Capitolo 14 (seconda parte)

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«Voglio proprio vedere la tua faccia se non viene» ridacchia Marco, scendendo dalla macchina

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«Voglio proprio vedere la tua faccia se non viene» ridacchia Marco, scendendo dalla macchina.

«Più vi chiedo di stare zitti, più ne parlate» commento. «Siete incredibili.»

«Ne parliamo solo con te» puntualizza Marco. «Anche Pala dice che è carina.»

«Lascia stare.» Daniele si passa indietro i ricci dalla fronte, e insieme sbuchiamo sulla via dello store della Vulnus. C'è una fila chilometrica, che si estende sul marciapiede nella direzione opposta a noi. Uomini, donne, ragazze, ragazzi, bambine e bambini di tutte le età sono ammassati insieme, con la sola speranza di poterci vedere, ricevere un autografo e una foto con noi.

Salutiamo tutti con ampi cenni, mentre Salvatore Giglio – il nostro uomo che si dimena tra ufficio stampa e marketing – ci viene incontro e ci fa entrare. All'interno, se possibile, c'è ancora più confusione, perché la fila si districa tra gli scaffali, con i bambini più piccoli che non riescono a tenere le mani al loro posto, madri che li sgridano e tutti gli occhi puntati su noi tre.

E la vedo.

In un angolino, con una maglietta rosa e una giacca di pelle nera. Il viso pallido che si illumina incontrando il mio sguardo e le labbra che si muovono sillabando un "ciao" che non potrei mai udire.

Una sensazione di benessere mi scalda dentro. Non credevo che mi sarei emozionato per così poco. Lavinia è qui e mi sta sorridendo con timidezza e un'espressione adorabile.

Ricambio il sorriso, poi mi unisco ai ragazzi che si stanno sistemando al tavolo preparato dagli addetti dello store.

«È qui» mormoro a bassa voce, coprendomi con la mano.

«Devo dieci euro a Niko» dice Marco, facendo ridacchiare Daniele. Poi guarda la folla di gente davanti a noi e grida: «Tutte le fan di Pala dovranno fare una fila a parte e vedersela con la sua ragazza!».

«Che idiota» lo prendo in giro io, mentre anche il diretto interessato – così come tutti i presenti – ci si fa una risata sopra.

Iniziamo a firmare autografi, a farci scattare delle foto e a scambiare qualche parola con i tifosi. Ci dicono quasi tutti che la Supercoppa si gioca presto e che Bologna è ancora troppo forte per noi, e noi rispondiamo che speriamo di essere pronti quando ci saranno partite ben più importanti.

Continuo a lanciare qualche occhiata nel punto della fila in cui è Lavinia, cercando di non perdere il contatto con lei. E lei mi guarda, non ha occhi che per me.

«Domani avrò un crampo alla mano, Colucci si lamenterà tantissimo» scherza Marco con due adolescenti, cercando di far funzionare un pennarello che ormai è arrivato alla fine.

«Però è per una buona causa» gli risponde uno dei due.

Mi viene passato un pallone da un bambino, che gli autografo con un sorriso stampato sulle labbra. Anche Liam al suo posto sarebbe stato tanto entusiasta.

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