9 novembre
Due giorni prima il generale Bonaparte aveva riposizionato nuovamente il quartier generale a Verona, che aveva momentaneamente lasciato per sostare brevemente a Vicenza e nei dintorni. Era tornato nella città veneta più stremato di quando l'aveva lasciata: la strenua lotta ingaggiata con il nuovo comandante austriaco, si era rivelata più ostica di quanto avesse previsto e immaginato.
Per la prima volta, da quando era al comando dell'Armata d'Italia, aveva subìto una sconfitta parziale in battaglia. Non fu campale, per sua fortuna, ma lo aveva destabilizzato, pur non completamente. Sentì l'impellente bisogno di scrivere alla sua amata, anche solo qualche riga; sperava, in questo modo, di ritrovare un po' di conforto e di riacquistare quella grinta, che gli era necessaria per riprendere la Campagna e ribaltare la situazione.
Perciò, sistemata la scrivania, prese la penna, la intinse nel calamaio e cominciò a scrivere sul foglio le consuete formalità, per poi procedere 'Sono giunto a Verona dall'altro ieri, mia buona amica' quel termine già gli procurò il sollievo che cercava, era consapevole che, con ogni probabilità, fosse più un'autoconvinzione che reale effetto positivo. Sul momento sembrava non importargli.
'Quantunque affaticato, sto bene, e sono affaccendatissimo, e ti amo sempre alla follia'. Le ultime giornate erano state un vero incubo per il giovane corso, aveva sentito il peso delle responsabilità diventare quasi insopportabile. Eppure non era disposto ad arrendersi, a lasciar perdere; non voleva più subire gli eventi, voleva essere un protagonista della storia.
'Monto a cavallo. Mille volte ti abbraccio' e terminò con la consueta firma. Dopodiché emise un profondo respiro, chiuse gli occhi e si lasciò sprofondare sulla sedia. Voleva concedersi un po' di tempo, prima di farla spedire e riprendere la campagna. E il flusso di pensieri lo travolse, riguardo gli ultimi giorni, il 6 novembre aveva dovuto ritirarsi da Bassano, concedendo vantaggio agli austriaci.
- Ho subìto molte perdite, sui 3000 soldati - solo immaginare quella cifra lo fece rabbrividire, forse, in cuor suo, non era ancora abituato a quella carneficina? - Ed ora ho circa 19 500 uomini, sarà un'impresa disperata contro più di 28 000 - si coprì il volto, anche se era solo, aveva preso l'abitudine di mascherare le proprie emozioni.
- Quei maledetti politicanti del Direttorio! Se solo avessi ricevuto più uomini, Augereau, Masséna e gli altri generali di divisione avrebbero avuto le forze necessarie per respingere efficacemente il nemico! - la frustrazione e la rabbia non gli avevano fatto perdere la lucidità, questa volta. Anche perché non si era ripreso del tutto dalle sfuriate dell'8 novembre, in seguito alla ritirata e alla conferma della terribile disfatta del corpo di Vaubois.
Fu particolarmente duro e severo con quei soldati: arrivò nei pressi del loro accampamento, a Trento, verso l'una di notte, al pari di una tempesta. Aveva fatto svegliare tutti i presenti e fatti uscire. Nonostante la flebile luce delle torce, tutti notarono lo sdegno e la furia sul suo volto e tremarono di paura - Non sono contento di voi! - aveva tuonato Bonaparte, a braccia conserte - Vi siete fatti prendere dal panico, voi non siete soldati francesi! - il tono di voce si era alzato ad ogni frase.
Nessuno aveva osato fiatare e muoversi, erano come pietrificati, percependo l'enorme delusione provenire da quelle parole aspre, senza tentare di giustificarsi o anche solo di parlare. Il loro comandante aveva avuto fiducia in loro e lo avevano ferito con il loro comportamento. Quando la paura prendeva possesso dell'animo umano, era in grado di annebbiare la ragione e far compiere azioni deleterie. Li aveva scrutati uno per uno e per ognuno aveva solo rimproveri, in pochi avevano retto quello sguardo glaciale e infuocato.
Non pago di quella reazione, Bonaparte aveva deciso di rincarare la dose, con un rimprovero che era piombato al pari di un tuono, presso quegli uomini - Soldati della 39a e dell'85a di fanteria, non siete più adatti a far parte dell'esercito francese - il tono era secco, battente, un tamburo non sarebbe riuscito a gestire quel flusso di parole, cariche di amarezza - Non avete dimostrato né disciplina né coraggio; avete permesso al nemico di sloggiarvi da una posizione, dove un manipolo di uomini coraggiosi poteva fermare un esercito - Dopodiché indicò il generale Berthier, al suo fianco, che stava scrivendo - Il capo di stato maggiore farà scrivere sulle vostre bandiere: "Questi uomini non appartengono più all'Armata d'Italia".
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...
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