141. Maurizio è curioso ma non cretino

72 10 125
                                    

N/A: quello che vedete sopra è un 'edit' che ho fatto tipo troppi mesi fa e dato che volevo farlo vedere a tutti voi lettori abituati al mio trash... L'ho caricato sul mio account youtube che così lo potete vedere.
Spero vi possa far sorridere :3

E se non volete, vi lascio al capitolo!
(E vi invito sempre a stellinare e/o commentare!)


Maurizio è un essere estremamente curioso, che si fa mille domande. Forse ciò è influenzato dalle mille voci che regnano nella sua testa, ma in quel senso non gli dispiace: essere curiosi permette di scoprire nuove informazioni, che siano belle o brutte.

Il problema è che ogni tanto la sua curiosità viene vista come insolenza o indiscrezione, ferendo l'altro e facendosi volare addosso insulti. Nei secoli ha imparato a destreggiarsi con le parole e a intuire con una buona percentuale di successo se la domanda sarebbe stata molesta o meno.

Ma non sempre lo sa e quindi fa la cosa più stupida ma facile, chiedere direttamente.
Oggi il suo obiettivo è Giovanna.

Le si siede vicino sul divano e premette: <Giovanna, posso farti una domanda? Non so se è privata o meno, però.>
<Tu fa pure: d'altronde, rispondere è cortesia, no?> risponde lei, curiosa e leggermente in apprensione.

Nessuno può averla beccata la notte di Capodanno con Carlo, vero?!

<Per un po' è esistito il Regno delle Due Sicilie, come mai si chiamava così? Esisti solo tu come Sicilia.> domanda lui.
La sicula percepisce tutta l'ansia abbandonarla e quasi le viene voglia di ridere.

Certamente non poteva essere per quella notte! Non avrebbe avuto senso! Specialmente approcciandola in soggiorno, davanti a tutti!

Accorgendosi che l'altro è in attesa, risponde: <Non è una domanda invasiva, anzi, sono contenta di rispondere!>

Maurizio le sorride e aspetta vada avanti. Giovanna si schiarisce la gola e spiega: <Era un modo per citare in modo velato l'unica dominazione straniera che penso non mi sia pesata come tutte le altre, né è stata così tanto sofferta: la dominazione normanna. È stato un periodo anche abbastanza breve: da metà del 1.000 fino a ridosso l'inizio del 1.200.>

<Credevano esistessero due Sicilie?> inquisisce, confuso, il marchigiano. Un conto era pensare che oltre lo stretto di Gibilterra non esistesse altro, un conto era quello! Il mar Mediterraneo era limitato, non era l'Oceano così 'spaventosamente' illimitato.

La meridionale ridacchia e afferma: <Era il loro modo sbrigativo per descrivere i territori. Una Sicilia era la mia. L'altra Sicilia erano tutti gli altri territori, ossia quelli al di là dello stretto di Messina. Tipo 'Sicilia originale' e 'Altra roba che per brevità chiamiamo comunque Sicilia'.>

<Ahh, tipo quando dici 'scemo' e 'altro scemo' perché sei a corto di insulti.> tenta Maurizio, sperando di non aver fatto una figuraccia.
Per fortuna l'altra sembra gradire e sorride, aggiungendo: <Esattamente. Peccato che io questa brevità ce l'avessi ancora prima di loro.>

<Ti avranno dato qualcos'altro, se ti piacciono abbastanza da vederli come i migliori dominatori avuti.> nota lui.

