Capitolo 36 (seconda parte)

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«Quanto tempo ci avete messo al bagno?» chiede Audrey, risentita

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«Quanto tempo ci avete messo al bagno?» chiede Audrey, risentita. Al tavolo siamo solo io e lei, mentre attendiamo Teo e Anja con i bambini. Liam è andato dai figli di Claudio, che ha conosciuto l'ultima volta al Palavulnus.

«C'era fila» invento di sana pianta.

«Fila? Sono venuti dal piano di sotto?»

Evito di risponderle, perché per fortuna mi salva Anja, appena arrivata, che si precipita subito da Audrey per salutarla. Ne approfitto per cercare Lavinia con lo sguardo. La vedo nel corridoio accanto, attraverso l'arcata che immette nel salone. È in penombra, ma riesco a percepire la sua tensione. La cantante è insieme a lei e dal linguaggio del corpo capisco che sta cercando di rassicurarla, mentre lei continua a tenere lo sguardo basso, che solo di tanto in tanto dirotta nella direzione del padre.

Per non destare sospetti ho evitato di guardarlo, ma mi ero accorto che il proprietario dell'Oasi fosse qui insieme a un'altra persona, quando Niko ha lasciato il suo tavolo per scambiarci qualche parola insieme a Sasha.

Non mi aspettavo che fosse lui e, dalla sua reazione sconvolta, credo che neanche Lavinia si aspettasse di trovarlo qui.

Teo si avvicina a lei e dice le sue solite due parole per frase, prima di lasciarla da sola con la cantante e raggiungere il resto della squadra, come ha fatto anche Léo, che si è seduto insieme ad altri compagni.

Richiamo Liam con un cenno e lui torna al tavolo, in modo da decidere i posti. Non voglio essere accanto ad Audrey per il resto della cena.

Finisco tra Teo e mio figlio, mentre le ragazze si decidono a entrare e ad avvicinarsi al pianoforte. Le accogliamo con un applauso tiepido.

Fatico a battere le mani, rapito dalla visione di Lavinia seduta al pianoforte bianco, con il suo vestito verde, della stessa tonalità dei colori sociali della Vulnus. Riesco a vedere fin qui l'ombretto che le accende gli occhi neri, la linea perfetta del trucco che le allunga lo sguardo, rendendolo ancor più magnetico per me, la bocca definita da un rossetto che mi fa solo desiderare di stravolgerglielo dopo un lungo bacio, le spalle nude e quel collo niveo che ho scaldato con il fiato l'ultima notte che abbiamo trascorso insieme.

«Non fissarla.» Teo è rivolto verso il mio orecchio e si copre con la mano. «Chiunque capirebbe.»

Mi costringo ad abbassare lo sguardo e a portarlo sul menù, ma le note di Lavinia mi colpiscono dritto al petto. Riconosco il suo tocco, la sua delicatezza, mi sembra che abbia tastato il mio corpo come se io stesso fossi un pianoforte, per una melodia che fosse solo nostra.

Poggio i gomiti sul tavolo e unisco i pugni davanti al viso per nascondermi. «Ma come faccio, senti come suona?»

Teo non risponde, perché sa anche lui che una semplice parola sarebbe troppo. Daisy, seduta all'altro lato del padre, mi sta scrutando con attenzione, come se mi stesse studiando. Accanto a lei c'è Darko, di seguito Anja e Audrey, in questo tavolo rotondo che si completa con Liam e me.

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