Capitolo 2 (terza parte)

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Saluto Riccardo con un cenno del mento, mentre è in cassa

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Saluto Riccardo con un cenno del mento, mentre è in cassa. La serata non è ancora finita, ma mi ha permesso di staccare prima quando gli ho spiegato che avrei dovuto parlare con mia madre.

«Principessina, le hai tutte vinte.» Yuri è fuori dall'Osteria, fumando una sigaretta durante la pausa.

Scrollo le spalle. Non mi importa di chiarirmi con lui, voglio solo tornare a casa. Gli do le spalle e percorro la via che taglia in due il quartiere, immaginando cosa dirà mamma.

Punterà il discorso sui soldi, se per me saranno sufficienti per le spese che mi aspettano. Mi chiederà se Riccardo lo sa ed è d'accordo, perché potrebbe significare avere ore in meno all'Osteria. Oppure potrei essere costretta a lavorare di pomeriggio, quando però il locale è chiuso perché la clientela scarseggia. Solo nel finesettimana abbiamo il doppio turno...

Apro la porta di casa con il cuore in gola, accolta dal profumo di ragù.

«Sei già tornata?» Mamma si volta verso di me, mentre mi tolgo la giacca e la appendo. Ha indosso il pigiama per dormire e sta lavando i piatti usati per cena. Accanto a lei il fuoco sul fornello è acceso e dalla pentola proviene la fragranza invitante che in condizioni normali mi riaprirebbe lo stomaco.

«Sì, io... devo parlarti di una cosa.»

«Ti hanno licenziata?»

«Oh, dio, no. No, Riccardo sa che ho staccato prima.»

«Quindi che succede?» Continua a lavare i piatti, rassicurata dal fatto che non ho perso il lavoro.

«Ecco, io... domani ho una prova per suonare in un posto. Il proprietario è amico di Riccardo e ieri sera era all'Osteria per parlare con lui. È venuto fuori il discorso e così ho la prova.»

Tralascio i dettagli futili, cioè che sono stata io a farmi avanti e che la proposta non mi è caduta dal cielo, che si tratta di un locale di lusso in cui dovrò essere sempre vestita elegante...

«Sai già quanto prenderesti?»

«Non ne abbiamo parlato, stavo lavorando. Domani ne saprò di più. Non è detto che mi prendano...»

«Non è detto neanche che ti paghino abbastanza» puntualizza lei. «Se ti chiedessero di rinunciare al tuo posto all'Osteria per suonare tutte le sere ma ti pagassero di meno, sarebbe un problema.»

Mi mordo il labbro per non rispondere male. Voglio suonare, è il sogno della mia vita. E se dovessi fare la fame ed essere pagata poco – pur di mettere da parte i soldi per il Conservatorio – lo farò. Sono disposta anche a saltare un pasto al giorno, se significa avvicinarmi di un passo ai miei sogni.

«Ce la caveremo lo stesso» dico invece. «Non ho più le spese scolastiche. Quest'anno non abbiamo dovuto comprare libri, quaderni, o la merenda per tutti i giorni. E ora lavoro anche durante il periodo di scuola, quindi avremo più soldi di prima.»

«Già, è vero» concorda lei, più a sé stessa che parlando con me.

La lascio a occuparsi dei piatti e vado in camera. Mi cambio al volo e mi rannicchio sotto il copriletto. Non devo volare troppo alto con la fantasia, non è detto che mi prendano, così come non è detto che...

Mi massaggio gli occhi chiusi, mettendo a tacere le immagini che già si stanno formando nella mia mente.

Tomic figlio conosce quel posto. E se ci venisse mentre suono e con lui ci fossero altri giocatori? E se tra quei giocatori ci fosse Mike?

No, non accadrà mai, non sarà mai possibile. Devo smetterla di sognare troppo. Mike non mi guarderebbe mai, neanche se avessi un abito elegante e fossi sistemata di tutto punto. Sono troppo piccola per lui, non sarei altro che una ragazzina.

Sarebbe già meraviglioso che mi sentisse suonare. Ma non posso sperare in altro, non ho alcun diritto di sperare di avere di più da lui. Inoltre è sposato e io non voglio rovinare il suo matrimonio mettendomi in mezzo. A me basta che sia felice. Se sapesse della mia esistenza, per me diventerebbe difficile da gestire.

Ma perché i pensieri non si spengono? Non c'è un tasto per farli smettere?

Inizio a capire di aver bisogno di una camomilla quando inizio a fantasticare su possibili scenari in cui lui e la moglie si lascino ma in cui non ho alcun ruolo. Non posso continuare così, devo prendere sonno prima di domani, non far galoppare la mente verso territori inesplorati e inaccessibili.

Scrivo a Cornelia. "Non riesco a dormire."

"Sei nervosa per domani?"

"Parecchio."

"Stai tranquilla, andrai alla grande. Ti meriti un'occasione simile."

"Non riesco comunque a dormire."

"Pensa a qualcosa che ti fa stare bene. O riguarda gli highlights della scorsa stagione."

Metto da parte la chat e seguo il suo consiglio. Evito accuratamente di aprire i video delle partite dei playoff in cui abbiamo perso, perché Mike aveva giocato malissimo. Sembrava involuto, un altro giocatore rispetto a sé stesso. Colucci l'aveva difeso dicendo che non era in forma in quel periodo e il dispiacere mi aveva attanagliato le viscere. Non oso immaginare come possa sentirsi un giocatore che non riesce a essere di aiuto alla squadra nelle fasi cruciali della stagione.

Un giocatore che ha dimostrato più volte nel corso degli anni di tenere alla Vulnus e a dare il massimo per i suoi tifosi.

Io sono una tifosa, quindi ha dato il massimo anche per me?

Basta, basta, basta. Neanche così riesco a calmarmi. Non è giusto pensare a Mike in questo modo, non ne ho bisogno e non mi fa stare meglio per affrontare la notte né la giornata di domani.

Prendo le cuffie dal comodino e faccio partire una playlist in cui ho salvato video di pioggia per aiutarmi a dormire. Mi era stato utile durante il periodo della maturità, quando ero sotto stress perché volevo un voto che gratificasse gli sforzi degli ultimi tre anni.

Mi lascio cullare dallo scroscio e dalla dolce sensazione di avere ancora un appiglio a cui aggrapparmi.

Mi lascio cullare dallo scroscio e dalla dolce sensazione di avere ancora un appiglio a cui aggrapparmi

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Spazio autrice
E con questo anche il secondo capitolo è concluso. Il rapporto di Lavinia con la madre è un po' particolare e si muove sempre sul filo del rasoio, spero di avervi dato una prima impressione efficace!

Anche quello con Cornelia è particolare, perché sono due personalità molto diverse. Ma non è un problema, perché riescono ad avere una buona sintonia nonostante tutto. Che dite, anche di lei?

Baci a tutti e buon finesettimana,
Snowtulip.

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