149. Diversi modi di mostrare affetto

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N/A: SCUSATEMIIII. NON SONO MORTA GIURO (almeno fisicamente, mentalmente non prometto).
È CHE DOPO STORIA MODERNA ERO COTTA E STORIA DELLA SCUOLA PARLA TIPO EMINEM, È IMPOSSIBILE STARGLI DIETRO, COL CUCULO CHE PUBBLICO MENTRE SPIEGA.

Ringrazio la pausa e spero che comunque il mio ritardo non vi impedisca di commentare e lasciare stelline.

Buona lettura, spero.


Roberto impasta con foga, cercando di incanalare i suoi dubbi e ansie nell'amata cucina, dando nel mentre qualcosa di buono, si spera, agli altri.

<Ehi, che ti ha fatto di male quell'impasto?> domanda Anna, scoppiando la bolla isolante che si era creato.

<Eh-?! Ehm...> risponde argutamente il piemontese.
<Prenditi il tuo tempo.> commenta lei, sedendosi su una sedia vicino a lui, appoggiando i gomiti sul tavolo.

<Come mai vuoi sapere come sto?> domanda lui, genuinamente curioso.
La romagnola lo osserva stupita ed esclama: <È ovvio che c'è qualcosa che non va e mi spiace! Sei premuroso quando chiunque altro è giù di corda, che qualcuno ti ricambi il favore è il minimo!>

L'ex sabaudo la osserva scioccata. È così evidente?
<Quindi spara, su su!> lo esorta Anna, dandogli qualche amichevole pacca su un braccio.

Roberto riprende a impastare, osservando il dolce che sta preparando, ammettendo: <Riguarda Marie.>

<Allora siamo tutti stupiti dal cambio che ha fatto e che sembra stia continuando a fare. Da quant'è che non si intrufola più in camera tua?> chiede Anna.

<Tipo un mese buono? E nelle settimane precedenti aveva decisamente diminuito le volte senza che scendessimo a patti o cosa!> spiega lui, spalancando gli occhi, anche se continua a fissare il lavoro che sta facendo.

La romagnola annuisce pensierosa e indaga: <E cosa ti scombussola di questa novità? Non dovrebbe farti piacere questa privacy?>

<Sì, certo, adoro poter dormire senza paura di venire toccato da qualche parte!> assicura il piemontese, guardandola di sfuggita. Scuote la testa e ammette: <È che mi sembra mi stia evitando.>

Smette di armeggiare con l'impasto, ormai é perfetto, dovrebbe farne le piccole sfere ma non se la sente. Tira una sedia e si siede, sospirando. Meglio parlarne da seduti.

Aggiunge: <Non capisco. Anche se i suoi modi sono peggiorati nei secoli, lei mi ha sempre voluto bene. E ora... sembra mi voglia evitare come la peste! E se provo a parlarne per capirci qualcosa non mi risponde o cambia argomento o mi manda via!>

<È piccolina, sta cambiando. Forse sta attraversando la sua "fase adolescenziale" da territorio. Ognuno di noi la ha a periodi diversi e lei probabilmente si sta evolvendo abbastanza velocemente ora e questo la scombussola.> ipotizza lei.

<Non ha molto senso, senza offesa. Il botto di evoluzione non c'è ancora stato perché altrimenti starebbe passando un cambiamento anche fisico, no? E comunque non sta succedendo niente di così spettacolare nei suoi territori per parlare di un'evoluzione spettacolare in poco tempo.> ragiona Roberto.

<Ok, ok, ammetto che fosse una idea un po' bislacca, ma valeva la pena dirla.> commenta Anna, alzando temporaneamente le mani come in resa.

<Ho paura di averla ferita e non so come! Forse pensa che il mio ripudiarla da quel fronte significhi che non le volessi bene in nessun modo? So di non essere il massimo a esprimere il mio affetto, ma->

<Ma scherzi?!> lo interrompe la romagnola, scattando dritta con la schiena, sbattendo le mani sul tavolo con decisione. Afferma subito dopo: <Tu dimostri un casino il tuo affetto, si vede in quello che fai tutti i giorni!>

<Non è niente di particolare, su, sono gesti piccoli.> sminuisce lui, massaggiandosi gli occhi con le mani a pugno. È un modo stupido per cercare di nascondere l'imbarazzo, ma funziona.

