Capitolo 142 - Niente si ottiene in guerra se non per mezzo di precisi calcoli -

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6 maggio

- Comandante! - gridarono alcune sentinelle, tornate dalla perlustrazione delle zone circostanti, come Bonaparte aveva ordinato loro - Comandante

In quegli ultimi giorni il generale corso non aveva fatto altro che consultare e studiare, in maniera oculata, le carte geografiche e le mappe. Intuendo la portata della notizia che stavano per riferirgli, li fece entrare - Avanti su, ditemi pure - si mise ritto e li scrutò intensamente.

- Sì... comandante... - emise una di quella, dopo un inchino fugace e messasi in posizione - Alcune spie ed informatori ci hanno riferito che il generale Beaulieu si sia ritirato lungo la confluenza del Po e del Ticino e che abbia coperto Pavia e Milano con le proprie linee di comunicazione

Gli occhi di Napoleone lampeggiarono in maniera quasi sinistra e inquietante - Perfetto, era esattamente ciò che aspettavo, che volevo da lui - corse verso la cartina, distesa sulla scrivania e posizionò dei segnali sulla zona di Valenza, stando alle descrizioni fornite era proprio lì che il nemico aveva deciso di collocarsi, per proteggere l'austriaca Milano - È caduto nella trappola - poi si fece serio - Ed era ciò che desideravo, ma ora inizia anche la parte più difficile, voi congedatevi pure - fece loro segno di uscire fuori "La parte più impegnativa della Campagna comincia ora, con i Piemontesi abbiamo soltanto avuto un assaggio..."

Era stato fortunato nell'essere riuscito a fornire, ai suoi uomini, i mezzi che servivano per il proseguimento della Campagna d'Italia, nonostante non fossero del tutto soddisfacenti. La sua tattica di dividere le due forze nemiche, per affrontarli e sconfiggerli separatamente era stata vincente. Tuttavia sapeva che gli austriaci erano comunque superiori in forza, numero e rifornimenti "Continuare con questo tipo di battaglia, basata sulla velocità e sull'effetto sorpresa è l'unico modo che si può adoperare per abbatterli".

Aveva trascorso quasi una settimana su quelle carte, probabilmente alcuni dei suoi sottoposti lo aveva considerato un pazzo, un visionario, però era il suo metodo, più volte lo aveva ribadito ai suoi, quando riferiva dei probabili movimenti che il nemico avrebbe condotto - Ogni operazione deve essere fatta secondo un sistema perché il caso non fa riuscire nulla - ribadiva. La sua vasta conoscenza e la mente matematica gli erano di grande aiuto in situazioni del genere; senza dimenticare la formazione da artigliere.

Il rischio era grosso, ma Napoleone non poteva fare a meno di voler superare i limiti, di stupire tutti quanti, con la sua folle avanzata e giungere, laddove nessuno avrebbe mai immaginato potesse arrivare un semisconosciuto generale di provincia: Milano; sottrarre e avere in pugno, quindi, una delle città più importanti dell'impero asburgico. Inoltre sarebbe stata l'occasione per conoscere meglio se stesso e le proprie capacità fino in fondo, capire sin dove potesse spingersi e cosa il destino volesse da lui.

Strinse i sottili pugni, ingoiò la saliva; era deciso su come sarebbero state dislocate le truppe: l'avanguardia, composta da 3600 granatieri e 2500 cavalleggeri, quest'ultimi comandati dal generale di origine irlandese Charles de Kilmaine, sostituendo Steingel, sarebbero stati agli ordini di Dallemagne - Il colonnello Lannes - emise Napoleone. Sorrise leggermente nel ricordare la sua energia quasi feroce; emergeva prepotente il suo desiderio di battersi e sconfiggere il nemico. Pareva che niente e nessuno lo spaventasse o lo preoccupasse - E i suoi reparti saranno i primi ad attraversare il fiume, sono convinto che non fallirà ricordando quanto ha fatto a Dego con la sua carica e le sue baionette

- Non vedeva l'ora di mettersi in azione - replicò divertito Berthier, si trattenne dall'aggiungere altro, quel carattere burrascoso e battagliero lo conosceva benissimo "Per fortuna il comandante sa come farlo muovere, ha compreso al volo le sue qualità"

- Questo è l'atteggiamento giusto che esigo dagli ufficiali della Repubblica - emise Bonaparte, mise la braccia dietro la schiena e uno per uno indicò le loro posizioni e i loro movimenti - Riprendiamo... allora... i generali Laharpe e Augereau si muoveranno subito dopo il passaggio di Dallemagne - poi il giovane avanzò verso il Capo di Stato Maggiore, controllando che stesse scrivendo tutto, per fortuna la sua calligrafia era pulita, lineare, perfetta - Mentre Sérurier e Masséna resteranno nelle vicinanze, tra Alessandria e Valenza, in modo da ingannare Beaulieu e fargli credere che il passaggio del fiume si svolgerà in quelle parti

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora