Lavinia ha un sogno, diventare una pianista di professione, e un amore segreto, il giocatore di basket Mike Cooper. Lo ama di un amore platonico, più profondo di quello che potrebbe legare una tifosa al suo giocatore preferito. E non si permetterebb...
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Sono irrequieto. Daniele mi ha scritto nel cuore della notte per dirmi che Lavinia avrebbe dormito da lui ed Elena dopo una discussione con la madre. Avevo capito da un po' che i loro rapporti fossero tesi... Ma addirittura al punto da non tornare a casa? Devo preoccuparmi per lei, che stia bene?
Non mi ha mandato nessun messaggio, niente di niente, eppure il suo ultimo accesso era alle quattro di stanotte.
«Papà, che hai?» Liam è seduto in macchina, accanto a me, mentre lo sto accompagnando a scuola.
«Niente.»
«Hai litigato con la tua ragazza?»
«Ma no, con lei va tutto bene. Ho solo dei pensieri.»
«Se lo dici tu.»
Dove avrà imparato a rispondere così?
Parcheggio dalle parti della scuola, in una via secondaria. Prendo lo zaino di Liam dai sedili posteriori e lo isso su una spalla, prima di camminare al suo fianco in direzione dei cancelli d'ingresso.
Continuo a essere turbato e gli rispondo con mezze parole mentre lui chiacchiera instancabilmente. Sembra che riesca a riempire il mio silenzio e a renderlo meno assordante, impedendomi di pensare. Non vorrei essere così, non con lui, ma sono preoccupato per Lavinia.
Provo a razionalizzare e a dirmi che con Daniele ed Elena starà bene, eppure una vocina mi suggerisce che avrei dovuto essere con lei ieri sera e che se qualcosa è andato storto è colpa mia.
«Papà...» Liam mi tira una manica della giacca. «Perché ci fissano?»
Mi scuoto e mi accorgo che più di un viso, soprattutto tra gli adulti, è rivolto verso di noi. È diverso dal solito, quando notavano il mio arrivo e facevano qualche commento per la partita. Un paio di madri storcono il naso schifate, qualche altro genitore mi volta le spalle.
«È un discorso complicato.»
«Non sono stupido.»
Ci fermiamo a una panchina, raggiungendo una sua compagna di classe che lo saluta allegra. È accompagnata dalla madre, una donna sui trentacinque.
«Mike, sono vere quelle cose?» mi chiede, preoccupata, mentre i due bambini ci ascoltano.
«No» le rispondo. «O meglio, ho una nuova ragazza, questo sì... Ma tutto il resto non lo è.»
«Che cose? Papà, che stanno dicendo?»
Mi siedo sulla panchina umida di pioggia. «Hanno detto delle cose cattive su me e la mia ragazza. Cose che non sono vere, come che l'avrei conosciuta tanto tempo fa e che per colpa sua io e mamma ci siamo allontanati. Non è vero.»
Anche la ragazzina e la madre mi hanno ascoltato con attenzione. Non volevo che Liam venisse a sapere certe dicerie, non ora, non in questo modo. Non è giusto.