<Ma sono continui e dolciosissimi! È estremamente tenero vedere che dai un bacino del buongiorno a Rita tutti i giorni in modo assolutamente platonico. Quando certi umani coglioni dicono che l'amicizia tra sessi opposti non può esistere, a me verrebbe voglia di mostrare voi due!> assicura Anna.

Nonostante il tono gentile di prima, lo sguardo è fissato sul suo volto e il sorriso di prima non c'è, per essere sicura di essere compresa bene. Ci crede nelle sue parole.

<Però non dico mai niente in effettivo, lascio che facciano tutto i miei gesti ormai pure un po' meccanici. Invidio, nel modo più "gentile" del termine, se si può dire così, la tua capacità di dire a voce alta il tuo affetto. Non hai timore di farti sentire ed è... bello vedere come 'urli' il tuo affetto a Sofia.> ribatte il piemontese, sforzandosi di guardarla nella zona del volto, ma non gli occhi.

<Invece per me è il contrario, guarda un po' tu.> commenta la romagnola, fintamente gioviale. Il sorriso forzato stona sul suo volto.

<Come mai?> la interroga, stupito, Roberto.
<Perché mi sembra di essere tutto fumo e niente arrosto! Mi sento di star mentendo, perché dico senza fare niente. O, comunque, quel che faccio non è abbastanza rispetto a quello che dico.> ammette Anna, il volume della voce sempre più basso.

Come mai sta buttando tutto fuori di getto? Non lo sa, ma è liberatorio. Ed è ancora più liberatorio quando una sedia stride contro il pavimento e, poco dopo, un paio di braccia l'avvolgono stretta.

Anna ricambia l'abbraccio, non sapendo bene che dire.
<Come mai pensi che le tue parole non siano abbastanza?> domanda l'ex sabaudo, il tono basso ma dolce.

<Perché... perché. Te l'ho già detto. Le parole non vogliono dire nulla.> sussurra la romagnola.
<E chi lo dice? È importante dire a voce alta ciò che si pensa, oltre a mostrarlo.> assicura il piemontese.

<Le parole non bastano, mai, anche se mi piacerebbe.> ammette Anna, strizzando gli occhi e stritolando il fratello.
<Alcune volte è tutto quello che serve. Chi ti ha detto il contrario è uno scemo. Nessuno dei due forse sarà perfetto nell'esprimere il proprio affetto, ma facciamo del nostro meglio, no?>

La romagnola deve riconoscere che ha ragione e annuisce lentamente, anche se il volto è ancora dipinto in una smorfia. Infatti ribatte: <Ma devo riuscirci in pieno. Solo così sarò sicura che le persone a cui voglio bene lo sappiano perfettamente.>

Roberto allenta l'abbraccio, esortandola silenziosamente ad alzarsi e decreta: <Allora faremo delle lezioni in cui ci miglioriamo a vicenda! Ciò che ci manca è il punto forte dell'altro; sfruttiamo la cosa! Ti va?>

Anna sorride leggermente, grata al fratello per l'idea e la gentilezza, e commenta: <Va bene, ci sta.>

<Allora, se ti va, possiamo iniziare subito.> propone il piemontese, tornando all'impasto <Tanto io sono ancora impegnato qua per un po' e non ho problemi ad ascoltare un discorso.>

Allora Anna si siede sul tavolo vicino a lui, attenta a non far danni, gli sorride e inizia a parlare, raccontando come lei riesce a esprimere il suo affetto.

Forse non saranno dei maestri professionisti, ma l'intenzione di aiutarsi c'è. Vogliono migliorare, vogliono poter dimostrare al 100% il loro affetto a chi tengono.


N/A: non ho mai fatto capitoli su solo loro due, ma ci stava, dimostrano le emozioni in modo diverso. Ricordatevi che non siete sbagliati per esprimere l'affetto in un modo piuttosto che un altro <3.

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