Capitolo 11 (seconda parte)

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"Ciao, Mike

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"Ciao, Mike. Ho incontrato alcuni dei ragazzi della Vulnus ieri, e ho augurato loro buona fortuna per la Supercoppa. Mi sarebbe piaciuto incontrarti di nuovo, almeno per farti vedere che non rompo sempre i piatti! Volevo mandare anche a te un in bocca al lupo per la partita con Bologna (anche se è presto, ma non voglio disturbarti mentre sei in trasferta o a ridosso della partita). Quindi in bocca al lupo!"

Sorrido come un idiota.

Lavinia mi ha scritto.

E il suo tono sembra anche simpatico, soprattutto con l'allusione ai piatti.

"Ciao, Lavinia, crepi il lupo! Comunque non preoccuparti, finché non entro a palazzo rispondo ai messaggi. Verrò un'altra volta a controllare i piatti!"

Scherzo anche io, anche se una piccolissima parte di me vorrebbe tornare in questo preciso momento in quel ristorante, solo per vedere il suo viso illuminato e imbarazzato.

Potrei tornarci lunedì, appena siamo di ritorno da Brescia.

Il portone che si richiude poco distante richiama la mia attenzione. Audrey e Liam sono sul marciapiede e si stanno avvicinando alla mia auto. Nascondo subito il telefono nella tasca della giacca, ma penso che alla prima occasione utile dovrò togliere le notifiche da Instagram. Preferisco che lei non sappia dei messaggi, per quanto innocenti, che sto scambiando con Lavinia.

Si siedono in macchina, rivolgendomi qualche parola di saluto.

Dallo specchietto retrovisore scambio uno sguardo con Liam, come a dirgli che non mi sono scordato e che ho parlato con Teo a proposito di Daisy. Ma non pronuncio una parola al riguardo: penso che sia un discorso che ha tirato fuori solo con me e che sua madre non ne sappia niente.

«Allora, novità?» chiedo, in generale, come per fare conversazione.

«Gli operai italiani sono lentissimi» si lamenta Audrey. «Se non sono a controllare ogni minuto che lavorino, quelli se ne vanno al bar a prendere il caffè. L'azienda li paga per fare le cose bene, non per riposarsi e parlare con i baristi!»

«Quindi ci stanno mettendo tanto?»

«Non proprio, i lavori saranno finiti tra una settimana. Per fortuna li tengo d'occhio, altrimenti sarebbero pronti tra un mese. E io che faccio in un mese, mi giro i pollici? Devo lavorare anch'io!»

Trattengo una risposta piccata e trasformo la mia voglia di replicare in un sospiro. Quando avremo finito le pratiche per il divorzio, avrà degli alimenti che potrebbero farla stare tranquilla almeno finché Liam non sarà al College. Anche se io vorrei pagare solo le spese di Liam e non capisco perché debba accollarmi anche le sue – a maggior ragione visto che lavora.

Per fortuna, arriviamo in fretta alla villetta del Fabbro, perché non riuscirei a sostenere un'altra conversazione a tu per tu con Audrey. Non avevo mai notato quanto si lamentasse di ogni singola cosa.

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