Capitolo 5 (seconda parte)

482 35 79
                                    

"Non riesco a dormire

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Non riesco a dormire."

"Vuoi che ti chiami?"

Traggo un profondo sospiro. Non riesco a pensare di sentire la voce di Cornelia, né il suo entusiasmo per la mia prova di domani. Sono tesa, tesissima.

Se andasse male? Se sperassi con tutta l'anima di essere presa e poi non accadesse?

Ma se andasse bene? Riuscire a sopportare il peso di dover suonare davanti a un pubblico, senza concedermi passi falsi o la minima sbavatura? Odio non riuscire a suonare bene e detesto più di tutto la sensazione costante di non sentirmi adatta.

Domani ho la prima serata di prova e sono fin troppo agitata. Vorrei riuscire a dormire, ma è impossibile.

Uno dei brani che Romeo Roggero mi ha dato da suonare è difficile. Non mi viene bene, non riesco in alcun modo a suonarlo spedita e senza intrecciare le dita. Domani combinerò un disastro, ne sono certa.

"No, non ti preoccupare" digito al volo. Non mi importa che sia mezzanotte, cercherò di non calcare troppo la mano sui tasti. Afferro il raccoglitore con gli spartiti stampati e vado al mio pianoforte.

Studio con attenzione le note con cui litigo da due giorni, senza suonare. È un brano di Mozart, sebbene non lo riconosca. Mi prende lo sconforto: all'Oasi sanno che non studio al Conservatorio, e se avessero voluto darmi apposta un brano troppo difficile per me? Se non risultassi all'altezza?

Per fortuna hanno approvato l'outfit che ho proposto ieri sera, che prevede il vestito "verde Vulnus" del matrimonio di Bruno e Cornelia, un paio di tacchi che spariscono sotto la gonna dell'abito, due pendagli lunghi e brillanti alle orecchie – di bigiotteria a basso costo. Ma hanno insistito nel farmi truccare pesantemente sul viso e sugli occhi e non sono abituata, né al blush che mi marca troppo le guance né agli ombretti che finiscono per nascondermi gli occhi. E sono sicura che sbaverò l'eyeliner per la tensione.

Non mi piace acconciarmi da adulta, ma un conto è mettere la camicia per andare al ristorante, un altro sarà sistemarmi ed essere in tiro per suonare in un locale di lusso.

Tanto Mike non mi vedrebbe mai come un'adulta, ha undici anni più di me...

Ma cosa vado a pensare? Perché mai dovrebbe guardarmi in quel modo?

Per lui non sarò niente più della cameriera che l'ha servito una volta all'Osteria. Mi ha parlato e mi ha lasciato una mancia sostanziosa, ma è finita lì.

Non mi illudo, non voglio illudermi: lui è una persona inarrivabile, è un ragazzo inarrivabile per me.

È già stato un sogno parlarci una volta e sentire il mio nome pronunciato dalla sua voce profonda con il leggero accento anglofono. Non posso pretendere di più dalla sorte.

Perché giovedì sera dovrò di nuovo essere all'Oasi per la prova? Perché non ho chiesto di cambiare giorno? Perché ho avuto paura che mi venisse detto di no? Perché altrimenti mi avrebbero guardato storto?

Ho bisogno di suonare, ho bisogno di trasformare la mia ansia in energia musicale. Non mi importa dell'orario, è un bisogno intimo che devo soddisfare, che viene dal profondo e che mi lascerà con sensazioni amare se lo ignorerò.

Mi alzo dal pianoforte e mi avvicino alla camera da letto di mia madre. Chiudo la porta facendo attenzione a non svegliarla – sempre ammesso che non si svegli tra poco.

Torno in salotto, occupato giusto dal mio strumento e da una poltrona – la poltrona su cui mio nonno si sedeva per ascoltarmi.

Non sono sicura che sia una buona idea, ma devo seguire il mio istinto. È una necessità fisica, che non saprei spiegare a chi non si nutre di musica. In tanti ne usufruiscono ascoltandola con le cuffie, con la radio o lo stereo, ma io non posso suonare al pianoforte senza essere udita.

Sistemo lo spartito sul leggio e inizio a suonare, per quanto mi risultino difficoltosi tanti accordi in diversa sequenza e ne sia completamente disorientata. Per domani non avrò mai pronto questo brano.

Per suonare in pubblico devo essere sicura di me, devo essere certa che le mie dita sapranno come muoversi. Nonostante abbia lo spartito davanti a me, non è sufficiente per la mia autostima in discesa.

Ho il terrore di non essere all'altezza, di sbagliare tutto, di combinare altri disastri. Se sono presa alla sprovvista commetto degli errori imbarazzanti, come mi è già successo con Mike. Non posso permettermelo domani, né giovedì quando dovrò essere al massimo delle mie potenzialità.

«Che stai combinando? Vuoi dormire, come tutte le persone normali?»

Mamma è sbucata dalla camera, e mi fissa con severità.

«Domani ho la prima serata di prova e non so suonare questo pezzo.»

«Ci penserai quando ti sarai svegliata, dopo che avrai fatto colazione. Non puoi suonare se non ti sei riposata abbastanza, no?»

Rimango spiazzata. Per la prima volta dopo tanto tempo, sta mostrando un briciolo di comprensione nei miei confronti, le importa che mi senta tesa e mi sta dando un consiglio – addirittura con tono materno.

«Sì, be', io... non riuscivo a dormire.»

«Ti sei sfogata un po' su quei tasti, ora potrai addormentarti.»

Annuisco, raccolgo lo spartito e torno in camera.

Annuisco, raccolgo lo spartito e torno in camera

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Spazio autrice

Capitolino breve, per mostrarvi la psicologia di Lavinia e il microcosmo intorno a lei. Spero che vi piaccia, perché è una protagonista particolare e a cui sono molto affezionata (lo sono con tutte, quindi anche con lei!) <3

La storia procede lentamente, ma perché per ragioni di trama non posso far avvicinare subito i nostri due protagonisti, hanno bisogno entrambi di respirare a pieni polmoni, prima di essere travolti da... be', da quello che accadrà dopo!

Vedo che ci sono tante lettrici nuove che aggiungono le mie storie agli elenchi e che dopo aver letto le altre storie vengono qui. Ditemi cosa ne pensate, anche un solo commentino per farmi sapere che la storia di Mike e Lavinia vi sta piacendo! Ve ne sarò enormemente grata <3

Baci a tutti e grazie per la lettura,
Snowtulip.

Note a canestroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora