Capitolo 15 (seconda parte)

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Esco dal camerino con il cuore in gola

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Esco dal camerino con il cuore in gola. Ho detto a Nelly di non aspettarmi e che sarei tornata da sola in autobus – per quanto a lei non piaccia l'idea che prenda i mezzi di notte. Devo fare chiarezza nella mia mente.

Mike era qui, stasera.

Dovevo prevederlo, le ragazze di Tomic e Palanca erano all'Osteria una settimana fa e Jasmine ha detto loro che il giovedì sono qui. Lo speravo, io desideravo che mi sentisse suonare... ma avrei voluto essere pronta.

Invece no, ho suonato per una prima metà senza rendermene conto poi, quando ho fatto la pausa a metà serata li ho visti, tutti e cinque seduti a pochi metri da me. E Mike mi stava guardando.

Stava applaudendo per me.

O forse era per Nelly? O addirittura era solo educazione?

Santo cielo, non è possibile, devo andare a casa e farmi una bella dormita.

Esco all'aperto e inspiro l'aria fresca della sera, che mi pizzica fin dentro i polmoni e mi schiaffeggia, come a ricordarmi che sono una stupida e che niente – niente – di tutte le mie fantasie è reale.

Mike è capitato qui perché è un posto in cui viene gente che se lo può permettere – anzi, strano che non ci sia già venuto in passato –, io per lui sono solo una tifosa ed è normale che si ricordi di me visto che continuiamo a inciampare l'uno nella vita dell'altra. Fine.

Scendo le scale verso l'uscita con il cuore in gola, stringendomi nel giacchetto di pelle.

Sono venuti qui. Pala e Tomic figlio sono venuti qui con le rispettive fidanzate... E Mike era da solo. Cosa aveva detto Cornelia, che stava divorziando? E se fosse vero?

Prendo il telefono e apro Instagram. Vado sul suo profilo e cerco l'ultima foto che ha messo con la moglie. Scorro verso il basso, con i post sulla squadra che prevalgono su quelli personali. Non c'è traccia di lei.

Si sono davvero separati? Non posso crederci, non voglio crederci.

Varco il cancello e mi incammino verso la fermata dell'autobus, quando due fanali mi affiancano vicino al marciapiede.

«Lavinia?»

Mike. È la sua voce.

Mi blocco sul posto e mi volto alla mia destra: è seduto al volante della sua automobile. Ha abbassato il finestrino e mi guarda con un'espressione che mi sembra speranzosa.

Gli sorrido, sperando di non arrossire come una stupida. «Ciao.» Blocco il telefono per non fargli scoprire cosa stavo facendo. Farei una pessima figura.

«Vuoi un passaggio fino a casa?» mi chiede, gentile. «O hai la tua macchina?»

Un passaggio da Mike? Serro le labbra. Non posso accettare, non posso permettermi di rimanere da sola con lui, perché non saprei cosa fare. Meglio mettere distanza tra noi. «Di solito prendo l'autobus.»

«A quest'ora?» Inarca le sopracciglia, a metà tra il perplesso e il preoccupato.

Fingo di non essere felice del fatto che si sia preoccupato per me. «Non mi è mai successo niente.»

«Sei sicura?» Aggrotta le sopracciglia e mi scruta con un filo di apprensione.

«Sì, no, io... Non vorrei farti fare tardi.» La mezzanotte è passata da un pezzo e ci avviciniamo verso l'una. Ma questo significa che Mike ha aspettato che uscissi? È rimasto qui aspettando me?

Come faccio a rifiutare ancora? Come faccio se lui è così gentile nei miei confronti?

Una macchina passa vicino alla sua e mi suona il clacson. Enzo e Nelly, che mi salutano con la mano.

«Ciao, Lav!»

«'Notte, Lav!»

Sorrido anche a loro, ma sono tesa al pensiero che mi abbiano vista qui in sua compagnia. Cosa dirò quando Nelly mi chiederà com'è andata, se ci ho parlato...

«Non ti fai portare dai tuoi amici?» mi chiede Mike, mentre la loro auto sfreccia via nella notte.

«Non voglio essere un peso, allungherebbero la strada per me.»

«Per me non sei un peso, sali.» Con un gesto del capo mi indica il posto al suo fianco.

Non sono un peso. Esito, perché mi sto emozionando al pensiero di essere da sola con lui. Da sola. Con Mike.

Sorrido, certa del rossore che avvampa su tutto il mio viso. Spero che le luci affievolite della notte lo coprano e che non si veda quanto mi sono imbarazzata.

«Va bene.» Così come era stato quella sera all'Osteria, percepisco la mia voce come distante. Non sono davvero io che gli sto parlando, non sono io che ho accettato.

Mi sento volare mentre faccio il giro della sua Mercedes e apro la portiera. Trattengo il respiro abbassandomi e sedendomi al suo fianco. Richiudo e traggo un profondo sospiro. Ho la pelle d'oca, non riesco a crederci.

Inalo l'odore di pulito dell'interno, come se la vettura fosse appena uscita dal negozio.

«Dove ti porto?»

Gli do il mio indirizzo e riparte.

Gli do il mio indirizzo e riparte

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Spazio autrice

E ora? Cosa si diranno questi due? Finalmente hanno il primo incontro in cui sono da soli. Nessuno che li ascolta o che si mette in mezzo, solo loro due. Che vi aspettate?

Sono sicura che amerete il prossimo capitolo. Credo che sia uno dei miei preferiti, non solo di questa storia, ma proprio in generale <3

Baci a tutti e buon finesettimana,
Snowtulip.

Note a canestroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora