4 agosto
La mattina di quel nuovo giorno fu un vero inferno per Napoleone, la febbre malarica contratta non era particolarmente grave, nonostante ciò soffrì moltissimo tra le lenzuola, che malediva tra un lamento e un'imprecazione.
Pierre Simon e Marguerite si apprestavano a curarlo con ogni sorta di impacco ed estratto, in particolare la china, così come aveva detto loro il medico. Si sforzavano di restare svegli per di non perderlo di vista, probabilmente il ragazzo ne avrebbe approfittato per riprendere a lavorare o anche solo per non sentirsi soffocato, in quelle condizioni.
Tuttavia capitava, nei momenti di delirio, dovuti alla febbre molto alta, durante i quali si addormentava profondamente, di sentirgli farfugliare delle frasi o delle parole in una lingua straniera, apparentemente sconnesse - Non posso...non posso...morire...mia madre...i miei fratelli...hanno bisogno...di...di me - si agitava tra le coperte, sudato, inquieto.
- Starà avendo sicuramente degli incubi - ipotizzò la donna, mentre gli asciugava la fronte gronda di sudore.
- Credo abbiate ragione - replicò Bouchet osservando il ragazzo che si dimenava terrorizzato da un qualcosa che non avrebbe mai potuto conoscere o capire. "Ognuno ha i propri demoni interiori contro cui lotta per non soccombere" aggiunse tra sé, constatando quanto quel ragazzo fosse complicato e, a volte, impenetrabile.
Aveva subìto il suo indiscutibile fascino, sia esteriore, sia interiore, anzi, ciò che Buonaparte celava nella sua anima non era un mondo, era addirittura un universo irraggiungibile. Un ragazzo che già a quell'età era in grado di parlare in tal modo sicuramente non era comune. "Pur essendo un militare, discute come se fosse un letterato, un filosofo, un esemplare più unico che raro, al giorno d'oggi è davvero difficile trovare uomini d'armi così sensibili alla realtà" continuava a fissare Napoleone e pensava che in nessun modo avrebbe permesso al destino di prendersi quel giovane uomo, né di renderlo malfermo. "Deve ancora manifestare le sue doti alla storia".
Intanto Napoleone era quasi oppresso dagli incubi che si susseguivano e non gli permettavano di riposare decentemente, riprendendo le forze. Sul suo viso si potevano scorgere i segni della battaglia ingaggiata, il volto era più scavato del solito, di un pallido cadaverico e delle occhiaie evidenti circondavano gli occhi incavati.
Improvvisamente si ridestò, ma non appena tentò di muoversi venne devastato dai dolori muscolari, che aumentavano il malessere che provava per quella situazione di assoluta immobilità. Al lamento della noia subentrava quello del dolore fisico - Non ne posso più di tutto questo! - sbottò nervoso, allontanando la donna, si mise seduto, vincendo le scariche che attraversavano il corpo e gli facevano emettere dei gridolini. Si leggeva in faccia il suo evidente disagio, mise la testa tra le mani - Dovrei...dovrei essere su un campo di battaglia...in mezzo...a-alle batterie...invece sto qui...a non fare nulla... - balbettava, poi li guardò. I due ricambiavano il suo sguardo, preoccupati.
Quasi affetto da un senso di colpa a causa del trattamento riservato alla povera donna, che non si era risparmiata niente per rimetterlo in sesto, aggiunse, chiudendo gli occhi - Ovviamente non ce l'ho con voi, al contrario, vi sono grato per quanto state facendo nei miei riguardi, mi avete accolto e ora mi state persino curando, voi estranei e per me ancora stranieri... - si fermò, per un istante era subentrato il ricordo della sua isola e dei suoi ex conterranei, i quali avevano trattato lui e la sua famiglia peggio dei banditi o dei criminali. Riprese - Perdonate i miei 'capricci', se così possiamo chiamarli...un giorno vi ripaghero, è una promessa...
Pierre Simon scosse il capo e gli rivelò ridacchiando, per rassicurarlo - Non serve a nulla, lo stiamo facendo con piacere, quanto ai capricci, be' un malato ha tutto il diritto di lamentarsi
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...