Capitolo 34 (prima parte)

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Torniamo in camera ancora avvinghiati l'uno all'altra, entrambi con il desiderio schizzato alle stelle

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Torniamo in camera ancora avvinghiati l'uno all'altra, entrambi con il desiderio schizzato alle stelle. Non sono padrone di me, non del tutto. So cosa sto facendo, so che è ciò che voglio più di tutto sul pianeta, ma... è quello che vuole anche lei.

Lavinia vuole farlo. Me l'ha dimostrato prendendolo in mano, con le sue dita che non hanno esitato a stringerlo. Ha un tocco gentile, delicato, che attribuirei a una creatura come lei. Ha saputo risvegliare il mio istinto primordiale e ora non riuscirei mai a tirarmi indietro.

Prima che si sdrai sul letto, sistemo l'asciugamano stendendolo all'altezza di dove si troverà il suo corpo tra poco. Lavinia mi spinge a sedermi sul bordo, salendo su di me, così mi ritrovo a stringere i suoi fianchi. Non indugio più come ho fatto fino a qualche minuto fa, ma insinuo le dita sotto la canottiera, andando ad accarezzarle la pelle fresca della schiena. Lei, invece, infila una mano tra i miei ricci corti, mentre l'altra corre a tastarmi il petto e il bacino che sfrega contro il mio non vede l'ora di arrivare al dunque.

«Posso spogliarti?» mormoro, con il fiato che entra nella sua bocca.

Mi bacia sulla barba della guancia. «Puoi. Ma ti spogli anche tu.»

«Io sono già senza maglia» scherzo, sfiorandole il naso con il mio.

Sorride, fresca come una margherita.

Le sfilo la canottiera e guardo il suo seno nudo, con le due cupolette eccitate dai nostri continui baci. È una chiesa che sto per profanare. Non capisco perché se ne vergogni, ha una pelle splendente sotto i raggi lunari, senza la minima imperfezione. Ci sono dei piccoli nei, ma sono così belli nel suo candore niveo.

«Sono minuscole, vero?» mi chiede lei, in un soffio.

«Sono perfette.»

La faccio sdraiare sull'asciugamano e mi fiondo a baciare e stuzzicare prima un capezzolo poi l'altro con la lingua. Voglio che si senta a suo agio, che la sua nudità non sia il problema che crede, e il modo migliore che conosco per rassicurarla sono i baci. I baci che distendono le nubi del dubbio, che riportano il sereno su di noi e ci fanno prendere sempre più coscienza del passo che stiamo affrontando insieme.

Lavinia struscia le gambe su di me, cercando ulteriore contatto fisico. Le sta piacendo.

Prende l'iniziativa e mi scosta, abbassandomi le mutande prima che possa rendermene conto. Appena la stoffa non l'ha più avvolto, ha puntato famelico verso di lei. Ma aspetterà.

Mi siedo al suo fianco e lei mi fissa lì. Sbatte le ciglia un paio di volte, poi lo tocca con l'indice, saggiandone la durezza. Prima non l'ha guardato bene, la sua mano si era infilata nelle mie mutande e mi aveva stretto d'impulso. Ora che sono nudo può farlo.

«Cosa vuoi che ti faccia?» La sua voce è un soffio, ora tremolante, come se tutta la spavalderia di poco fa fosse venuta meno.

«Puoi sempre tirarti indietro.»

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