Capitolo 25 (prima parte)

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Nelly mi fa cenno di inspirare ed espirare, per calmare l'ansia, e ringrazio il cielo che sia qui con me

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Nelly mi fa cenno di inspirare ed espirare, per calmare l'ansia, e ringrazio il cielo che sia qui con me. Quando le ho chiesto di accompagnarmi pregavo tra me e me che non avesse altri impegni, perché avevo bisogno del suo sostegno per raccogliere il mio poco coraggio per venire all'Oasi.

Parlare con Roggero mi agita parecchio. Ho la continua sensazione che aspetti soltanto che commetta un passo falso e ora...

«Dai, andiamo» mi incita Nelly, scendendo dalla sua utilitaria.

Insieme lasciamo il parcheggio dei dipendenti e ci avviamo su per le scale all'ingresso, che mi aiutano a scaricare la tensione. Raggiungiamo l'ufficio del manager al piano terra, a cui lei bussa al mio posto.

«Andrà tutto bene» mi rassicura. «Sei fantastica, sarebbe un idiota a non tenerti.»

Dall'interno, però, non arriva nessuna risposta – il che contribuisce a farmi agitare ancor di più. Restiamo in attesa per un lasso di tempo infinito. Mi appoggio con la schiena al muro del corridoio, cercando di non cadere a terra e di non fare la figura della stupida.

Romeo Roggero arriva con comodo dopo almeno mezz'ora che io e Nelly siamo davanti al suo ufficio.

«Dovete parlarmi?» chiede con fastidio.

«Lavinia deve» risponde lei per me.

«Dentro.» Mi fa cenno di seguirlo e così mi ritrovo con il cuore in gola a sentire il suono della porta che si richiude alle mie spalle, senza avere il coraggio di cercare un'ultima volta il suo sguardo.

Roggero mi fa prendere posto e mi fissa. Ricambio l'intensità dello sguardo, soffermandomi sulle rughe attorno agli occhi, quelle sulla fronte sempre più spaziosa e così noto che la calvizie gli sta divorando il cranio.

Emana un profumo delicato di dopobarba, è rasato di fresco – potrei supporre che lo faccia tutte le mattine.

«Non ho tutto il giorno» mi dice con freddezza.

«Oh, scusi.» Avvampo dall'imbarazzo. «Ecco, io vorrei...» Che cosa dovevo dirgli? «Insomma, ho firmato con una casa di produzione per un mio brano.»

«Ecco un'altra che vuole lo stipendio più alto» borbotta, più tra sé e sé che rivolto a me.

«Non voglio lo stipendio più alto» lo contraddico.

«E invece, signorina Riccio, è ciò che avrà per via del regolamento dell'Oasi. Gli artisti con un disco pubblicato hanno un aumento del cinque percento.»

«Non lo sapevo.» Arrossisco di nuovo, penserà che sia una disagiata come poche. «Ero venuta qui per un altro motivo.»

«E quale, di grazia?»

Quest'uomo è ai limiti del sopportabile. Come fa a essere così scorbutico e a gestire un locale?

«La casa di produzione mi ha chiesto di lasciare l'altro lavoro, per evitare un danno d'immagine. Visto che quindi non rinnoverò il contratto nel ristorante in cui faccio la cameriera, vorrei chiederle più sere a partire da gennaio.»

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