<Ovvio! Per esempio, fatto fiorire la cultura in una maniera che nessun altro avrebbe mai fatto, creando università e dando inizio a quel filone da cui si sarebbe generato lo Stil Novo!>

Maurizio sorride gentile, commentando: <Poi ad una come te appassionata di letteratura sarà stata una bella ventata d'aria.>

Giovanna sorride mentre ricorda: <Assolutamente. Anche se erano ben distanti dall'essere perfetti, ma quando mai dei dominatori sono giusti?, hanno fatto tanto. Hanno aggiunto alla mia architettura che già era un mix di tante cose qualche altro elemento. Così puoi trovare elementi greci, altri romani, altri ancora bizantini, alcuni arabi e qualcuno normanno.>

<Vedila così, sei un miscuglio positivo di tante cose; non sei come Francesca che continua ad avere le città che litigano.> Maurizio cerca di confortarla, caso mai ce ne fosse bisogno.
E fra sé e sé pensa: "Né sussurri continui, spero."

E mille voci si scatenano nella sua testa, inclini o per il sì o per il no o per il forse o per il 'tutti ce l'hanno e siamo solo noi lagnosi?' e questo crea un'altra discussione che rischierebbe di trascinarlo giù per una spirale di pensieri se non si costringesse a fuggirne.

La siciliana annuisce ma sbuffa: <Beh, una cosa negativa che mi hanno lasciato sono queste ciocche bionde.>
<Sono particolari.>

<Sembrano palesemente finte! Non sai quante volte i miei capi mi hanno chiesto 'Ma puoi smettere di colorarti quelle ciocche' e sembrano non capire che non ho scelta!>

<Ah, i capi sono bravissimi a ignorare quello che diciamo, sia che lo diciamo con le buone che con le cattive. Ti fa venire voglia di insultarli!> conviene con un certo fervore il marchigiano.

<Sembrano scelti apposta dal destino per dimenticare quello che diciamo o direttamente non prenderci in considerazione.> aggiunge.

<Sei esperto, mh?> domanda con una vaga mestizia lei.
Il più basso annuisce, scrollando le spalle. Si era messo l'animo in pace secoli prima, anche se ciò non gli aveva impedito di insistere. Qualche volta ha più successo di altre.

<Tornando a quello che dicevamo prima... Ah, sì!> si ricorda Giovanna <Sono frustranti perché non capiscono! Potessi chiamare in causa Lovi, ma noooo, lui ovviamente non doveva avere traccia di niente!>

<In che senso?>
<Quando sono venuti i Normanni un giorno io e lui ci siamo svegliati e... ed eravamo biondi con gli occhi azzurri. Due perfetti nordici ma con la pelle abbronzata e tratti somatici mediterranei.> racconta lei, accaponendo con certo orrore.

Maurizio arriccia anche lui la faccia, immaginando con orrore come sarebbero lei e Romano completamente biondi e occhi azzurri... un incubo.

<Da quella faccia penso che tu possa comprendere che non abbiamo preso la cosa benissimissimo.> nota la sicula e quello del centro fa un verso in concordanza.

<Ci siamo urlati addosso finché non ci siamo calmati e abbiamo realizzato tristemente che saremmo potuti rimanere così per i secoli a venire.> rievoca Giovanna <Per fortuna, una volta andati via i normanni, in fretta tornammo ai nostri colori originali, eccetto queste due ciocchette.>

<Chissà come mai...> si chiede a voce alta Maurizio.
<Ah, è abbastanza semplice! Credo simboleggi la discendenza normanna rimasta nei miei territori. Ti stupiresti a vedere quanti biondi con gli occhi azzurri siciliani da generazioni puoi trovare! Sembra irreale... e invece!>

<Ti credo, ti credo! Beh, non hanno solo diversificato la tua architettura, allora.> allude Maurizio.
Giovanna ridacchia di gusto e gli dà colpetti sulla spalla come rafforzativo o chissà cosa, ma comunque a Maurizio sembra positiva.

Infatti lei asserisce: <Oh, decisamente!>
E il marchigiano è quasi certo parli per esperienza, ma non nel senso di esperienza tramite i propri cittadini. No no, proprio esperienza diretta.

Ma non è così scemo da chiedere e preferisce convincersi di sbagliare.

N/A: lascio a voi immaginare a cosa Giovanni alludesse con la sua ultima frase.
Spero vi sia piaciuto.

Casa Vargas- Le regioni d'ItaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora