Giovanna, che a quel tempo di nome faceva Minerva, era lì quando tutto scattò.
Chi avrebbe mai detto che un gesto di sbruffonaggine così comune (anche se ignobile), avrebbe portato a così tanto?Era sulla scalinata della chiesa del Santo Spirito, a Palermo, vestita come richiedeva la festa. Teneva Lovino per mano.
Parevano fratello e sorella o, perfino, una giovane madre che andava a messa da brava fedele con il figlioletto.
Ebbe appena tempo di girare la testa per vedere la scena.
La voce di una donna si era alzata, lamentosa, e voltandosi vide una gentildonna, ricca a giudicare dagli abiti, stringersi al petto del coniuge mentre la guardia con lo stemma degli Angiò teneva ancora le mani allungate.<Signora, devo controllarla.> affermò il soldato, chiaramente stizzito, provando a prenderla.
Il coniuge le fece da scudo e guardando il francese con rabbia affermò: <Nessun soldato si permetterebbe di toccare una dama in tale maniera a meno che non abbia pessime intenzioni! Se ne vada, disgraziato perverso!>
<Oh, ora si che ho pessime intenzioni!> minacciò il soldato, avvicinando la mano all'impugnatura della spada sul fianco.
Ma l'altro fu più veloce e, presa lui la spada del soldato, la conficcò senza rimorso o timore nelle carni del gendarme.
Questi gracchiò, spalancando gli occhi, mentre dagli angoli della bocca prese a colare del sangue denso e scuro.
Minerva prontamente coprì gli occhi alla nazione ancora infante, non potendo però distogliere ella stessa lo sguardo dalla scena.
Il soldato cadde all'indietro, la veste man mano pregna di sangue, lo sguardo vuoto rivolto al cielo.
Un soldato poco lontano scattò verso il morto, esclamando <Drouet>, e, una volta guardatolo in volto e accertato la sua morte, si girò verso l'uccisore.
<La pagherai!> promise la guardia.
Da lì esplose il finimondo.
Armi vennero estratte, la gente prese a correre (se per fuggire o prendere qualcosa con cui combattere era difficile da capire) e la ribellione incominciò.Minerva non perse tempo.
Prese in braccio Lovino e corse fino alla loro abitazione, non troppo lontana dalla sede del potere, e portò la nazione in camera.<Tu resta qua, Lovino.> asserì la regione, cambiandosi le vesti e indossando una veste più comoda e prendendo la spada nascosta sotto l'armadio, in una custodia.
Non era bravissima a duellare, ma non sarebbe rimasta nascosta con le mani in mano.
Avrebbe dato una mano ai suoi cittadini, il loro desiderio bruciante di ribellione che l'avvolgeva e le apparteneva personalmente.
<Ma io-!> provò a reclamare il piccolo.
<Niente ma!> impose la donna <Forse riusciremo a liberarci di loro e salvare anche gli altri, ma ho bisogno di saperti al sicuro.>La piccola nazione annuì timidamente, il briciolo di ubbidienza che aveva utilizzato.
La regione non perse altro tempo ed uscì, pronta a bagnare la spada di sangue angioino.
•~-~•
Uccise, instancabile, chiunque venisse riconosciuto come un francese.
Gridando <Mora Mora!>, affondava la lama e non lasciava tempo al nemico, facendogli esalare solo l'ultimo respiro.
Non le importava chi avesse davanti, erano gli oppressori e meritavano solo la morte.
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Casa Vargas- Le regioni d'Italia
Fanfiction-la pic l'ho messa solo perché è davvero cute. Non rispecchia per nulla come saranno le regioni in questa storia. Ah, e non serve conoscere Hetalia così bene per poter leggere questa ff- *parte musichetta da superquark* In questa storia che di aulic...