Appendo con un chiodo la foto con i ragazzi della Vulnus alla lavagna di sughero. Sono riuscita a raccogliere il coraggio per chiedergliene una da sola, senza Riccardo, Jasmine e i cuochi.
E non so ancora come abbia avuto il fegato di chiedere a Tomic come mai non ci fosse anche Mike. Mi ha detto che avrebbe passato la serata con il figlio, facendomi ricordare i fumetti che gli ha comprato qualche giorno fa.
Spero di non essergli sembrata troppo dispiaciuta, che non abbia parlato di me con gli altri giocatori e che, soprattutto, non abbia fiatato con Mike. Farei la figura della tifosa scema che gli muore dietro... e in parte è vero, ma si tratta di un problema mio.
Se provo qualcosa per lui è solo e soltanto un problema mio.
Mi siedo sul letto, guardando la foto. È stato bello poter scambiare qualche parola con i ragazzi, non mi era mai capitato – maledetta timidezza che mi ha sempre frenata in qualsiasi circostanza.
«Tesoro, io sto uscendo.» La voce di mia madre mi avverte mentre si aggira per casa, forse recuperando il cappotto e la borsa che ha lasciato chissà dove. Oggi non lavora, quindi immagino che vada a farsi i capelli o le unghie da qualche parte. Sono infastidita, ma finché non mi chiede di pagare l'affitto non penso che glielo farò presente.
Già mi sembra troppo che debba pensare io alla spesa una volta al mese quando, e lei lo sa benissimo, sto mettendo i miei soldi da parte per il Conservatorio.
"Ma potresti studiare da sola, hai un talento naturale."
Certo, come no.
Non mi basta avere talento, voglio affinare sempre di più le mie capacità, per quanto ci lavori ogni benedetto giorno. Anche se il tempo che riesco a dedicarci sia sempre meno. Ma meglio che sia anche poco che non averne affatto.
Accanto a me c'è il quaderno con gli spartiti, con la Sinfonia Uno – come ho deciso di chiamarla – aperta davanti a me. Mi sono appuntata su un foglio volante delle idee su come proseguirla per arrivare al climax discendente e alla chiusura. Sono buone, me lo sento. Sto avendo degli spunti stimolanti, sia dalla mia vita quotidiana sia dal mio nuovo lavoro di musicista.
A parte mia madre, sembra che le cose stiano finalmente procedendo verso la direzione giusta. Con lei fatico di più, non la vedo praticamente mai, se non al mattino quando mi capita di alzarmi presto, e ci limitiamo a comunicare tramite messaggi sul telefono per non intralciarci a vicenda nei rispettivi lavori.
Mi alzo dal letto. Rischia di farsi tardi in fretta se non mi do una mossa a sbrigare le faccende di casa, così preparo l'acqua per il mocio e passo prima la scopa in tutta casa e poi lavo i pavimenti. Oggi che giorno è? Mercoledì? Scocco un'occhiata allo schema che ho appeso al frigorifero con la calamita di una vecchia gita di scuola a Pisa, con la Torre Pendente che tiene su l'elenco giorno per giorno delle faccende di casa.
Mercoledì. Tende e vetri.
Sempre meglio di ieri, quando ho dovuto fare le lavatrici della settimana... Visto che siamo solo in due facciamo pochi lavaggi, giusto se abbiamo dei indumenti che ci servono con urgenza – come il mio vestito per l'Oasi. Altrimenti c'è il "martedì lavatrici", che detesto con tutta l'anima – perché mi dà fastidio toccare i vestiti sporchi sia miei che di altri, soprattutto quelli intimi. Preferisco il "venerdì spesa", anche se devo fare più viaggi dal supermercato perché non riesco a portare tutto in una volta sola.
Tolgo tutte le tende, che ficco nella "lavatrice extra". Mi accingo a prendere la brochure cartacea di un supermercato, che utilizzo per i vetri, e il detersivo, quando sento il mio telefono vibrare dalla cameretta per una notifica. Di solito non ci do molto peso, ma oggi ho la testa altrove e voglio distrarmi dai miei doveri.
Lo raccatto da sotto il cuscino e ho un tuffo al cuore.
È una notifica da Instagram
"mikecooper17 ha iniziato a seguirti."
Come... cosa?
Mi manca il respiro, mi siedo sul letto per elaborare.
Non è possibile, non... come può avermi trovata? Forse ha visto il tag dell'Osteria nella foto con me, Jasmine, Riccardo e tutti gli altri? Probabile, ma non pensavo che seguisse la pagina del ristorante.
Oppure... oppure i compagni di squadra gli avranno parlato di me? E Tomic gli avrà detto che ho chiesto di lui?
Non avrei dovuto. Non avrei dovuto. Non avrei dovuto.
Gli scrivo? Non gli scrivo? Che faccio?
Santo cielo.
Mi rimetto in piedi, ma mi tremano le gambe nel tragitto dal letto al tavolo con il detersivo per i vetri. Porto con me il telefono perché, se dovesse succedere qualcosa, lo saprò subito.
Non riesco a crederci.
Non devo neanche controllare che sia il vero account di Mike, perché conosco il nickname: è quello che mi capita spesso in home, tra i suoi post e quelli in cui lo tagga l'account societario della Vulnus. E riconosco l'immagine di profilo perché è la prima a comparirmi se ci sono delle sue nuove stories.
Persino i social me lo mostrano subito appena c'è una minima novità.
Devo stare calma, devo stare calma, devo stare calma.
Non ci riesco.
Persino pulire il vetro della finestra in cucina sembra un'impresa titanica. Non sono in grado di fare nulla. Scrivo al volo a Nelly, chiedendole di venire da me il prima possibile. E di prendere qualcosa perché la ospito per pranzo.
Spazio autrice
E così, Mike ha fatto il primo passo avanti. O forse è stato costretto a farlo. Secondo voi com'è andata?Al posto di Lavinia, anch'io sarei come minimo sconvolta, e voi? Su, su, lo sappiamo tutte che ci piacerebbe una notifica così da un ragazzo come Mike (soprattutto visto che ora siamo tutte innamorate anche di lui, no?).
Scoprirete di più nella terza parte del capitolo, che uscirà sabato puntualissimo.
Baci a tutti,
Snowtulip.
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Note a canestro
Storie d'amoreLavinia ha un sogno, diventare una pianista di professione, e un amore segreto, il giocatore di basket Mike Cooper. Lo ama di un amore platonico, più profondo di quello che potrebbe legare una tifosa al suo giocatore preferito. E non si permetterebb...