162. Sentimenti uguali...?

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<Qual è quello che serve?> chiede Bruno, chinato davanti lo scaffale del negozio, imbronciato.
<Shampoo per capelli grassi di Barberino's.> legge Angela, aggrottando le sopracciglia.

Commenta subito dopo: <Solo Carlo può utilizzare una marca dal nome così poco famoso e pretenzioso insieme, suppongo.>

Bruno, recuperata la bottiglietta verde chiaro, neanche fosse un trofeo, la butta nel carrellino a mano che tiene Angela, rispondendo: <Potrebbe essere teoricamente di chiunque, non c'è il nome vicino, ma sentire così e vedendo il tipo di flacone... Sì. Palese.>

L'umbra emette uno sbuffo ironico. Bruno, buttando un occhio sull'elemento dopo dopo, dichiara: <Questo potrebbe essere di qualcuno come Mario o Giuseppe: Head & Shoulders, 2 in 1, Citrus Fresh; qualsiasi cosa significhi.>

<No, Mario no sicuro. Ci tiene troppo ai suoi capelli. Idem Giuseppe... e Michele è peggio di loro due messi insieme.> ribatte lei.

<Allora è di Aleksander. È sempre una scheggia quando è sotto la doccia.> rettifica il mezzo tedesco.

<E non puzza lo stesso.> constata l'umbra <Si annega nel profumo?>
<Ma va! Quella che si annega di profumo è Marie... e ogni tanto Roberto. Ma mai ai livelli di lei.> racconta Bruno, evitando lo sguardo dell'altra regione per l'imbarazzo.

Non gli piace parlare di Roberto in modo non imparziale di fronte a svariate persone, tra cui l'umbra. I suoi occhi quasi neri sembrano capaci di scrutarti fin nell'animo e svelare i tuoi più reconditi segreti... azione di cui non sarebbe tanto fan.

Invece ad Angela è come se si accendesse una lampadina nella testa. Non aveva assolutamente voglia di uscire a fare le commissioni per gli altri, ma era altresì vero che era grata fosse stato il trentino.

Ha bisogno di qualcosa e pure di una certa dose di comprensione (per quanto patetico suoni) e loro due sono abbastanza simili su quell'argomento.

<A proposito di Roberto... voi due siete molto amici, no?> domanda, in modo decisamente poco nonchalante. Non che avesse tanta speranza di suonare rilassata.

Bruno si blocca e, senza guardarla negli occhi, risponde incerto: <Sì...? Cioè, per me è sicuramente un caro amico, non so se è perfettamente reciproco->

<Pure i muri lo vedono che è reciproco.> lo interrompe l'umbra, quasi scocciata dall'ottusità altrui.
(Non riconoscendo di essere la regina delle ottuse, ma pazienza, non si può essere completamente consci di se stessi.)

Continua: <Beh, comunque, volevo chiederti... come fai a dimostrargli che... beh... ci tieni a lui?>

Il trentino la guarda stupito e indaga: <Perché chiedi a me una domanda del genere?>
<Perché tu sei come me e non esprimi molto l'affetto, ma non sei neppure una testa calda.> confessa Angela.
Al mezzo tedesco fa tenerezza, e intanto scommette mentalmente a chi possa mai voler dimostrare affetto, e inquisisce: <Dipende anche da chi hai a che fare. A chi vorresti dimostrare che ci tieni?>

<A Domenico... e Maurizio. Sono sempre molto gentili e un po' cavalieri all'antica, soprattutto Domenico, e gliene sono sempre grata ma... non so tanto come mostrarlo. Mario sicuro mi ha aiutato a sciogliermi ma ancora non ci capisco molto. Provo tanto ma non lo riesco a buttare fuori bene.> spiega l'umbra, la voce sempre più bassa, fino a che non diventa un sussurro.

Il trentino internamente caccia un "Ahhhhh!" potentissimo, quasi dispiacendosi (enfatizziamo il quasi, hanno comunque più chance di lui con Roberto) per i due.
L'umbra è decisamente cieca a riguardo. Decreta che vivere in un convento per secoli non aiuti la propria sessualità.

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