Lavinia ha un sogno, diventare una pianista di professione, e un amore segreto, il giocatore di basket Mike Cooper. Lo ama di un amore platonico, più profondo di quello che potrebbe legare una tifosa al suo giocatore preferito. E non si permetterebb...
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Ero già stata nella villa del capitano della Vulnus la settimana scorsa, quando lui e Sara ci avevano invitati a pranzo insieme a Teo, Anja e Léo. Ma non ero mai stata nello studio privato di Sara.
Una libreria riempie un'intera parete, campeggiano titoli di romanzi rosa di qualsiasi genere, alcuni in italiano, altri in inglese. Forse saranno più di un centinaio di volumi, organizzati in ordine cromatico in modo che sia bella da vedere all'esterno. Riconosco lo sfondo dei post di Little Baby su Instagram, perché lo usa spesso, per parlare dei suoi libri o di quelli di altre autrici.
Un'altra libreria, che arriva a metà muro, ospita i suoi romanzi, accompagnati da suppellettili ornamentali.
Mike ci si avvicina e nota subito i titoli. «Quindi li leggi anche tu?»
«No, io li scrivo.»
Strabuzza gli occhi e fissa prima Sara poi me. «Lo sapevi?»
«Mi ha chiesto di tenerlo segreto» gli spiego, con il cuore in gola.
«Parliamoci chiaramente» dice Mike, serio, rivolto anche agli altri due. «Amore, scusami, ma sarò esplicito. Sara, tu sapevi che Lavinia era vergine e le hai dato questo libro qui?» Indica Secret Desire. «Era per questo che lei era sconvolta dopo averti parlato?»
«No, io le ho dato il libro incartato. Lei ha scoperto solo dopo di cosa si trattasse.»
«Non è di questo che intendo. Tu sapevi che per lei sarebbe stato delicato venire a letto con me e le hai fatto leggere quel libro lì? Non ti è venuto in mente che avresti potuto condizionarla?»
Inspira ed espira rumoroso, come se tirare fuori il discorso fosse pesante anche per lui. Soprattutto davanti a me, perché sa che mi imbarazzo. Ma dire che Sara mi abbia influenzata no, non è così che è andata.
«Io non mi lascio condizionare proprio da niente!» esclamo. «L'ho fatto perché ti amo, Mike, perché volevo stare bene con te in ogni senso che la nostra relazione avrebbe implicato. Forse è stato una spinta, ma hai letto quelle scene lì, ti sembra che le abbiamo replicate proprio quella notte? O che l'abbiamo fatto in generale?»
China la testa, con aria colpevole. Si avvicina a me e mi abbraccia. Cerca di far trasparire in un gesto tanto semplice e tanto tenero tutto il suo affetto. «Non volevo dire questo. Ma da quando stiamo insieme cerco in ogni modo di non prevalere su di te. Adesso mi viene spontaneo, ma ho cercato sin dall'inizio di porti sul mio stesso piano, nonostante fosse difficile. Perché lo volevo, non hai idea di quanto avessi il desiderio e il bisogno di farlo. Per te, però, era importante. Doveva essere una tua scelta, io non dovevo condizionarla.»
«Io ho scelto» ribadisco. «Togliti dalla testa che mi abbiano costretta altri.»
Sara sbuffa. «E la tua amica che ti manda certi messaggi che ti fanno dare di matto? Non ti ha spinta? Sembrava un discorso che andava avanti da un po', visto il suo tono.»