Le ho raccontato il mio rapporto con ogni compagno di squadra che ho avuto alla Vulnus. Mi è sembrato normale farlo, perché è un terreno comune: lei conosce i ragazzi come giocatori, io come persone. Lavinia, invece, mi ha raccontato come ha vissuto alcune partite che sono saltate fuori mentre parlavo.
Arrivo davanti al suo portone mentre le sto dicendo di Jacob e del suo essere una prima donna a discapito di Léo. Mi fermo e spengo il motore. Resterei qui con lei tutta la notte a parlare, nonostante il sonno.
«Se lui ne soffre, in campo non si vede» commenta.
«Credo che si vedrà: Léo è umorale e già in allenamento ha dato qualche segnale in questo senso» dico. «Anche se spero che Colucci riesca a tenerlo su dandogli qualche minuto in più.»
Sospira, portandosi dietro l'orecchio una ciocca nera che è sfuggita alla sua acconciatura.
«Ti do il mio numero?» le chiedo. «Così non parliamo solo su Instagram.»
Ce li scambiamo. Lavinia si è tolta la cintura di sicurezza per essere rivolta verso di me, con il ginocchio tirato sopra il sedile, la gamba piegata davanti a sé e il piede che balla nel vuoto.
Finisce di salvare il mio contatto in rubrica e rimane ferma dov'è. Serra le labbra, come se stesse volesse dirmi qualcosa ma non riuscisse a farlo.
«Dovrei andare a dormire. Se domani dormo all'allenamento, Colucci mi uccide» scherzo, strappandole un sorriso.
«Non so come salutarti» ammette, in un soffio. «Non posso dirti solo "buonanotte" e andarmene, no?»
«Be', no.» Le faccio cenno di avvicinarsi a me e mi sporgo verso di lei.
Arrossisce, perché ha capito che stavolta quel bacio non sarà sulla guancia. Sfioro la sua bocca sottile con la mia, ma è lei a rafforzare il contatto, tanto che mi ritrovo la sua mano sulla guancia senza neanche essermene accorto. Schiudo le labbra per cercare la sua lingua, ma Lavinia si ritrae.
«Ho fatto qualcosa di male?» le chiedo.
«No, non si tratta di te.»
«Se non me lo spieghi, penserò di sì. Stavo solo cercando di baciarti.»
«Sì, be'... lascia stare.» Fa per scendere, ma afferro la sua mano prima che possa darmi le spalle.
«Non lascio stare. Dimmelo se ti do fastidio, se faccio cose che non vuoi o che per te sono imbarazzanti.»
Sospira profondamente e si butta con la schiena sul sedile. «È imbarazzante, ma non si tratta di te. È un problema mio.»
«Non sto capendo.»
«Era il mio primo bacio.»
Resto bloccato su me stesso. Ha dato a me il suo primo bacio?
«Non ti ho delusa, vero?» Porto una mano al suo viso, che ha abbassato sulle dita intrecciate tra loro.
«No, Mike. Tu sei perfetto.» Arrossisce ancora una volta, l'ennesima. «Sono io che non so come si fa e che mi vergogno.»
«Se scappi dai baci, non potrai mai saperlo.» Cerco di suonare rassicurante, perché la sua confessione e la timidezza nel pronunciarla hanno tutta un'altra serie di conseguenze. Significa che sono il suo primo ragazzo, primo in tutto. Affrontare con lei alcuni aspetti di una relazione sarà più complicato di quanto avrei creduto.
Non mi guarda, fatica a voltarsi verso di me. «Sono un disastro, scusami.»
«Non lo sei. È normale. Riproviamo?» Le stringo una mano, infondendole tutto il calore che ho.
«V-va bene.»
«Devi dirmi di sì solo se lo vuoi.»
Sorride e finalmente mi guarda. «So dire di no.» Si avvicina a me, e stavolta è lei a baciarmi con più decisione, cogliendomi di sorpresa. Le accarezzo la schiena con una mano, mentre l'altra è sulla sua guancia. Apro le labbra e picchietto con la lingua contro i suoi denti, come a chiederle il permesso di entrare.
Me lo concede con un impaccio iniziale, ma poi muove la lingua con la mia anche se lascia a me l'iniziativa e mi segue. Ha un buon sapore: dolce con un retrogusto amaro, come un gelato alla crema.
Sposta la mia mano dalla sua guancia e la stringe come se vi trovasse tutta la sicurezza per non allontanare la bocca dalla mia. Mi cerca, cerca la mia vicinanza e la sicurezza di non essere così tremenda al primo tentativo.
Non lo è affatto. E mi piace da impazzire.
«Ora è meglio andare, altrimenti farai tardi domattina» dice con un sorriso, appena ci separiamo.
Speravo che fosse solo per riprendere fiato.
«Baci bene» le dico, prima di stampargliene un altro sulle labbra, che però ha solo l'effetto di farci ricominciare e di finire incollati di nuovo l'uno all'altra. Se non ci fosse il freno a mano in mezzo, la farei salire sulle mie gambe per stringerla di più.
E mentre sono così, con la lingua a danzare con la sua, i pantaloni iniziano a essere un problema. Da sotto, qualcuno mi chiede di ricevere le stesse attenzioni. Non posso farlo, non ora.
«Lavinia, è meglio se ci fermiamo qui.»
«Oh, ok. Ma posso?» mi chiede speranzosa.
Annuisco e lei mi bacia sulla guancia. Ho fatto bene a trascorrere del tempo a definire la barba intorno alla bocca, come la tengo di solito. Nelle ultime settimane non avevo curato molto il mio aspetto.
Lavinia mi sorride. «Buonanotte. Fammi sapere quando sei arrivato a casa, aspetto sveglia. E grazie, Mike, di tutto.» Prende lo zaino e scende sul marciapiede.
Rimango incantato a guardarla mentre apre il portone, mi saluta con la mano e sparisce all'interno.
Passo una mano nel punto in cui mi ha baciato. Sono un uomo felice.
Spazio autrice
E allora questo primo bacio? Quanto è dolce il nostro Mike? Si è anche accorto di cosa significa per Lavinia, non è un amore?
Anche in questo capitolo, apro lo spazio per fangirlare e sclerare XD
Ora ci aspettano le conseguenze dell'inizio della loro relazione, curiose?
Vi ricordo di andare a seguirmi su instagram (ho il link in bio!), perché... presto ci siamo con il passo più importante della mia vita <3
Baci a tutti e passate uno splendido finesettimana,
Snowtulip.
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Note a canestro
RomanceLavinia ha un sogno, diventare una pianista di professione, e un amore segreto, il giocatore di basket Mike Cooper. Lo ama di un amore platonico, più profondo di quello che potrebbe legare una tifosa al suo giocatore preferito. E non si permetterebb...