125. Martelli come luci on-off

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N/A: un capitolo senza pretese come tanti altri. Ricordatevi di stellinare e commentare, perché davvero mi tirano su la giornata!

Se non risponderó subito, è perché sto dando ripetizioni.

<Oh porca ma-mamma di questi cosi! Sono saette!> si corregge Michele mentre colpisce col suo martello due corvi, che si volatizzano.

Bruno lo osserva divertito mentre continua a suonare in un crescendo. Plasma altri corvi giganti dalla polvere, concentrandosi di nuovo sulla musica.

Non ha mai avuto necessità di suonare per incanalare magia troppo a lungo, quindi non ha mai dovuto sforzarsi per aumentare la stamina.

E quindi ora ci sta provando, mentre anche il pugliese tenta di rimanere preciso ed efficiente quando deve usare la sua arma per un tempo prolungato.

Aveva scelto quell'enorme martello di legno e ferro perché trovava divertente basare i suoi attacchi sulla forza e su pesi e contropesi.
D'altro canto, era capitato la usasse per poco tempo, anche perché col passare dei secoli aveva avuto sempre meno occasioni per usarla.

Questo l'aveva portato ad usarla solo per pochi attacchi, d'impatto e creati per colpire una massa informe.

Tendeva quindi ad essere un po' impreciso con il prolungato uso e ha voluto correggersi.

Per fortuna anche il biondo è stato investito da una voglia di migliorarsi e si erano accordati.

Michele abbatte un altro nemico e si ferma un istante, i muscoli delle braccia doloranti.
Però quell'attimo è fatale e i corvi lo assaltano, beccandolo.

Alle sue grida di fastidio, Bruno si ferma e si avvicina velocemente, preoccupato. Non si è accorto perchè stava ancora tenendo gli occhi chiusi.

<Hai creato dei corvi proprio bastardi.> soffia sorridendo Michele, così rassicurandolo.

<Devo comunque sforzarmi in qualche modo, no?> domanda retorico il trentino.
<Ci vuole magia anche per mantenerli stronzi?> domanda stupito il pugliese.

Il più basso annuisce, aggiungendo: <Sono comunque qualcosa che ho creato e bisogna essere concentrati specialmente se non attaccano come stormo unito.>

<Wow!> riesce solamente a commentare Michele <Però devi per forza tenere gli occhi chiusi? È un grande deficit.>

<No, non dovrei affatto.> ammette Bruno <Ma faccio già fatica a occhi chiusi, figurarsi se li tengo aperti!>

<Se fossimo uno contro uno sai che avrei potuto raggiungerti e sconfiggerti senza che te ne accorgessi?> nota il meridionale.
<Me ne sarei accorto perché vedo attraverso uno dei corvi, il leader che scelgo.> spiega il trentino.

<E se viene abbattuto?>
<La visione passa a quello più vicino e io posso tenerla lì o cambiarla. È come se avessi tanti droni e posso decidere da chi guardare.>

<Mh-h! Però riprendiamo, su! Devo far lavorare queste braccia!> lo esorta Michele.

<Allora cambiamo le carte.> asserisce il biondo. Lo fissa negli occhi con sfida, fa un passo indietro e asserisce: <Prendimi.>
Subito preme le labbra contro il flauto e si trasforma in una lepre e scatta via.

<Ehi! Non ero pronto!> si lamenta il pugliese, inseguendolo. Purtroppo essendo una lepre è velocissimo e lui con il martello è rallentato.

Allora decide di sfruttarlo a suo favore.
Slancia l'arma all'indietro, per poi lanciarla in avanti, verso il fratello, lasciandosi trasportare dal martello e dalla propria forza.

L'arma compie una parabola in cielo e, una volta atterrata, scuote il terreno. Ma non è quello il suo obiettivo. Lascia l'arma e viene catapultato in avanti, atterrando con una capriola vicino la lepre.

Si butta sulla creatura e prova ad acciuffarla, ma Bruno si tramuta in un passerotto e vola, ma non troppo in alto.

<Ah, la giochi così?!> esclama in mezzo al fiatone Michele. Richiama a sé il martello e prova a prenderlo a mezz'aria.

L'uccellino cinguetta decisamente divertito, svolazzandogli accanto il viso per poi sfrecciare in avanti.
Diventa un acchiappa la talpa volante essenzialmente, con il pugliese che sente i polmoni in fiamme dallo sforzo.

Ma non la vuole dare vinta al fratello; si starà stancando anche lui, no? Appena rallenta, lo acciuffa e finita la sfida.

Con rinnovata determinazione, ma poca energia, tenta un altro colpo, slanciandosi in avanti, rischiando di cadere faccia a terra.

Prende il passerotto! Ma lo attraversa come fosse un fantasma, per poi sparire in un piccolo puff.
<Cosa-?!> esclama Michele.

Un lamento dietro di sé lo porta a girarsi di riflesso, notando Bruno nel punto in cui era iniziata la sfida, le gambe traballanti, la mano libera dal flauto che regge alla testa.

Il pugliese è ancora più confuso.
Si avvicina con calma, trascinando il martello dietro di sé, mentre cerca di regolare il respiro.

<Non ti sei mai mosso da lì?!> chiede con stupore.
Il trentino fissa lo sguardo su di lui e annuisce, tentando di ritornare più stabile sulle gambe.

<Era... un'illusione? La lepre e il passerotto?> inquisisce il meridionale.
L'ex austriaco annuisce e, con un sorriso sghembo, asserisce: <Le illusioni di qualsiasi specie sono le mie specialità.>

<Quindi fai pensare agli altri di essere tramutato in un animale, mentre tu sei nella stesso punto, invisibile.> decreta Michele.

<Circa. Più che invisibile faccio come i camaleonti, mi confondo con lo sfondo. Infatti non sono intangibile. Se qualcuno si scontra con me mentre sono modalità camaleonte, mi sente.> specifica il biondo.

<Immagino l'abbia imparato a tue spese.> sghignazza il pugliese e il settentrionale mestamente annuisce, anche se non sembra seccato.

<Ritieniti fortunato ti stia svelando tutti questi miei trucchetti.> scherza il biondo, il volto ancora abbastanza neutrale.
Non che per Michele sia un problema, è abituato a Vincenzo e alle espressioni perennemente infastidite di Carmela e Lovino.

<E io no? Quella cosa con il martello volante la voglio brevettare e perfezionare!> asserisce il pugliese.

<Ma perché non hai fatto sparire il martello mentre correvi?> domanda Bruno.
<Beh, punto primo perché comunque devo abituarmi a tenere sempre di conto la mia arma; punto secondo perché mi consuma più energie di quanto sarebbe saggio usare così a cazzo.> si difende il meridionale.

<Dovresti allora anche esercitarti su questo, no?> inquisisce il biondo.
<Ci posso fare poco, se serve un certo tot, serve quello. Forse c'è anche un extra, possiamo dire così, data dall'inesperienza... Ma è davvero poco, ne sono sicuro!>

<Se lo dici tu, secondo me un bel pezzo è dato dall'extra.>
<Che dovrei fare? Evocarla e farla scomparire ripetutamente, neanche stessi giocando con l'interruttore della luce?>

<Esattamente.> ammette in tutta serietà Bruno.
Michele scoppia a ridere e asserisce: <Se non esistessi, dovrebbero inventarti!>

N/A: un'interazione fra due regioncine che hanno parlato poco fra di loro... Ed è venuto abbastanza bene, dai!

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