25 maggio
Il generale Buonaparte era giunto da poche ore nella capitale della Repubblica Francese e si stava dirigendo in tutta fretta verso il ministero della guerra. La fine del Terrore giacobino aveva portato una boccata d'aria fresca e nuova tra le strade di Parigi, Napoleone lo aveva percepito distintamente, era così palpabile, si respirava a pieni polmoni. Lo stesso poteva dire il suo seguito, che gli stava dietro come un'ombra, a cui si era aggiunto il fratello Luigi, che aveva oramai sedici anni e per il quale sperava di trovare un posto alla scuola di artiglieria di Châlons-sur-Marne.
All'appello mancava invece Marmont, che era stato chiamato presso l'armata del Reno e della Mosella, anche se aveva tentennato un po' nel riferirlo al suo generale, in carrozza. Aveva temuto che potesse infuriarsi per la sua decisione di raggiungere l'armata - Ecco, generale, dopo aver ricevuto la lettera ho pensato di volermi unire all'armata guidata del generale Pichegru ubicata lungo il fiume omonimo, volevo ottenere il permesso di poter andare - gli aveva riferito, durante una delle soste, mentre percorrevano la strada per raggiungere Parigi.
- Ma come Marmont? Non vi basta essere suo aiutante? - aveva esordito gridando Junot, un po' risentito per il suo comportamento. Non trovava affatto giusto abbandonare momentaneamente il comandante, per mettersi sotto l'ala di un altro, di cui si fidava poco. Inoltre si era affezionato a quel collega di origine aristocratica, con cui aveva condiviso mesi incredibili, gli dispiaceva doversene separare.
- Junot ciò che dite è vero, ma Marmont ha la sua volontà, i suoi desideri - si era intromesso Muiron, cercando di placare l'animo del suo burrascoso amico e collega - E poi perché rifiutare un'occasione così preziosa?
- Generale...non dite nulla? - aveva riferito poi Junot al suo generale, che aveva ascoltato attentamente la loro conversazione in silenzio, a braccia conserte, senza mutare espressione. Solo quando gli aveva rivolto quella domanda, posò lo sguardo su ognuno di loro, in particolare sul fratello, che aveva scelto di non intromettersi nel discorso, aveva troppi pensieri per la testa. Con quegli occhi chiari, rapaci e inesorabili, a cui nulla sfuggiva - Pichegru avete detto? - aveva chiesto a sua volta.
- Sì generale, immagino che conosciate le sue indubbie qualità - aveva affermato entusiasta Marmont, desideroso di mostrare il suo talento in un fronte non proprio facile e tranquillo. Non era riuscito a trattenere la sua voglia di mettersi alla prova in un campo completamente diverso e con uomini dalla preparazione differente.
A Napoleone era scappato un leggero sorriso - Ho avuto modo di conoscerlo di persona molti anni fa - aveva riferito con noncuranza - Se padroneggio le materie matematiche così bene è, in gran parte, per merito suo, fu un ottimo insegnante che mi diede solide basi - sospirò profondamente. Quel Pichegru lo aveva riportato ai tempi dell'accademia di Brienne, all'odore inconfondibile che aveva l'aula di matematica la mattina presto, al profondo silenzio che aleggiava lungo i banchi vuoti, all'alba.
Per tanti anni aveva associato Brienne a terribili ricordi, ai suoi compagni che lo avevano sempre sbeffeggiato, deriso e dal quale aveva cercato di stare il più lontano possibile, tranne nei momenti in cui aveva perso il controllo e si era lasciato andare, abbracciando il conforto agrodolce e malinconico della solitudine. Al contrario, quel nome gli aveva fatto rimembrare anche la parte migliore e piacevole di quell'accademia, che credeva di aver sepolto nel suo animo indurito.
Aveva dato i meriti scolastici ad uno dei suoi primi maestri, ma sapeva che se non avesse mai mostrato le sue incredibili capacità logico-matematiche, difficilmente avrebbe avuto l'onore di incontrarlo e usufruire delle lezioni private che offriva agli studenti capaci - Ha un talento fuori dal comune - gli era capitato di origliare una volta, da ragazzino, quando Pichegru stava correggendo uno dei suoi compiti - Per l'età che ha è straordinario, persino io ci ho messo degli anni ad apprendere tali concetti ed eseguirli alla perfezione, per lui è talmente naturale da parere innato, sono convinto che diventerà un grande ufficiale!
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Ficción históricaNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...