88. Madre per costrizione

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N/A: niente da dire, se non ecco a voi uno stupido disegno che non c'entra con il capitolo:

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Giovanna è stufa di dover badare a degli idioti, se non fosse chiaro.

Comunque, per il capitolo, questi saranno i nomi usati:
Giovanna= Prisca
Giuseppe= Gaius
Vincenzo= Tacitus

Buona lettura


Prisca si siede ai piedi di un albero, sospirando ad occhi chiusi. Forse avrà un po' di pace, se gli dei glielo permettono.

All'istante però li sente, due odori ormai familiari e due paia di passi veloci e leggeri. Apre piano gli occhi e le due piccole province si avvicinano a lei e si accoccolano.

Gira piano la testa e nota che gli altri due sono a dormire sotto l'albero dove li ha lasciati.
Abbraccia i due piccoli agitati e chiude gli occhi, provando a dormire.

Quando ormai si sta addormentando, un vento leggero si alza e le porta un odore. Scatta all'istante con gli occhi aperti, confusa.

Cosa ci fa lì?
Impossibile che sia venuto a prendersi quei quattro, nelle condizioni in cui sta.
Nel piccolo scatto anche i due si svegliano.

<Romulus...?> domanda stupito Gaius, guardandosi intorno.
Tacitus, nel mentre, si alza insieme alla siciliana e porge la mano al fratello e asserisce: <Sembra.>

<È da tanto che non veniva!> nota il campano concitato, il tono basso per non svegliare i due fratelli addormentati.

Ma Prisca non ha la loro ingenuità.
Cosa ci è venuto a fare?
Avanza nella sua tenuta da campagna, seguita dai due pargoli, ed eccolo, all'inizio del boschetto.

Con.in.mano.un.fagotto.
E che sa di essere non umano.

L'ex colonia greca stringe i pugni e avanza sicura. Gli punta il dito contro e domanda, la voce fredda: <Ora chi hai da darmi senza più vedere?>

<Chi sarà il tuo prossimo capo.> risponde con pacatezza Romulus, nonostante la stanchezza che gli aleggia in volto.

La sicula lo guarda confusa.
<Capo...? È un bimbo.> nota Tacitus.
Il grande impero sorride, si china ad altezza delle due piccole regioni e spiega: <Un giorno, insieme al suo fratello che non è qui, comanderà l'Italia. Sono i miei discendenti.>

<E noi no?> domanda Gaius con un broncio.
Il possente uomo ridacchia e asserisce: <Certo, certo, piccolini. Ma loro sono più potenti di voi, lo sento. Lo sentite pure voi che è più simile a me che a voi, no?>

Il calabrese annuisce e il campano lo segue nel gesto pochi secondi dopo.
Già. Quell'odore che li distingue dagli umani si divide in due tipi. Loro hanno un odore, come la loro madre, mentre quel fagottino è dello stesso tipo di Romulus.

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