Vedere Mike che sorpassa la soglia di casa mi mette una certa soggezione. Con la testa sfiora il soffitto, ma riesce a muoversi senza alcun problema tra il tavolo del soggiorno-cucina, lo stendino ancora in giro per casa, il pianoforte e la libreria strabordante. Almeno non ci sono piatti sporchi nel lavello, esclusa la tazza della Vulnus con cui ho fatto colazione.
«Non ho messo in ordine, non pensavo che avrei avuto qualcuno da ospitare.» Metto le mani avanti, perché immagino che dove viva lui ogni angolo sia splendente.
Mi rivolge un sorriso, prima che lo lasci da solo per andare in bagno a pulirmi il viso per ritruccarmi da capo. Rimango con la porta spalancata, così mi segue e mi guarda mentre passo lo struccante sul cotone e cancello i segni della matita e del mascara sbavati.
«Ti do fastidio?» mi chiede
«No, puoi restare.»
«Vivi qui da prima che tuo padre se ne andasse?»
«Sì. Ci accontentavamo di poco spazio, eravamo sempre fuori.»
«E il pianoforte è tuo?»
«Sì, me l'ha regalato mio nonno quando ero piccola. Suonare è sempre stato il sogno della mia vita.»
Metto via il cotone e prendo il borsellino con i miei trucchi, sistemando subito la matita lungo il contorno inferiore dell'occhio. Sento lo sguardo di Mike su di me, come se volesse raggiungermi.
«Posso sentire il pezzo che hai scritto?»
Arrossisco allo specchio e sono certa che se n'è accorto anche lui. «Ecco, cioè, io...»
«Puoi dirmi di no, se non vuoi.»
«Non si tratta di questo. Vorrei che lo sentissi.»
Ripongo via anche il mascara e mi passo il burro di cacao sulle labbra, prima di estrarre il mio rossetto rosso mattone, con cui mi sento più a mio agio rispetto a quello rosso fuoco che ho durante le serate all'Oasi.
«E allora dov'è il problema?» domanda, con il tono più calmo che abbia mai sentito, con quella sua voce bassa che mi intontisce.
«L'ho scritto per te.» Avvampo ancor di più, se possibile, tanto che non riesco a guardarlo. Ormai ho finito di truccarmi e potremmo anche andare, ma per me è un problema il solo pensiero di avvicinarmi a lui e rimanere a tu per tu con il suo fisico che mi ostruisce il passaggio. Così rimango a fissare l'astuccio con i trucchi.
«Lavinia?» Mike dev'essersi accorto del mio disagio.
«Sì, no, cioè, io... vorrei che fosse più semplice. O che non mi facesse sembrare una pazza che scrive musica per una persona che conosce poco, visto che non l'ho scritta proprio di recente.»
«Non sei pazza.» Allunga una mano verso la mia e la stringe intrecciando le dita alle mie. «Anzi, è una cosa romantica.»
Sollevo lo sguardo incontrando i suoi occhi scuri e le sue labbra carnose. Mi lascio attirare e stringere in un abbraccio dolce. Rimango con il viso contro il suo petto, è un uomo prestante e parecchio più alto di me. Se non fosse Mike, ne sarei spaventata, ma ha un modo così delicato di mostrarmi affetto che mi conferma ancora una volta che con lui ci ho visto giusto. Che è davvero una bella persona come credevo.
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Note a canestro
RomanceLavinia ha un sogno, diventare una pianista di professione, e un amore segreto, il giocatore di basket Mike Cooper. Lo ama di un amore platonico, più profondo di quello che potrebbe legare una tifosa al suo giocatore preferito. E non si permetterebb...