Lavinia ha un sogno, diventare una pianista di professione, e un amore segreto, il giocatore di basket Mike Cooper. Lo ama di un amore platonico, più profondo di quello che potrebbe legare una tifosa al suo giocatore preferito. E non si permetterebb...
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«Ma tu e Sasha che avete nel cervello?» sta bisbigliando Pala, seduto nel pullman della squadra nei posti dietro di me.
I ragazzi stanno dormendo o ascoltando musica con le cuffiette. Io stesso ho dato l'impressione di essere immerso nel sonno, con il berretto calato sulla testa e i piedi appoggiati sul sedile accanto in modo che nessuno rompa.
«Hai iniziato tu a coinvolgerla» sussurra Niko di rimando. «Tu e la tua stupida proposta a Elena!»
«Non è stupida e non è la stessa cosa, perché Lavinia sarà lì per lavorare.»
«Potevi affittare la sala per un altro giorno.»
«Mi fido di lei, va bene?»
«Che cazzo pensi che abbiamo fatto? Non le abbiamo mica fatto firmare un contratto con su scritto "sposa Mike perché merita te e non quella stronza", no?»
«Sai di che sto parlando.»
Niko rimane in silenzio, permettendomi di elaborare. Lui e Sasha hanno pensato a qualcosa per far avvicinare Lavinia alla squadra. Di questo avevo il sospetto, sin da quell'invito a pranzo. Avevo detto a Daniele che stavo andando a prenderla, forse gliel'avranno tirato fuori a forza – ne sarebbero capaci. Ma cosa possono fare? Io e lei stiamo già insieme, abbiamo persino trascorso una notte nello stesso letto – pur senza toccarci nel senso meno platonico della parola.
Ho la sensazione che qualcosa mi sfugga, ma non riesco a capire cosa.
«Senti, Lavinia è a posto. Quell'altra è una stronza e non capisco come Mike ci sia finito.»
«Non mi interessa. Non forzatele la mano, è piccola e non è abituata a...»
«A che? A noi? È venuta a pranzo a casa nostra, sembrava normale!»
«Alla notorietà. Un conto è aver a che fare con noi nel privato, un altro è che debba uscire allo scoperto...»
«E che c'entra con me e Sasha?»
«So della chat di gruppo con le altre ragazze. Ed Elena mi aveva fatto vedere qualche messaggio vecchio, aveva un nome diverso. Neanche ci sono tutte le donne della squadra, avete deciso di crearne uno nuovo solo per includerla.»
«Fammi capire: vogliamo che lei si senta a suo agio con noi, la invitiamo a pranzo, ci parliamo, la aggiungiamo al gruppo con le altre... e stiamo sbagliando?»
«Guarda che lei e Mike stanno insieme da due settimane, non due mesi.»
«E che male c'è? Per me Mike può pure sposarsela. Anzi, gli farebbe solo del bene! Ma l'hai visto? Sta bene. Da quando se l'è limonata per la prima volta, è su una nuvola. Vorresti che tornasse ad aprile? O a maggio? Quando veniva agli allenamenti solo per farci un favore e non perché si sentisse di reggere fino alla fine?»
Se ne sono accorti. Pensavo di essere riuscito a farmi forza e a nascondere il più possibile il mio stato d'animo, la mia scarsa voglia di alzarmi dal letto, di mettermi alla guida e andare fino all'allenamento e poi mascherare con ogni sforzo che per me vedere i sorrisi della squadra, la loro complicità e serenità nel nostro percorso nei playoff Scudetto, la gioia partita dopo partita in Eurocup, che si è scontrata con la sconfitta in semifinale contro il Bursaspor.