Capitolo Extra 4

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Elena

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Elena

«Vi devo un favore enorme, mi sa» dice Gaia, prima di sorseggiare il vino bianco. Lascia l'impronta del rossetto, di un colore misto tra blu e verde scuro, sul calice, che posa mezzo pieno. «Non avrei mai potuto mettere piede in un posto del genere.»

«Non è niente, figurati.» Daniele si manda indietro i riccioli dal viso, scuotendo la testa. «Mi faceva piacere che ci fossi anche tu. Insomma, Ludovica c'è, tu non potevi stare a casa da sola, no?»

Gaia accenna un sorriso riflessivo, ha l'aria di sapere molto più di quanto io stessa creda. «Non ho ancora una fidanzata ricca che mi vizia. Ed è un peccato, è bello farsi viziare ogni tanto.»

«Ti fai il mazzo tutti i giorni, goditi la serata.» Matilde, seduta al tavolo con noi, le fa l'occhiolino. Ci ha raggiunti questa mattina da Milano, dove si è trasferita per studiare all'università, lasciando quella di Bologna. Capisco cosa intendesse Daniele quando mi ha confessato che gli manca: è così solare e piena di vita che quando se ne va porta con sé l'allegria.

Ceniamo scambiandoci aggiornamenti quotidiani, racconto la mia nuova vita da giornalista sportiva in televisione, ma ciò a cui faccio caso è che Matilde qua e là nomina Filippo, anche lui a Milano e con cui ha mantenuto i rapporti. So che hanno un bel legame e il timore che un anno fa avevo avuto – cioè che fossero stati insieme – è stato spazzato via dal fatto che nessuno dei due mi ha dato la sensazione che ci fosse altro oltre a un buon rapporto, mutuato soprattutto dall'affetto di entrambi per Daniele.

«Niko ha la mezza intenzione di spaccargli la faccia quando ci rivedremo» commenta il mio ragazzo. «Se l'è presa troppo, alla fine ha solo scelto un'opportunità di carriera. Non sono tutti come me... Io rimarrei alla Vulnus per sempre.»

«Ne riparliamo se arriva una squadra americana» lo punzecchia la sorella. «Il tuo sogno era giocare in NBA.»

«Non mi chiamerebbero mai, non faccio abbastanza punti» taglia corto lui, con un pizzico di amarezza.

Gaia si volta, richiamata dal suono del pianoforte che sta attaccando un nuovo brano. «Suona bene la ragazza di Mike.»

Le faccio cenno di abbassare la voce. «C'è l'ex moglie, ancora non sa di Lavinia.»

«Mi sembra molto piccola rispetto a lui» commenta Matilde. «Sapete quanti anni ha?»

«Diciannove» le rispondo. «Ma se ci parli sembra più grande. Non diresti che ha appena finito la scuola, è molto responsabile.»

Daniele si manda di nuovo i capelli indietro con un cenno del capo. Normalmente l'avrebbe fatto con la mano, ma visto che stiamo mangiando sarebbe stato fuori luogo.

Vederlo in giacca e camicia mi fa una strana impressione. Lui è sempre stato, almeno da quando l'ho conosciuto, uno che preferisce vestirsi in modo sportivo e, soprattutto, comodo. Eppure con la camicia bianca che gli fascia il petto fa la sua splendida figura. Apprezzo che sia un ragazzo molto semplice, di quelli che non vogliono nulla di ricercato. Mi sembra solo strano che, da quanto ho capito dai discorsi di Sasha, venire a cena qui con tutta la squadra sia stata una sua idea.

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