Capitolo 169 - Chi aspira a grandi cose deve anche soffrire grandemente -

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Parigi, 10 ottobre

La situazione militare impensieriva non poco il Direttorio; si stava evolvendo in maniera diametralmente opposta a quanto previsto. E ciò non faceva altro che alimentare enormemente il malcontento popolare - Ma non è questo ciò che vi preoccupa, cittadino Barras - emise il suo collega Lazare Carnot, poco distante, vedendolo insolitamente taciturno.

- Ormai mi conoscete bene, cittadino Carnot, per cui potete immaginare quale sia la mia fonte principale di preoccupazione - rispose il collega, sospirando pesantemente.

- O meglio quale persona sia! - precisò l'altro. Barras si voltò di scatto, cercando di cogliere l'espressione del collega, il quale si mostrava sempre allo stesso modo, controllato e serio - È inutile negarlo, anche perché è sulla bocca di tutti!

- Se avessi saputo che sarebbe finita così, avrei fatto di tutto per tenerlo qui a Parigi - tremò Barras, sempre più spaventato. Come aveva fatto a non notare la grandezza dell'ambizione di quel giovane uomo? - Ho evitato che andasse presso gli Ottomani per poi spedirlo in Italia e lasciargli fare tutto quello che vuole! Dannazione!

- E sta conseguendo dei risultati incredibili - emise il rugoso ed imperturbabile direttore Carnot - Ed è merito della sua elevata capacità matematica, data la sua formazione da artigliere...

A quell'affermazione Barras non poté non sorridere amaramente, si era convinto che dandogli un'armata, sarebbe stato molto più semplice tenere d'occhio quel ragazzino all'apparenza poco esperto. "È solo un giovane e provinciale generale di artiglieria" aveva pensato quando aveva deciso di accontentare la richiesta, a suo parere folle, di scendere in Italia - Con quel branco di morti di fame, per giunta... - cercò di mascherare la paura che si stava facendo strada nel suo animo.

- Ha trovato il modo per stimolare quegli uomini, notevole per un sbarbatello della sua età - Carnot non poteva non provare ammirazione per quanto stava facendo Bonaparte, nonostante cominciasse a temerlo, anche lui, sul serio. "Può diventare una spina nel fianco, se dovesse davvero sfuggirci, sono stato poco prudente". Era perfettamente consapevole di cos'era accaduto nella storia, quando un singolo militare aveva accumulato un grande potere sull'esercito e aveva acquisito un'enorme influenza sulle folle.

- Per dimostrare i suoi nuovi risultati a breve arriverà un suo aiutante a portare le bandiere nemiche catturate - gli ricordò Barras, massaggiandosi il doppio mento - Tra poco non sapremo più dove metterle! - aggiunse ironico, gran parte degli stendardi nemici che erano esposti al Louvre, provenivano dall'Italia.

- Vuole ingraziare persino noi - disse Carnot, sedendosi posato, voleva dare l'idea di essere tranquillo e controllato - Ma non possiamo dargli il numero delle truppe richieste, la maggior parte dei soldati sono indispensabili all'Armata del Reno, ne ha bisogno più che mai - stava deliberatamente ignorando le informazioni fornite da Bonaparte, circa stanchezza degli uomini dell'Armata d'Italia, oltre alle malattie, dovute al freddo, alla pioggia, che stavano colpendo i suoi soldati.

- Si dovrà arrangiare, come ha sempre fatto - completò con evidente malignità Barras. Avevano ancora abbastanza potere e, per quanto popolare, il corso non disponeva ancora della forza necessaria per metterli definitivamente all'angolo. Sperava che tale situazione potesse continuare per molto tempo, in modo da permettere all'esercito migliore e obbediente di ristabilirsi "E di conseguenza conservare la poltrona, anche a costo di abbandonare al loro destino gli altri quattro direttori". Rassicurato, Paul Barras ordinò ad un servo di far preparare dell'ottimo tè.

Milano

Napoleone si stava rilassando tra le braccia della sua adorata moglie, che lo teneva sulle ginocchia, come fosse un bambino che voleva essere coccolato, o per meglio dire viziato, dalla madre. Nei primi tempi, quando si stavano frequentando, Joséphine aveva trovato bizzarro un simile atteggiamento, specialmente da parte dello spietato e freddo generale Vendemmiaio, il quale, secondo molte voci, era del tutto incapace di piegarsi ai sentimenti, pur di raggiungere il proprio obiettivo.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora