Capitolo 26 (seconda parte)

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Mi cambio al volo, mentre sento lo scroscio della doccia

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Mi cambio al volo, mentre sento lo scroscio della doccia. Whisky mi guarda confuso, come se non capisse per quale motivo Lavinia si stia lavando o perché ci sia il suo zaino accanto al letto. Lo annusa senza smettere di scodinzolare neanche per un istante ma, appena prova a ficcarci il muso dentro, batto le mani per richiamarlo.

Fa un saltino all'indietro.

«No» gli dico con fermezza. «Non puoi, non sono cose mie. Devo farti dormire di là o fai il bravo?»

Abbassa il muso sconfortato e si trascina fino alla sua cuccetta, all'angolo della stanza. Si accoccola con le zampe sporte in fuori su cui appoggia il muso, rivolto all'insù verso di me.

Mi siedo sul letto e attacco il cellulare al caricatore, cercando di ignorare i suoi mugolii. È un gran paraculo, vuole che gli dedichi tutte le attenzioni e accetta di essere messo in secondo piano solo quando c'è Liam.

«Devi fare il bravo.» Mi alzo in piedi e gli accarezzo il muso. «Lavinia è importante per me. Non puoi infilarti nel suo zaino, non si fa. Se ti comporti male con lei, io sarò offeso con te, va bene?»

Guaisce e si lascia ricadere sulla stoffa morbida della cuccia. Guarda verso il bagno e così mi accorgo che Lavinia ne è uscita e che, con tutta probabilità, ha ascoltato.

Ma non commenta, si limita a rivolgermi un sorriso accennato. Si abbassa per riporre i suoi vestiti di ricambio nello zaino, insieme al borsellino dei trucchi. «Devo buttare le salviette.»

Le indico un cestino di lato al mobile principale, su cui campeggia una televisione. «Vuoi guardare qualcosa?»

Mi fa cenno di no.

Indossa una canottiera nera aderente e un paio di pantaloncini dello stesso colore che le arrivano al ginocchio. Sembra più l'outfit di una che sta andando in palestra invece che a dormire.

Mi lavo al volo le mani, dopo aver smesso di coccolare Whisky, poi torno in camera.

Lavinia è seduta sul bordo del letto mentre scrive qualcosa al telefono.

«Tutto ok?»

«Sì, sì. Dovevo solo dire una cosa a Nelly e mi ero dimenticata.»

Mi siedo al suo fianco, ma non guardo lo schermo del suo cellulare. Mi volto verso Whisky, raccomandandomi per l'ultima volta con un'occhiata. Sembra capire, perché cambia posizione dandomi le spalle.

«Si è offeso perché ci sono io?» mi chiede Lavinia.

«Si è offeso perché gli ho detto di fare il bravo. Ho un cane permaloso.»

Ride, fresca come una margherita in mezzo a un campo. Non riesco a resistere e la bacio, accarezzandole la guancia. Lei ricambia con un ardore diverso dal solito, come se si sentisse al sicuro a baciarmi qui, nella mia camera da letto, tanto che mi sale in braccio e si siede su di me, accarezzandomi la schiena. Mi avvinghio a lei e i nostri corpi si fondono come un'unica entità, proprio come nostre lingue che si cercano e si muovono insieme, esplorando le rispettive bocche, turisti sperduti alla ricerca di un luogo per rifiatare dopo una lunga camminata.

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