Capitolo 1 (terza parte)

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«Hai visto Riccardo?» Jasmine, una delle mie colleghe all'Osteria felice, si sta annodando il grembiule dietro la schiena

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«Hai visto Riccardo?» Jasmine, una delle mie colleghe all'Osteria felice, si sta annodando il grembiule dietro la schiena.

Ci stiamo preparando nel nostro sgabuzzino, dove zaini, borse e le giacche di tutti i camerieri e i cuochi sono ammassati alla bell'e meglio su un paio di tavolini. Lei si sistema lo chignon con delle forcine, mentre io lascio i capelli ondeggiare nella solita coda alta.

«Stava parlando con un suo amico» le rispondo. Ho adocchiato il nostro capo quando sono entrata, prima di percorrere tutto il salone principale e venire qui per cambiarmi. «O un suo collega. Se due che possiedono dei ristoranti si conoscono, si possono definire colleghi?»

«Suppongo di sì. Volevo chiedergli il giorno libero sabato... è il compleanno di mia madre.»

«Te lo darà» la rassicuro. Riccardo ci viene sempre incontro per qualsiasi esigenza. Ormai, dopo aver lavorato qui per tre estati di fila, posso dire di conoscerlo bene. Ha accolto con piacere la mia richiesta di rimanere anche dopo la fine dell'estate, quando in passato iniziava scuola e dovevo tornare alla mia routine.

Quest'anno niente scuola, niente routine, niente sveglia presto e niente più di ciò che ha accompagnato la mia vita.

Il proprietario dell'Osteria è a un tavolo in disparte, insieme a un uomo calvo che vedo di spalle e che indossa una giacca scura. Intercetta il mio sguardo e mi fa cenno di portare un rosso con due bicchieri.

Così vado al frigorifero, prendo una bottiglia di vino con un cavatappi e afferro un paio di calici tra quelli impilati.

Li porto al tavolo, così posso vedere il collega/amico con cui sta parlando. Ha gli occhi porcini, un naso piccolo e che sembra incastrato nel viso tondo. Nell'insieme ha l'aria di una persona rassicurante, anche se è vestito troppo elegante rispetto alla solita clientela, con quel fazzoletto nel taschino che risulta fuori luogo paragonato al ragazzo con i piercing che si è seduto poco distante con la ragazza e il loro mastino.

«... capisci, è un bel problema» sta dicendo. «Devo rimpiazzare quel pianista che appena ha visto un mucchio di soldi in più ha abbandonato il posto stabile da noi.»

Eseguo i soliti movimenti per aprire la bottiglia e versare il vino, con le orecchie tese. Sta cercando un pianista?

Potrei propormi, anche se non sono brava quanto vorrei. Ma ho sentito bene, ha detto "posto stabile"?

«Io suono il pianoforte.»

Il cuore mi fa un gigantesco salto nel petto e neanche mi rendo conto di aver parlato, finché i visi dei due uomini non sono rivolti verso di me.

«Dicevi, Lavinia?» mi chiede Riccardo. Sa che diventare una pianista è il mio sogno, una volta il discorso è uscito fuori, ma pensavo che se ne fosse dimenticato.

«Vorresti suonare all'Oasi del Palato?» ricapitola l'uomo. «Dovrai essere brava per superare la prova. Chi fa le selezioni è esigente. Abbiamo uno standard altissimo, per questo non è facile trovare persone adatte.»

Le guance mi vanno a fuoco, vorrei rimangiarmi le mie parole e sparire dal mondo.

Abbasso la testa e riempio il secondo bicchiere, in silenzio. Cosa mi è saltato in testa? Perché non me ne sono stata zitta?

Finito il mio lavoro, vado verso la cucina.

«Ehi, ragazzina» mi chiama l'uomo.

Mi volto e mi sta porgendo un biglietto da visita.

«Dopodomani, alle dieci di mattina. È una prova. Non fare tardi.»

Prendo il biglietto e me lo rigiro tra le dita, incredula. Ha accettato di sentirmi suonare?

Lo ringrazio e torno sui miei passi incrociando Jasmine, che mi fissa accigliata per chiedermi cosa sia successo. Le faccio cenno per dirle che gliene parlerò dopo, così mi lascia per andare a prendere delle ordinazioni.

«Hai tutte le fortune, tu.» Yuri mi squadra con l'aria di chi vorrebbe prendermi a pugni. È uno dei camerieri che hanno iniziato a lavorare qui in estate. Ha origini dell'Est Europa, come dimostrano i suoi occhi di ghiaccio dal taglio sottile e la zazzera bionda, ma non mi sono mai informata oltre per non essere fastidiosa. Invece, lui mi detesta.

«Non ho fortuna, è solo un tentativo. Potrebbe andare male» minimizzo, con il viso ancora in fiamme.

Non gli vado a genio, forse non gli sono mai piaciuta per via del mio rapporto con Riccardo, che mi carica di responsabilità in sua assenza. È bello sentire la fiducia di qualcuno, persino se si tratta di organizzare la gestione dei tavoli e di piccolezze simili. Ma a Yuri dà fastidio perché è più grande e vorrebbe essere al mio posto – almeno credo, perché non ha mai accennato alle vere ragioni del suo astio.

Mi lascio scorrere addosso i suoi occhi e corro a posare il biglietto da visita nel mio zaino. Fino a quando non ci sarà la prova, sarò libera di poter sognare e sentirmi felice.

Spazio autriceEd eccoci a un altro pov di Lavinia! Ha dimostrato una buona intraprendenza, non credete? Be', sappiate che ha esaurito tutto il suo coraggio XD

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Spazio autrice
Ed eccoci a un altro pov di Lavinia! Ha dimostrato una buona intraprendenza, non credete? Be', sappiate che ha esaurito tutto il suo coraggio XD

Come andrà la prova, secondo voi? Bene o male?

Ora il "Capitolo 1" è completo, la prossima settimana arriverà il "Capitolo 2". Pronti a scoprire di più sulla vita dei nostri protagonisti?

Baci a tutti e grazie per la lettura. Vi auguro uno splendente finesettimana,
Snowtulip.

Note a canestroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora