Auxonne, 22 luglio
'Ti scrivo questa lettera fra il rumore di tamburi, armi, sangue' iniziava la lettera che Napoleone stava scrivendo al fratello Giuseppe, tornato ad Ajaccio, dopo essersi laureato in diritto il 24 aprile dell'anno precedente.
Dopo l'assalto alla fortezza-prigione, la Bastiglia, i tumulti non erano affatto diminuiti, anzi si erano moltiplicati a vista d'occhio. Qualche giorno prima, il giovane corso aveva dovuto arrestare 33 persone per insurrezione e furto. Trascorse un'ora intera ad esortare i rivoltosi a desistere, riuscendo nell'impresa, anche se misero a dura prova la sua pazienza, che non poche volte fu sul punto di cedere.
Il generale du Teil gli chiese, poco dopo la riuscita della missione, delle opinioni riguardo gli eventi in corso e si sentì fiero di quella domanda, perché quell'uomo riusciva sempre a farlo sentire a suo agio, accettava le sue opinioni senza criticarle, nonostante tutto però restava in guardia, era pur sempre un francese.
Gli rispose che anche se il suo dovere era di eseguire gli ordini che provenivano dai superiori, accoglieva la rivoluzione, seppur diffidasse e temesse della forza delle folle, che non erano in grado di mantenere l'ordine. Credeva nel governo, che per il momento era nelle mani dell'Assemblée Nationale, gestita da Bailly, eletto sindaco della città di Parigi, due giorni dopo l'assalto alla fortezza, prima dalla stessa Assemblée e poi, una volta che quest'ultima fu riconosciuta e legittimata, dal sovrano in persona, il 17 luglio. Credeva nella Guardia Nazionale capeggiata dal marchese di La Fayette, un uomo che, secondo il suo parere, aveva davvero la stoffa per gestire un esercito di scalmanati, privi di ogni senso dell'onore e della disciplina, spinti a combattere solamente dal patriottismo e dalla voglia di riscatto.
La popolazione francese era comunque stata ferita nei suoi interessi più cari. La nobiltà e il clero la umiliavano con il loro orgoglio e i loro privilegi. Il popolo soffrì a lungo sotto questo peso, ma alla fine volle scuotersi di dosso il giogo, e scoppiò la rivoluzione. Si sentiva il bisogno di rinnovare la società, rimasta gravemente indietro rispetto agli altri paesi d'Europa, con le idee di Rousseau e di Voltaire. La monarchia aveva perso lo smalto e la forza dei tempi del Re Sole, per questo necessitava di un profondo rinnovamento a lungo rimandato.
Non gli negò neanche della sua adesione all'anticlericalismo e qui rimase sorpreso, lo stupore era stampato sul suo viso, quasi scoppiò a ridere per la sfrontatezza mostrata dal corso. Concluse che il caos sarebbe finito nel giro di un mese o poco più in quanto l'Assemblèe Nationale Constituent stava raggiungendo dei risultati eccellenti.
'Ti ripeto quello che ti ho detto, tornerà la calma. Tra un mese non ci sarà più problema di sorta. Quindi se mi mandi 7500 franchi andrò a Parigi a concludere una volta per tutte il nostro affare' scrisse poi dopo la sua lunga riflessione. La questione più seria restava, per Napoleone, la pépinière: mancavano pochissime rate da pagare per chiudere il contratto. Aveva chiesto supporto anche al generale du Teil, il quale accettò di sostenerlo, proponendogli di riunire tutti i restanti pagamenti in un unico acconto e dopo averci riflettuto il corso aveva pensato che fosse la cosa più giusta da fare.
Non doveva preoccuparsi per lui anche se regnava la confusione, se la cavava e appena avrebbe avuto un'opportunità avrebbe chiesto un lungo congedo per controllare la situazione ad Ajaccio, avendo così modo di rivedere il fratello maggiore dopo tanti anni. La rilesse per l'ennesima volta, la piegò e la sigillò con la ceralacca.
"Spero solo che li mandi il più presto possibile, così potrò congedarmi, non temo per me, ma per la famiglia, quanti nemici saranno nati intorno a loro!" si disse osservando il manoscritto sulla Storia della Corsica che aveva ripreso a scrivere. La Rivoluzione, il suo senso di libertà, il suo patriottismo gli avevano risvegliato quel fortissimo legame con la sua terra, con il suo sangue allontanatosi dalla sua mente, occupata dal dovere.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Fiksi SejarahNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...