Lavinia ha un sogno, diventare una pianista di professione, e un amore segreto, il giocatore di basket Mike Cooper. Lo ama di un amore platonico, più profondo di quello che potrebbe legare una tifosa al suo giocatore preferito. E non si permetterebb...
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«Sei sicura di stare bene?» Nelly ha parcheggiato di fronte al bar in cui sto per incontrarmi con Cornelia.
Ho trascorso la notte con lei, mi sono sfogata e ho pianto. È stata amorevole, si è presa cura di me coccolandomi con gelato, biscotti e un po' di musica dal suo giradischi. Mi ha anche rassicurata, ricordandomi che Roggero ha accettato di aumentare le mie sere all'Oasi e che piano piano avrò uno stipendio vero e proprio solo grazie alla mia destrezza al pianoforte.
«Sì, sto bene.»
Lei accenna un sorriso. «Se hai bisogno di me, chiama. Stamattina sono alla casa discografica, devo lavorare lì... magari a pranzo possiamo vederci. Offro io, non dirmi di no.»
«Ti faccio sapere» le dico soltanto, prima di salutarla e scendere sul marciapiede. Non voglio approfittare della sua gentilezza, è fin troppo buona con me. Ho il mio angelo custode, che spero sempre di non deludere con i miei colpi di testa. Come quello che ieri sera mi ha portata a licenziarmi dall'Osteria.
Mentre aspetto Cornelia, rileggo gli ultimi messaggi tra varie chat. Un paio vengono dal gruppo "boh", in cui Ludovica ci avvisa di aver preso la febbre e le ragazze le rispondono di essere dispiaciute. Hanno un bel rapporto, sembrano molto unite, una sorta di famiglia allargata così come sono anche i ragazzi.
Forse ciò di cui ho bisogno è qualcuno con cui stare per sopportare la giornata di oggi, anche fino alla cena e alla partita.
La partita!
"Ragazze, mi sono liberata per stasera. Posso venire?" scrivo, con le dita che tremano. Preferisco essere con loro e non dover affrontare mia madre e il discorso su quanto accaduto ieri sera. Con che faccia le direi che mi sono licenziata?
"Certo che puoi!" mi risponde subito Sasha. Quella ragazza è sempre entusiasta, ma come fa?
Le chiedo in chat privata se posso arrivare nel pomeriggio, aggiungendo che le spiegherò a voce il motivo. Non riesco a mettere per iscritto che non ho il coraggio di parlare con mia madre. Prima o poi dovrò farlo, ma preferisco rimandare questo momento il più in là possibile.
Cornelia sbuca dal fondo della via, trafelata e di corsa, con la solita borsa di stoffa sulla spalla. «Ho giusto una mezz'oretta, poi devo raggiungere Bruno per partire.»
Partire.
Vanno in trasferta a vedere la partita fino a Casale Monferrato, dove Tortona gioca in casa. Con il senno di poi, preferirei andare con loro e dimostrare a Mike che ci tengo così tanto anche da farmi il viaggio – nonostante le finanze non me lo permettano. Eppure, sarebbe stata solo una toccata e fuga, magari avrei speso sotto i cinquanta euro, tra il pullman condiviso con il fanclub e il biglietto...
«Ho fatto una stupidaggine» le dico, entrando nel bar.
«L'ultima volta che mi hai detto così sei finita a suonare il pianoforte in un ristorante di lusso» ridacchia Cornelia, prima di ordinare la colazione per entrambe e pagarla. Mi fa sentire in colpa che paghi sempre lei, ma è sempre più svelta di me a tirare fuori il portafoglio, dicendo che la prossima volta offrirò io. Sto aspettando quella prossima volta da tre anni.