia - Come ti ho accennato nella lettera, Giuseppe, dopo aver studiato in Francia sta ancora frequentando l'Università a Pisa, ha voluto seguire la strada di Carlo - poi aggiunse - Mentre Luciano è a studiare in Francia da poco tempo, chissà un giorno potresti andare a trovarlo, se ne avrai la possibilità e il tempo...

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora